Il “Comitato Cittadino Riviera d’Ulisse per la difesa delle spiagge libere”, tramite il Coordinamento Nazionale Mare Libero, ha proceduto negli scorsi mesi ad inviare diffide ai comuni costieri della zona che abbiano effettuato la proroga delle concessioni balneari al 31 dicembre 2024. Proroga illegittima e da disapplicare, come hanno espresso chiaramente tre sentenze gemelle del Consiglio di Stato dello scorso 20 maggio.
Le diffide hanno avuto i loro effetti: l’Autorità Garante della Concorrenza e il Mercato (AGCM), dopo aver informato il Comune di Gaeta che la proroga emessa è stata impugnata al Tar, ha inviato la medesima comunicazione al Comune di Formia, a cui avevamo inviato la nostra diffida nel mese di gennaio. Questo a ulteriore dimostrazione e conferma che la battaglia di legalità che il nostro Comitato e Mare Libero stanno portando avanti – nonostante le resistenze dei comuni costieri, nei cui consigli comunali siedono molti balneari – abbondantemente affonda saldamente le sue radici nella legge e nel diritto costituzionale degli italiani alla libera fruizione delle spiagge.
Ciò è anche quanto sta accadendo a livello nazionale. Infatti, dando riscontro alle diffide di Mare Libero rivolte ai comuni costieri che hanno prorogato le concessioni balneari, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deliberato i primi ricorsi ai TAR, Tribunali Amministrativi Regionali, contro i 21 comuni di Chioggia in provincia di Venezia, di Carrara, di Cervia e del suo capoluogo Ravenna, di Misano Adriatico in provincia di Rimini, di Camaiore, Forte dei Marmi, Pietrasanta e Viareggio in Versilia (provincia di Lucca), di Pescara, di Fossacesia e Vasto in provincia di Chieti, di Grosseto, di Fiumicino in provincia di Roma, di Formia e Gaeta in provincia di Latina, di Camerota, Minori, Sapri e Pontecagnano Faiano in provincia di Salerno, e di Ginosa in provincia di Taranto.
Pur ricordando che le concessioni sono comunque scadute e che vanno considerate tali, l’Autorità ha deciso di non presentare ricorso ma di tenere sotto osservazione quei comuni che, pur prorogando, abbiano già indetto le gare.
Mare Libero non si stancherà mai di dirlo: le concessioni balneari sono scadute, i giudici hanno stabilito che le proroghe vanno ignorate perché sono contrarie al diritto dell’Unione Europea. Quindi, quest’estate, a nessuno potrà essere impedito di piantare il proprio ombrellone o stendere il proprio asciugamano nelle spiagge che sono illegittimamente ancora occupate senza titolo dalle strutture di lidi e stabilimenti.
Anzi, ricordiamo che, come ha chiarito più il Consiglio di Stato, l’obbligo e quindi anche la responsabilità di disapplicare, cioè di ignorare, qualsiasi proroga, spetta a tutti gli organi e funzionari di Stato ed enti locali, che ne dovranno quindi rispondere personalmente in eventuali procedimenti giudiziari.
Il governo emetta subito il decreto per il riordino del demanio marittimo, prevedendo il 50% di spiagge libere in ogni comune e bandi che non riconoscano indennizzi né altri vantaggi ai concessionari uscenti, perché in questo modo si eluderebbe il principio di reale imparzialità delle gare, come già più volte sottolineato dalle autorità competenti.