Manuel Lovecchio, il 30enne accusato di aver stuprato una sedicenne a Ponza lo scorso 7 luglio, è stato arrestato per evasione. L’uomo, che si trovava ai domiciliari, è stato trovato all’esterno della sua abitazione. A quel punto è scattato l’aggravamento della misura cautelare, con Lovecchio che è comparso davanti ai giudici il 21 gennaio scorso per la direttissima e ha patteggiato una pena a otto mesi di reclusione per il reato di evasione.
Il suo caso risale all’arco temporale che è andato tra le 19 e le 19,20 circa del 7 luglio 2024, quando il 30enne avrebbe trascinato dentro la casa che aveva preso in affitto una ragazza di sedici anni rumena, che non parla l’italiano, e l’avrebbe violentata. Autore della violenza sessuale risulterebbe, per l’appunto, il trentenne originario di Roma, già noto alle forze dell’ordine per episodi di violenza, furti e spaccio di droga. Lavoratore stagionale sull’isola, Lo Vecchio stava cercando un impiego come cameriere in un ristorante per l’estate. Dopo qualche giorno di prova in un ristorante dell’isola, il giovane sarebbe stato allontanato perché sorpreso a fare apprezzamenti ad almeno due clienti.
I Carabinieri lo hanno rintracciato in poco tempo, portato in caserma e denunciato a piede libero alla Procura di Cassino. La dinamica dei fatti si è svolta nel momento in cui la sedicenne si trovava nell’appartamento in località “Conti”. Il 30enne aveva preso in affitto una casa che condivideva con altre tre persone, in particolare con una ragazza con cui aveva avuto una relazione. Tutti e tre i coinquilini – due di loro originari di Minturno – hanno confermato agli inquirenti che Lo Vecchio era rimasto da solo nell’appartamento dopo le ore 19.
La famiglia della ragazza era venuta sull’isola per lavorare nel mondo della ristorazione: insieme ai genitori e alla sedicenne anche il fratellino. Lo Vecchio, probabilmente ubriaco, avrebbe colto di sorpresa la ragazza che era da sola, poiché i due genitori stavano facendo il loro turno nel ristorante dove lavorano. È in quel momento che si sarebbe verificata la violenza sessuale. Il 30enne avrebbe incontrato la ragazza di 16 anni mentre andava a buttare la spazzatura, l’avrebbe indotta a entrare dentro casa afferrandola per entrambi i polsi e, sbattuta sul divano, l’avrebbe costretta a un rapporto sessuale, interrotto solo da una telefonata ricevuta da Lo Vecchio. È in quel momento che la 16enne è riuscita liberarsi dell’uomo e scappare.
La ragazza ha successivamente chiamato i Carabinieri che sono intervenuti nell’abitazione e hanno preso atto del racconto dell’adolescente. Prima della chiamata ai militari dell’Arma, l’adolescente ha chiesto aiuto tramite videochiamata ai genitori, raccontando di essere stata stuprata. Dopodiché la 16enne è stata soccorsa dal personale sanitario, che l’ha trasportata con l’eliambulanza all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, dove è stata ricevuta con codice rosso dedicato alle vittime di violenza di genere.
Nel frattempo, su richiesta del membro del Csm, il consigliere Ernesto Carbone, è stato aperto un fascicolo sulla Procura e sul Tribunale di Cassino da parte dell’organo di autogoverno dei giudici. Al centro delle verifiche le motivazioni per le quali non sarebbe scattata immediatamente una misura più restrittiva nei confronti di Lo Vecchio. La pratica è finita davanti alla Corte di Cassazione.
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Nell’ordinanza di arresto, il Gip scriveva che: “è pacificamente tratteggiabile a carico dell’indagato un grave quadro indiziario relativamente al delitto di violenza sessuale”.