“Alla fine, il Comune ha deciso che darà esecuzione alla sentenza del Tar di Latina con la quale veniva bocciato l’inserimento del debito di circa 245 mila euro nel piano economico finanziario sulla tariffa dei rifiuti 2023 e compenserà, quando e come è ancora da decidere, i maggiori costi sostenuti dagli utenti.
Cospargendosi la testa di cenere, ha dovuto prendere atto non solo della sentenza del Tar ma anche del fatto che le minoranze, sin dall’inizio avevano ragione a contestare la modulazione tariffaria del 2023. Ancora una volta, però, invece di cercare di comprendere il perché dell’errore commesso e fare ammenda si cerca, con una relazione allegata alla delibera, di scaricare le responsabilità sui funzionari e sui precedenti amministratori confondendo il debito fuori bilancio, peraltro riconosciuto dal consiglio comunale il 31 luglio 2023, dalla impostazione della tariffa, pensando che in questo modo si possa giustificare la predisposizione di un piano tariffario adottato contro i principi che regolano il sistema sui rifiuti. Senza dimenticare che già Arera aveva contestato le spese postali messe in conto agli utenti del servizio e che, ad oggi, ancora non vengono restituite. Proprio a fronte dell’inserimento improprio di queste somme nella Tariffa 2023 l’incremento medio era stato dall’11 al 17% a secondo della categoria di utenza.
È evidente che nella predisposizione del piano tariffario 2023, come rilevato dallo stesso Tar, si evidenziano responsabilità amministrative e politiche, soprattutto di coloro che avendo carichie di vertice non hanno tenuto conto delle osservazioni, legittime e corrette come riconosciuto dal giudice amministrativo, rilevate da parte delle minoranze che sono state sbeffeggiate sia in commissione che in consiglio. Ci saremmo aspettati non solo un gesto di autocritica, a volte saper riconoscere i propri errori è segno di umiltà, ma anche un accettare che chi sta dall’altra parte non sempre solleva questioni strumentali ma a volte, spesso come è accaduto sulla gara andata deserta dei bagnini, corrette e coerenti con l’attività della pubblica amministrazione.
Ci aspettiamo adesso che si sia coerenza negli atti che l’amministrazione, dopo la rinuncia al ricorso, è chiamata a seguire. Intanto, invece di cercare la trave nell’occhio del vicino, dia corso a quanto previsto dalla sentenza del Tar. Venga riapprovato un nuovo piano economico finanziario relativo al 2023 e si proceda, come previsto dal regolamento Tari, alla compensazione a partire dal primo ruolo che viene emesso (2025). Si modifichino, in relazione al Pef riadottato, il bilancio di previsione 2023 e il rendiconto della gestione, così da rendere coerenti gli atti e dare corretta esecuzione al dispositivo della sentenza.
Per quanto concerne il cosiddetto debito fuori bilancio gli atti, come prevede la legge, dovrebbero essere stati trasmessi alla Corte dei Conti entro dieci giorni dalla approvazione il 31 luglio del 2023. La Corte, se lo riterrà, individuerà eventuali e precise responsabilità erariali che, nel nostro ordinamento, afferiscono al dolo e alla colpa grave. L’impressione, non è la prima volta che accade, è che invece di pensare ai propri errori si cerca di fare processi fuori dalle sedi deputate allo scopo, cercando di confondere i cittadini sulle scelte operate. Iniziate ad assumervi le vostre responsabilità e fate un gesto coerente: in politica, quella seria, chi sbaglia, come in questo caso, se ne assume le responsabilità ma questa parola non sembra abbia dimora dalle parti di una maggioranza più intenta alle feste che all’amministrare e rispondere ai bisogni di una città sempre più in crisi”.
Così, in una nota, i consiglieri comunali di minoranza Vincenzo Avvisati, Simone Brina, Immacolata Iorio, Enzo Di Capua, Maurizio Lucci, Giancarlo Massimi e Paolo Mellano.