SPIAGGE A TERRACINA, EUROPA VERDE: “IL NUOVO PUA TUTELA SOLO L’INTERESSE PRIVATO”

Nella seduta di Consiglio Comunale del 30 settembre è stato revocato il PUA pre-adottato nel 2022 dal Commissario prefettizio e pre-adottato un nuovo PUA sulla base degli indirizzi espressi dall’Amministrazione che si è insediata nel 2023, con il voto favorevole di PD, FdI, Lega, FI, Progetto Terracina e Gruppo Misto. Contrari Europa Verde e La Città del Possibile.

Si sono astenuti due consiglieri di FDI. Nel corso del suo intervento il Consigliere Subiaco di Europa Verde, ha ripercorso l’iter del nuovo PUA ed ha motivato le ragioni del suo voto negativo su un Piano importante che va ad intervenire in un ambito che in questi anni  ha riguardato anche il fronte della legalità con l’indagine giudiziaria “FREE BEACH“ incentrata proprio sugli appalti per l’affidamento in gestione di spiagge e servizi connessi con la balneazione, con diversi indagati, ed una pluralità di condotte penalmente rilevanti connesse con la gestione dei servizi relativi alla balneazione ed illegittime sanatorie riguardanti opere e manufatti insistenti sul pubblico demanio marittimo; e con l’intensa attività di vigilanza sul nostro litorale, condotta in questi anni dalla Guardia Costiera e dalla Guardia di Finanza, con numerosi sequestri e processi in corso per interventi eseguiti in violazione proprio del PUA, delle norme poste a tutela del paesaggio e dell’ambiente marino e costiero e in violazione degli strumenti urbanistici ed edilizi generali e dei vincoli per la destagionalizzazione. Attività che ha condotto anche alla decadenza delle quattro concessioni demaniali in capo direttamente al Comune di Terracina, che in questi anni sono state affidate alla gestione privata e finite nell’occhio del ciclone per presunte irregolarità nell’affidamento della gestione, per violazioni e mancate autorizzazioni e oggetto di controversie legali tuttora in corso e alla revoca di altre concessioni private. 

Il Piano di utilizzazione degli arenili comunali è stato adottato in via preliminare con deliberazione commissariale a dicembre del 2022. Nel Consiglio comunale del 27 ottobre 2023, veniva presentata da FdI, Lega, PD , Lista Di Tommaso, Forza Italia, Lista Giannetti, una mozione, approvata dalla maggioranza  e da gran parte della minoranza con il solo voto contrario di Europa Verde, che impegnava Sindaco e Giunta a procedere all’annullamento o alla revoca del PUA adottato in via preliminare dal Commissario. A seguito della quale venivano prodotte una serie di Delibere di Giunta nelle quali si esplicitavano in modo del tutto approssimativo, confuso e caotico, i nuovi indirizzi da dare al tecnico che aveva redatto il PUA per procedere alla sua revisione. Revisione completata lo scorso luglio, ma portata in discussione nella competente commissione consiliare solo il 17 settembre, a ridosso della ultima scadenza prevista per l’approvazione (30 settembre 2024) e votata nel Consiglio di oggi 30 settembre.

Tanti i dubbi e le perplessità sollevate dal Consigliere Subiaco sul PUA portato in aula consiliare e che riguardano in particolare: – le spiagge libere che oltre ad essere sporche e pericolose, continuano ad essere sacrificate, collocate nei punti più impervi, dove oggi ci sono solo pericolosi scogli e sassi, come il tratto a sinistra della foce di Badino fortemente eroso o in gran quantità  a sinistra  e destra della foce del Sisto dove è difficile raggiungerle visti gli accessi, spesso negati, dei residence, o collocate nei tratti maggiormente erosi (come quello davanti al lido di Enea) e il tratto quasi inesistente se non sulla carta, a levante, prima del Camping Costazzurra, o tra la Capannina e l’Ostricaro con una profondità ridicola e dove la spiaggia c’è o non c’è a seconda delle giornate, o ridotte a qualche metro di fronte mare con dimensioni microscopiche  e usate come cuscinetto  solo per separare stabilimenti balneari. Questo penalizza le spiagge libere, non solo per la fruizione libera e sicura ma anche dal punto di vista della loro attrattività ai fini delle convenzioni per la loro gestione e su questo aspetto rilevante intendiamo operare in tutte le sedi competenti per poter far valere gli interessi dei cittadini di Terracina che vogliono fruire delle spiagge libere e che risultano fortemente discriminati nei fatti da questa pianificazione;

– l’aumento delle spiagge libere attrezzate (le cosiddette spiagge libere con servizi) che nel piano del Commissario erano quattro con un fronte mare di 354 metri, posizionate laddove erano in precedenza le quattro  concessioni in uso al Comune di Terracina successivamente decadute, e che nel nuovo piano sono diventate sette (o addirittura nove se consideriamo le due spiagge per i cani anche esse spiagge libere attrezzate) per un fronte mare di 594 m che diventano 709 m (con le due spiagge per i cani). E’ evidente inoltre che le spiagge libere con servizi sono un modo del tutto surrettizio  per creare degli ulteriori stabilimenti balneari visto che la struttura (anche se ridotta)  è esattamente identica a quella dello stabilimento balneare come anche i servizi erogati, erodendo di fatto la quota del 50% di spiagge libere effettive, ovvero completamente libere, previste dal Regolamento Regionale;

– l’enorme problema dei varchi previsti ogni 300 mt, visto che i numerosi varchi di accesso alle spiagge libere attraverso strade private, se ne contano quattro nella zona dei campeggi di levante ed oltre trenta nella zona da Badino al confine con S.F. Circeo, di fatto non esistono perché inaccessibili a causa delle lottizzazioni private, anche se il  PUA prevede obblighi precisi per i concessionari,  i consorzi, i residence, i camping adiacenti il demanio marittimo al fine di garantire il libero e gratuito accesso all’arenile pubblico spesso sbarrato da cancelli, recinzioni, con citofoni e campanelli, e addirittura sorvegliate da cani o da individui che tendono a dissuadere il povero malcapitato che volesse accedere, come è stato poi anche ben rappresentato in un servizio di Mi manda rai3 proprio su questo specifico punto,  l’Amministrazione comunale deve porre in essere tutti gli adempimenti necessari affinché tale obblighi siano rispettati. Ma poco si fa e poco si è fatto in questi anni per farli rispettare e nulla fa presagire che il Comune oggi cambi idea, viste le risorse destinate alla Polizia locale;

– la eliminazione dell’area pubblica dedicata agli eventi sulla spiaggia cittadina di Levante, sacrificata assieme ad un pezzo di spiaggia libera per ampliare la concessione dello stabilimento balneare adiacente, senza trovare per essa una collocazione alternativa altrettanto valida. Eliminando questa area pubblica, ad oggi questa città manca di un’area per eventi attrezzata non solo in città ma anche sull’arenile, spazi vitali la cui carenza sembra però non interessare a nessuno, pur continuando a parlare, a vanvera, di destagionalizzazione.

– le indicazioni e le prescrizioni carenti in merito al tema delle barriere architettoniche, nonostante il PUA preveda uno stabilimento balneare dedicato alle persone disabili, ignorando completamente la necessità di integrare PUA e PEBA e quanto previsto dalla recente condanna subita dal nostro Comune sul tema delle barriere architettoniche in particolare per la fruizione delle spiagge, nella quale il Tribunale civile di Latina ha accertato e dichiarato la natura indirettamente discriminatoria della condotta tenuta dal Comune di Terracina consistente nel mancato abbattimento delle barriere architettoniche di ostacolo alla libera accessibilità e fruibilità delle spiagge da parte dei soggetti disabili, ordinando  al Comune la cessazione della condotta discriminatoria attraverso la realizzazione, entro il 31 maggio 2025 delle opere indicate nella consulenza tecnica d’ufficio disposta nel procedimento. La creazione di uno SB dedicato ai disabili (e inizialmente, prima dei nostri emendamenti in Commissione Demanio) addirittura senza prevedere l’accesso anche ai normodotati, come per creare un ghetto o una riserva indiana!!!

Inoltre sono assenti nel Piano le considerazioni e le integrazioni tra PUA e PUMS ed il Piano  sfugge in merito al tema importante dell’erosione costiera, del ripristino del sedimento sabbioso compromesso da sassi e ghiaia che devastano lunghi tratti dell’arenile di ponente e della  necessità che le spiagge siano tutelate come sistema naturale ed elemento unico e fondamentale di protezione della costa, visto che il fenomeno dell’erosione è di origine prettamente antropica e per questa ragione vanno evitate nuove strutture rigide e vanno alleggerite e demolite le strutture rigide esistenti, come affermano studi scientifici accreditati e le linee guida Ispra. Come anche del tutto assenti sono, nel Piano, le considerazioni e le valutazioni sul cambiamenti climatici che, già oggi, ma ancor di più nei prossimi anni, avranno un effetto rilevantissimo sulla struttura della costa e sulla dinamica delle spiagge, o i progetti di rinaturalizzazione delle dune costiere, che molti comuni costieri invece stanno portando avanti. 

“La nostra impressione è che questo Piano sia ritornato ad essere ispirato prevalentemente ad una visione di sfruttamento commerciale del bene demaniale e quindi pubblico, senza alcuna o scarsissima attenzione agli aspetti di tutela ambientale e di miglioramento dell’offerta turistica attraverso i servizi, perlopiù carenti o assenti. Riteniamo che non si possa sacrificare agli interessi economici di qualche categoria, di qualche privato e a quelli elettorali di alcune forze politiche, interessi che, seppur legittimi, non possono certo avere la pretesa di rappresentare l’interesse pubblico, un Piano di tale rilevanza per la vita di questa Città, e la logica con cui si fa un Piano del genere non può essere certo quella che ognuno porta a casa il suo bottino, il suo scalpo da poter mostrare, e lo sia approva tutti felici e contenti, perché, in questo modo si sta miseramente fallendo la possibilità di una vera pianificazione del territorio, partecipata, condivisa e rispettosa dell’interesse di una intera comunità che è l’unico, reale ed oggettivo interesse pubblico da tutelare. Quindi pur continuando ad apprezzare l’impianto generale del Piano impostato a suo tempo dal Commissario ed in particolare: 1) il tentativo di sistematizzare tutta la materia recependo pienamente gli indirizzi della legge regionale del 2015 e del Regolamento del 2016 pienamente riflessi nel PUA regionale; 2) il contenimento dimensionale e la sostenibilità delle strutture balneari; 3) l’attenzione maggiore alla disabilità, al benessere animale ed all’utilizzo del demanio anche per attività di carattere sportivo e sociale; riteniamo tuttavia che le modifiche che sono state introdotte con questa ultima revisione, che a mio giudizio, non ha fatto altro che ritardare inutilmente di un anno l’iter di approvazione del Piano, fondamentale per poter avviare le gare, e con il rischio, rispetto al precedente, di non superare la VAS (Valutazione Ambientale Strategica), ed in particolare: la dislocazione ancor più penalizzante delle spiagge libere (per lo più lontane dal centro abitato, collocate nelle zone più inaccessibili, impervie ed erose, sacrificate a fare da cuscinetto tra stabilimenti balneari e attività ricreative sportive); la carente accessibilità alle stesse (varchi per lo più inesistenti o inaccessibili); l’ambiguità e la confusione che si introduce sulla tipologia e sul dimensionamento delle strutture per gli stabilimenti balneari, mancando di progetti specifici e di un disciplinare tecnico; la grave mancanza di parcheggi e di servizi legati alla mobilità su gran parte del litorale; il sostanziale incremento delle spiagge libere attrezzate con servizi rispetto al Piano iniziale che supera il 10% massimo consentito, a fronte di nessun indirizzo formalizzato a riguardo, ed il prevedibile uso clientelare che si possa fare delle stesse, come successo già, negli anni passati; la non esistenza di un piano specifico di interventi per l’abbattimento delle barriere architettoniche su tutto il litorale; il problema della integrazione tra PUA e una pianificazione urbanistica esistente vetusta ed il nuovo PTPR che genera ambiguità e problemi nel rilascio dei titoli paesaggistici ed edilizi; la mancanza di determinazioni precise in merito alla permanenza delle strutture in muratura legittimate con incameramento tra le pertinenze dello Stato; la necessità di aggiornare la linea della dividente demaniale oramai non più aderente alla realtà con il rischio di fare previsioni incoerenti o sbagliate; la scarsa rilevanza che si da all’impatto sulla costa del fenomeno dell’erosione costiera, del ripristino del sedimento sabbioso compromesso da sassi e ghiaia e dei cambiamenti climatici e della necessità di procedere a progetti di rinaturalizzazione della costa; sono per noi aspetti molto rilevanti, e non adeguatamente affrontati, che non ci hanno consentito di approvare questo Piano, ritenendolo sostanzialmente peggiorativo rispetto al PUA adottato dal Commissario nel 2022”.

Così, in una nota, Gabriele Subiaco, Consigliere al Comune di Terracina per Europa Verde Terracina, co-portavoce di Europa Verde Terracina, Consigliere Nazionale di Europa Verde.

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