TENTATE ESTORSIONI E LESIONI : ARRESTATO IL COMPLICE DI MATTIA SPINELLI

Alle prime luci dell’alba, la Polizia di Stato ha dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Laura Morselli, su richiesta del sostituto procuratore di Latina, Martina Taglione, che ha diretto le indagini condotte dalla Squadra Mobile diretta dal dirigente Giuseppe Lodeserto, a carico del trentacinquenne, pregiudicato, Aurelio Silvestrini, ritenuto gravemente indiziato dei reati di tentate estorsioni aggravate e atti persecutori, che sarebbero stati commessi, nel periodo tra luglio e settembre 2025, in concorso con altre persone, una delle quali – Mattia Spinelli – già tratta in arresto dalla Squadra Mobile, alcune settimane fa, in esecuzione di analogo provvedimento cautelare.

In particolare, in più occasioni, il trentacinquenne avrebbe preso parte attivamente a tentativi di ottenere somme di denaro (nell’ordine di alcune decine di migliaia di euro) e altre utilità da un giovane che avrebbe avuto degli screzi con uno dei suoi complici in relazione al noleggio di autovetture; tali condotte sarebbero state realizzate con violenza e/o minaccia anche nei confronti di alcuni familiari del giovane.

Aurelio Silvestrini
Aurelio Silvestrini

È la stessa vittima, interrogata dalla Polizia di Stato, a fare riferimento a Silvestrini: “Mio fratello mi ha detto che a casa a minacciare lui e mia madre era andato Mattia Spinelli con un certo Aurelio, che sta con loro“. E ancora: “È uno di grosso di corporatura, con gli occhiali che sta con loro. Non è sinti come loro, non credo. Mio fratrello li conosce perché lui è stato sempre in questi giri. Io con lui non ho rapporti quindi non c’ho parlato più di tanto di questa cosa. Credo che proprio questo Aurelio conoscesse mio fratello, motivo per il quale sapeva dove abitava…Questi fanno estorsioni, spacciano”.

Come già avvenuto nei confronti del presunto complice precedentemente arrestato, il Giudice ha ritenuto condivisibile la contestazione, avanzata dalla Procura di Latina, anche del delitto di atti persecutori, posto che, a causa delle condotte violente e minacciose, nella persona offesa sarebbe stato ingenerato un perdurante stato di ansia e frustrazione tale da indurla a temere per l’incolumità propria e dei suoi familiari.

L’odierno arrestato era già noto agli investigatori della Squadra Mobile e nelle scorse settimane era anche stato denunciato dai poliziotti delle Volanti per detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nel corso di un controllo effettuato nell’ambito dei servizi disposti dal Questore di Latina per implementare il monitoraggio delle zone ultimamente interessate da fatti criminosi che hanno destato particolare allarme sociale.

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A inizio mese di ottobre, l’arresto del 20enne di origine rom Mattia Spinelli detto “cobra” – testa calda che dal pugilato sarebbe passato alla malavita – rappresentava un primo traguardo investigativo portato a segno dalla Procura di Latina. Il giovane è considerato insieme al fratello gemello (non indagato) come il “leader” delle Arlecchino, la piazza di spaccio che ha inondato la città di Latina di cocaina e crack soprattutto tra i giovani. Affari importanti che hanno messo in subbuglio gli altri sodalizi della città di Latina i quali hanno reagito con bombe e molotov.

I tentativi estorsivi sarebbero stati posti in essere anche indirizzando le condotte violente e/o minacciose verso alcuni familiari della persona offesa, tra cui il padre, vittima, quest’ultimo, verso la fine del mese di agosto, di un violento pestaggio, con l’uso di un tubo e di spray urticante, all’interno della sua abitazione (nella circostanza, sarebbero state profferite anche minacce di morte verso di lui ed il figlio).

Mattia Spinelli
Mattia Spinelli

Presso tale abitazione, peraltro, erano già stati posti in essere, nei giorni precedenti, gravi condotte dal contenuto intimidatorio (quali l’esplosione di un proiettile, rinvenuto su una finestra, nonché il danneggiamento del portone, verosimilmente preso a colpi con un’arma “bianca”), anch’esse ritenute ascrivibili agli arrestati.

Secondo l’accusa, Spienlli, insieme ad altri soggetti, tra cui Silvestrini, avrebbe minacciato la famiglia del noleggiatore d’auto. Prima pretendendo 2mila euro dal medesimo noleggiatore, poi andando dal fratello e provando a farseli consegnare da lui nel caso in cui il fratello non avesse obbedito.

Succede che Spinelli, a luglio scorso, non avendo ricevuto il becco di un quattrino, si reca nell’abitazione della vittima, distrugge la telecamera di video-sorveglianza e danneggia il portone con alcuni colpi. Nelle more di questa intimidazione, Spinelli e altri soggetti vanno anche dalla madre della vittima per chiedere dove si trovi il figlio; dopodiché se la prendono con il fratello presente in casa, che, preso per il collo, viene minacciato: “Se tuo fratello non ci dà i 2mila euro, devi darcene te 20mila”, gli dicono.

Il 25 agosto, invece, arriva l’apice. Il ventenne, insieme ad altri due soggetti, tra cui Aurelio Silvestrini, va a casa del padre del noleggiatore, minacciano di morte lui e il figlio (“Mo’ t’ammazzo a te e tuo figlio…ci saranno problemi per tutti”) e lo riempiono di botte con calci, pugni e un tubo di plastica, percuotendolo su tutto il corpo e arrivando a spruzzargli in faccia spray urticante. Lo lasciano a terra con il naso rotto e il torace ammaccato, per poi scappare via.

Prima di questo episodio una serie di atti persecutori tanto che il noleggiatore, che non vuole più affittare le sue auto intuendo che possano servire per gli affari illeciti, smette con il suo lavoro, evitando di uscire da casa. Insomma, come si dice in questi casi, modifica le sue abitudini di vita. In un caso, dopo aver noleggiato un’auto con la prepotenza, Spinelli si rifiuta di dargliela indietro nei tempi dovuti, oltreché a non pagare il canone d’affitto. Non contento, il ventenne gli chiede i famigerati 2mila euro che saranno la causa del pestaggio subito dal padre della vittima e delle minacce recapitate al fratello.

Da luglio in poi sono diversi gli episodi inquietanti capitati alla famiglia del noleggiatore perseguitato. A fine mese, nella finestra della veranda viene individuato un foro di proiettile. Giunti sul luogo il giorno successivo, i poliziotti trovano alcuni frammenti di piombo all’interno del binario di scorrimento del telaio della finestra che affaccia sull’area verde di Viale Nervi, vale a dire proprio il complesso popolare dove è stata esplosa la bomba potente che ha distrutto l’androne del palazzo, mentre bruciavano due auto di proprietari estranei a qualsiasi dinamica criminale.

La furia di Spinelli e il resto dei soggetti nasce nel momento in cui l’intensa attività di noleggio e sub noleggio finisce: auto affittate spesso a terze persone. Da qui si crea la spirale di violenza contro la famiglia del noleggiatore, raggiunta da colpi d’arma da fuoco, minacce di morte e pestaggi brutali. In realtà il ragazzo perseguitato si muove come intermediario delle auto di un’attività di noleggio. Il problema nasce quando il reale gestore dell’attività si accorge che una Smat FourFour e una Golf Volkswagen incorrono in alcune vicende che lo mettono nei guai.

La prima auto viene sequestrata in quanto Spinelli, dopo aver provocato un incidente, tenta di fuggire; la seconda auto finisce al centro di una strana vicenda: la Polizia Locale chiama il gestore per aver informazioni su chi avesse in suo il mezzo. Successivamente, dopo aver rintracciato l’auto tramite Gps, il gestore è costretto ad andare ad Anzio dove un giovane, su richiesta della vittima di Spinelli, gliela riconsegna. Ecco perché il gestore, in questo vorticoso giro di “impicci” con le auto, si rifiuta di dare al giovane le auto. La conseguenza è che quest’ultimo inizia a essere taglieggiato da Spinelli e i suoi sodali.

Tuttavia, nel corso dell’inchiesta della Polizia, è emerso di come Spinelli pagasse in contanti e in anticipo l’intermediario, divenuto vittima. Vittima che diviene tale quando si rifiuta di fornirgli auto in quanto “stavano creando problemi su Latina e mi avevano fatto sequestrate una smart”. Da ciò che emerge dalle indagini Spinelli non è solo: “Sono un gruppo di persone”.

Il rapporto tra noleggiatore e Spinelli si interrompe anche perché il ventenne insieme al fratello sarebbero stati protagonisti di una lite presso la nota discoteca “L’Ombelico”, tanto da essere inseguiti da alcuni soggetti del litorale romano. Gli Spinelli su una Golf noleggiata che scappano a tutta velocità, senza contare che qualcuno riferisce di aver sentito sparare anche dei colpi in aria. Troppo chiasso e troppi problemi all’orizzonte. È quando Spinelli si accorge che il giovane non gli avrebbe dato più nessuna auto che cominciano le occhiatacce in giro per Latina, fino alla pretesa di 2mila euro pretesi a nessun titolo.

Dietro questo fatto di violenza emergono altre circostanze che sono in via di approfondimento investigativo. È uno dei testimoni a riferirlo: “Queste persone spacciano e fanno estorsioni. Come come tanti altri zingari a Latina, Basta seguirle e si capisce cosa fanno”. Dopo tutti gli episodi di violenza, nessuno della famiglia denuncia e addirittura un componente del nucleo famigliare, interrogato dalla Polizia, tenta di minimizzare tutto. Un clima di omertà e paura che non può che far drizzare le antenne agli inquirenti.

D’altra parte, Mattia Spinelli non è nuovo alla violenza: fu tra i giovani processati per il pestaggio dei gestori dello stabilimento balneare Cancun di Latina. Un episodio per cui è stato assolto dal Tribunale di minorenni di Roma lo scorso giugno.

Inoltre è lo stesso giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina a scrivere nell’ordinanza che Mattia Spinelli è inserito “nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti esercitata nella zona delle Palazzine Arlecchino a Latina”.

E anche Silvestrini ha un precedente di peso nel mondo della droga. Fu arrestato nel 2018 poiché nell’appartamento al 17° piano del grattacielo Pennacchi, i cani antidroga fiutarono lo stupefacente occultato all’interno del cassetto di un comodino di una camera da letto. Un chilo di hashish suddiviso in panetti e altri 500 grammi di cocaina, parte della quale già suddiviso in dosi pronte per la vendita al dettaglio. A non mancare anche la mannite, 200 grammi, la sostanza “magica” che serve a far acquistare volume alla coca. Ad ottobre 2018, Silvestrini fu condannato insieme al suo complice Monir Dridi. A marzo 2021, la condanna divenne definitiva.

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