TENTA DUE VOLTE DI VIOLENTARE UNA PAZIENTE: RINVIATO A GIUDIZIO MEDICO E PROFESSORE UNIVERSITARIO PONTINO

Violenza sessuale nei confronti di una paziente, si è conclusa l’udienza preliminare nei confronti di un medico 71enne

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mara Mattioli, ha disposto il rinvio a giudizio per il medico e professore universitario, Erasmo Spaziani, difeso dall’avvocato Fabrizio Cassoni. Spaziani, 71 anni, originario di Roccagorga, professore associato dell’Università “La Sapienza” di Roma, e chirurgo al policlinico Umberto I nella Capitale e successivamente all’ospedale “Fiorini” di Terracina, è stato rinviato a giudizio per violenza sessuale ai danni di una paziente che, difesa dall’avvocato Francesco Pietricola, si è costituita parte civile. Il processo, sollecitato dalla richiesta di rinvio di giudizio da parte del pubblico ministero Giorgia Orlando, prenderà inizio il prossimo 19 febbraio 2026.

A novembre, 2023, la Polizia di Stato di Terracina aveva dato esecuzione all’ordinanza che disponeva l’interdizione temporanea dall’esercizio della professione sanitaria per 1 anno a carico del medico.

Il provvedimento era stato emanato dal Tribunale Ordinario di Roma – Sezione per il riesame dei provvedimenti, su richiesta del sostituto procuratore di Latina, Giorgia Orlando, per i reati di violenza sessuale con l’aggravante di avere agito nell’esercizio delle funzioni di esercente un pubblico servizio, nella fattispecie la professione sanitaria all’interno dell’Ospedale “Fiorini”.

I fatti risalgono al 2022, quando l’imputato esercitava la professione sanitaria nel settore pubblico e nel corso di una visita si sarebbe responsabile dei reati indicati costringendo la vittima, trentenne, peraltro addetta alle pulizie della struttura sanitaria, che si era rivolta a lui per un consulto, a subire atti sessuali.

Nello specifico, dopo averla fatta spogliare per sottoporla a visita, l’uomo avrebbe serrato la porta della stanza e dopo essersi parzialmente denudato anche lui, avrebbe tentato di avere un rapporto sessuale, non riuscendoci solo per la ferma opposizione della vittima che sarebbe stata costretta a subire palpeggiamenti e baci.

Il giorno successivo, il medico avrebbe contattato la vittima chiedendole un breve incontro, sempre negli ambienti ospedalieri, lasciando intendere che si sarebbe scusato per quanto avvenuto il giorno precedente, tuttavia la donna, che aveva acconsentito pur terrorizzata, sarebbe stata nuovamente approcciata sessualmente. La donna, superando le resistenze di chi le consigliava di non denunciare potendo essere accusata del reato di calunnia, si è recata in Commissariato accompagnata da un legale, determinandosi a procedere nei confronti del medico.

La complessa attività d’indagine che ne scaturiva è stata condotta attraverso l’escussione di diversi testi e il riscontro di dati tecnici volti a verificare i fatti denunciati dalla vittima, elementi che consentivano al Pubblico Ministero di avanzare richiesta di misura cautelare custodiale nei confronti dell’indagato che è stata rigettata dal Giudice per le indagini preliminari, Giuseppe Cario, il quale, pur ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, dopo la valutazione della personalità dell’indagato, non ha ritenuto sussistere il pericolo di recidiva anche in quanto lo stesso, avanti negli anni, frattanto si era collocato in ferie prima della già programmata collocazione in pensione.

Avverso detto provvedimento, aveva proposto appello il pubblico ministero Orlando, trovando accoglimento al Tribunale del Riesame che, annullando il Provvedimento del G.I.P., aveva ritenuto sussistere le esigenze cautelari sulla base degli elementi raccolti a carico del medico i cui comportamenti avrebbero trovato la loro causa in istinti e pulsioni sessuali che lo stesso non sarebbe stato in grado di controllare né contenere.

Inoltre, osservava il Tribunale del Riesame, l’indagato sino ad oggi incensurato, ha manifestato la sua indole nell’espletamento dell’attività medica che potrebbe manifestare anche in strutture mediche private e pertanto, ai fini del suo contenimento, ha disposto la misura interdittiva del divieto temporaneo all’esercizio della professione sanitaria per un anno.

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