TAGLIA I SIGILLI E RUBA IL GAS AL GESTORE: PASTICCERE DI LATINA ASSOLTO

Pasticciere accusato di aver rubato il gas a Italgas, manomettendo il contatore dell’esercizio commerciale a Latina

Accusato di truffa aggravata ai danni di Italgas e della titolare della pasticceria dove lavorava. È la storia che arriva da Latina dove un dipendente di una pasticceria, secondo la Procura di Latina, aveva pensato bene di impossessarsi di un imprecisato quantitativo di gas così da trarne profitto. L’uomo, 54 anni, residente a Borgo Sabotino, avrebbe manomesso i sigilli del contatore della pasticceria in cui lavorava a Borgo San Michele.

Ad accorgersi della truffa è stata la titolare della pasticceria che, per morosità nei confronti di Italgas, si era vista porre i sigilli al contatore. Sia la donna che il gestore Italgas sono stati considerati parti offese in quanto danneggiati dai comportamenti del 54enne.

I fatti sono accaduti a marzo 2014. È stata la titolare della pasticceria di Borgo San Michele, 33enne di nazionalità rumena, a sporgere denuncia in Questura dove ha raccontato che il 17 marzo di undici anni fa, l’imputato odierno le aveva raccontato che personale Italgas si era presentato presso l’attività per procedere al distacco dell’erogazione del gas applicando i sigilli, in quanto risultante morosa.

Le intenzioni del pasticcere, però, erano del tutto buone, seppur al limite della legge. Infatti, l’uomo aveva tagliato i sigilli e continuato a lavorare, aprendo la valvola per l’erogazione del gas. La titolare, così come denunciato, si era detta preoccupata di passare guai, mentre il pasticcere la rassicurava che non ci fosse alcun problema e, nel caso, di dare la colpa a lui: “Tanto non succede niente”, le aveva detto.

Una previsione totalmente sbagliata tanto che il 54enne, difeso dagli avvocati Italo Montini e Marta Censi, ha dovuto affrontare un processo che si è concluso nella giornata odierna. Al termine della camera di consiglio, dopo la discussione della parti, il giudice monocratico del Tribunale di Latina, Roberto Brenda, ha dato ragione ai motivi della difesa, assolvendo l’uomo perché il fatto non sussiste. Un comportamento azzardato, ma compiuto in buona fede. Tra 90 giorni le motivazioni della sentenza.

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