STRADA AL BUIO E SENZA SICUREZZA, LO SFOGO DI UNA MAMMA CON LA BAMBINA DISABILE

I vasi danneggiati
I vasi danneggiati

Lo sfogo di una mamma con una bambina disabile: “Siamo stati lasciati soli. Bisogna intervenire subito sulla sicurezza, ho subito anche minacce”

“La strada su cui si trova la mia casa con cui vivo insieme alla mia famiglia, Via del Ginepro a Sabaudia è una zona dimenticata e al buio. Il Comune deve ratificare la convenzione inviata a suo tempo dall’ATER ma per una ragione che non capisco giace nei cassetti nonostante le rassicurazioni che “era stato dato mandato agli uffici”. Così inizia il lungo post della mamma della bambina disabile Chole sul gruppo Facebo “Gli amici del parco di Chloe”.

“Dunque la mia strada è al buio e non essendo considerata ancora una strada pubblica non posso chiedere lo stallo per il parcheggio disabili con tutti i disagi che questo comporta a me e al servizio sanitario h 24 di cui debbo usufruire.

Perché io lotto da sempre perché sia data alla mia bambina Chloe una vita dignitosa. Questa vita dignitosa gliela garantiamo noi della sua famiglia circondandola di affetto e attenzioni ma non basta perchè i disabili come Chloe hanno bisogno che ad occuparsi del loro benessere sia anche la società in cui vivono. E qua inizia la mia fatica e la mia rabbia. Ma la sordità nel garantire dei diritti stabiliti dentro le parole delle leggi a volte mi scoraggiano, mi sento stanca ma mi danno anche la forza per continuare a portare avanti la mia battaglia che non riguarda solo me ma tutti quelli che si trovano nelle mie condizioni. O ci si ritroveranno perché la vecchiaia spesse volte porta con sé una condizione di disabilità.

Nel mio palazzo ATER deve installare l’ascensore per disabili, come prevede la legge, e da qui inizia questo ennesimo capitolo difficile della nostra vita. Nel cortile c’erano baracche abusive (di cui nessuno si era mai occupato) che andavano smantellate per procedere con i lavori di adeguamento. Il terreno andava e va ancora bonificato, insomma vanno fatte tutte quelle cose che sono normalità se qualcuno non fosse convinto, anche con prepotenza, che lo stanno privando di un qualcosa che gli appartiene.

In questi mesi ho subito intimidazioni, minacce. Mi sono rivolta a tutti, esasperata e stanca. Perchè io e la mia famiglia abbiamo diritto di vivere con serenità in un luogo in cui sia garantita la legalità e il rispetto delle regole e invece ora quasi abbiamo paura ad uscire di casa e ci sentiamo isolati perché nessuno fa niente per evitare che la prepotenza altrui leda continuamente un nostro diritto.

Non so cosa farò ora perché se l’ultima soluzione che mi hanno suggerito i Carabinieri a cui mi sono rivolta è di “cambiare casa” penso che per mia figlia e per le persone come lei non ci siano più speranze in questa città.

Sono stanca di sentire parole, di dovermi difendere mentre rivendico un diritto. Sono stanca dell’indifferenza di chi amministrando una città non prende provvedimenti verso chi occupa abusivamente aree comuni fregandosene di lasciare una strada su cui vivono tante famiglie al buio e per pigrizia o chissà cos’ altro non “tirano fuori dal cassetto” la pratica.

Non so cosa farò ora, so solo che non mi fermo. Per Chloe, per me stessa, per i miei bambini e per tutti quelli che come me devono lottare per garantire una vita dignitosa ad un figlio che può parlarmi solo facendomi un sorriso. Il sorriso più bello del mondo che mi basta e mi fa andare avanti”.

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