Sulla vicenda dell’ampliamento dello stabilimento FASSA di Artena, L’Altra Città, gruppo di minoranza nel Consiglio comunale di Cori, chiede le dimissioni dell’assessore all’ambiente, Luca Zampi e della delegata alle attività produttive, Annamaria Tebaldi.
“La questione è molto semplice – spiega Evaristo Silvi -. Se questa maggioranza non era d’accordo con l’ampliamento della Fassa, perché è stata assente durante la conferenza dei servizi? E perché ha fatto pagare ai cittadini di Cori ben 25 mila euro per fare ricorso al TAR e poi al Consiglio di Stato per impugnare il provvedimento definitivo che dava il via all’ampliamento?”,
“Ricordiamo che la società Fassa srl nel maggio del 2018 aveva presentato in Regione l’istanza per il progetto di ampliamento del suo stabilimento di Artena che prevedeva un nuovo forno di calcinazione a ciclo continuo da alimentare mediante combustione con rifiuti di legno, e un nuovo impianto per la produzione di idrato di calcio con forni di 32 metri – l’edificio più alto è di 60 metri – per un totale di 400 tonnellate al giorno, con 23 nuovi camini contro gli attuali 7”.
Si era quindi aperta la conferenza dei servizi, alla quale furono chiamati anche i comuni limitrofi, compreso il comune di Cori, affinché potessero apportare il proprio punto di vista e far sentire le proprie ragioni.
“Dai verbali degli incontri della conferenza e del tavolo tecnico, il Comune di Cori risulta sempre assente – continua Silvi -. Agli atti della Conferenza dei Servizi risulta solo un parere negativo espresso nel 2018 dall’allora Responsabile dell’Urbanistica del comune di Cori, l’architetto Vincenza Ballerini, la quale metteva in evidenza che nel PTPR – Piano Territoriale Paesistico Regionale – l’area dello stabilimento ricade nel vincolo della protezione dei corsi delle acque pubbliche, e che, tra l’altro, si trova a meno di un chilometro dal Monumento Naturale del Lago La Torre-Giulianello. Poi più niente, nonostante le successive convocazioni dei
tavoli di discussione. Fino al 2022, quando l’Assessore all’Ambiente Luca Zampi, invia alla conferenza dei servizi una semplice mail di poche righe con la quale esprime la sua posizione contraria all’ampliamento. Ma sembra più un comizio che una posizione fondata su motivazioni suffragate da riscontri normativi e/o fattuali”.
Così il procedimento va avanti, ma non se ne sa nulla: le amministrazioni locali coinvolte, dal comune di Artena, a quelli di Cori e Roccamassima, non danno nessuna visibilità pubblica al progetto presentato dalla Fassa srl.
Quando a fine maggio del 2023 arriva il provvedimento regionale conclusivo e favorevole all’ampliamento, la notizia appare sui social e si scatena il putiferio. Le comunità locali sono indignate innanzitutto per la mancanza di informazione su un argomento così delicato e nascono comitati a Giulianello, Artena, Roccamassima.
“A quel punto l’amministrazione di De Lillis, si fa “paladina” della salute e dell’ambiente. Ma l’unico mezzo che gli è rimasto è solo il ricorso al TAR per l’annullamento del provvedimento regionale. Così assume una squadra di avvocati super quotati e ottiene la sospensione del provvedimento. Ma la Fassa ricorre in Consiglio di Stato che le dà ragione, dichiarando che il ricorso al TAR promosso dal Comune di Cori per l’annullamento del PAUR era irricevibile, in quanto i provvedimenti della V.I.A. e della A.I.A. dovevano essere impugnati autonomamente entro i termini di legge dopo la loro uscita. Questo significa che, se il Comune di Cori, in questi 6 anni, avesse realmente seguito l’iter della conferenza dei servizi, avrebbe potuto far sentire la sua voce nei tempi previsti per legge”.
“Morale della favola: il Comune di Cori ha buttato 25 mila euro dei contribuenti per le spese legali. Se avesse voluto farsi paladino della salute e dell’ambiente, invece, avrebbe dovuto seguire l’iter amministrativo e dare visibilità del progetto alla cittadinanza.
Il dato politico è che ci sono state negligenze amministrative e disattenzioni politiche che non possono ricadere, senza risultati, sulle tasche dei cittadini. Per questo abbiamo inviato una mozione da discutere nel prossimo consiglio comunale con la richiesta delle dimissioni dell’assessore all’Ambiente Luca Zampi e della delegata alle Attività produttive Annamaria Tebaldi, e con la ulteriore richiesta al Sindaco di individuare le responsabilità amministrative e finanziarie attribuibili agli Uffici competenti, i quali non hanno seguito il procedimento, creando costi ingiustificati per l’Ente”.