Tariffe più alte con una produzione di rifiuti più contenuta. Differenze territoriali importanti per una maggiore consapevolezza nelle scelte per la differenziata. Il dossier di Cittadinanzattiva sui rifiuti esprime queste ambivalenze in chiave territoriale.
Nel Lazio in un nucleo di tre persone e una casa da cento metri quadri, siamo arrivati a 376 euro di tari in media dai 360 dello scorso anno, con una crescita del 5,5 per cento per una tariffa pubblica superiore all’inflazione, pagando quasi cinquanta euro in più della media nazionale.
Tra Latina e Frosinone ci sono cento euro di differenza, 432 contro 332 euro, anche se nel capoluogo pontino la tariffa cala a differenza di tutti gli altri capoluoghi del Lazio. La raccolta differenziata sale nel 2022 al 54,5 per cento, dieci punti sotto l’obiettivo nazionale. Le bollette più care sono comunque nel Lazio. Le famiglie di Frosinone pagano infatti, quest’anno, in media 332 euro ma con il rincaro più alto (+10%), a Viterbo la spesa è di 348, a Rieti 373, 394 euro a Roma.
Nel Lazio la differenziata si ferma al 54,5%, con dati molti diversi fra i capoluoghi. La città più virtuosa è Frosinone dove, secondo i dati relativi al 2022, la differenziata è arrivata al 69,6%. La più problematica è invece, ancora una volta, Latina, dove la raccolta differenziata, sempre prendendo come riferimento il 2022, ha raggiunto appena il 44% e la produzione pro capite di rifiuti urbani si attesta sui 520 chili per abitante, la più alta dopo quella di Roma e sicuramente al di sopra della media del Lazio.
Secondo dati e numeri raccolti da Cittadinanzattiva, Latina si colloca dunque fra i 20 capoluogo di provincia che si trovano ancora al di sotto del 50% di differenziata. Fra questi però spiccano i dati di Palermo (15,6%), e quelli di Crotone, Catania e Foggia, che oscillano tra il 21,4% e il 26.