Oggi, i Carabinieri del Reparto Operativo-Nucleo Investigativo di Latina, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise, hanno notificato un decreto di applicazione della misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, emesso dalla Sezione III Penale, Sezione specializzata – misure di prevenzione del Tribunale Civile e Penale di Roma, su richiesta della Procura della Repubblica di Latina, al 75 enne di Aprilia, Antonio Arena.
L’uomo è ritenuto pericoloso in quanto persona che vive abitualmente con i proventi di attività delittuosa e dedito alla commissione di reati che pongono in pericolo la sicurezza e la tranquillità pubblica.
L’attività di indagine, eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo sotto la direzione della Procura pontina, ha consentito di dimostrare come l’uomo, sin da quando era poco più che maggiorenne, quasi senza soluzione di continuità, sia stata una persona dedita ad attività delittuosa quali reati di contro il patrimonio, la persona ed in materia di stupefacenti.
Il provvedimento obbligherà l’uomo, per i prossimi 2 anni, a non allontanarsi dal comune di residenza o abituale dimora, a non uscire dalla propria abitazione nell’arco orario compreso dalle 22.00 alle 06.30, a darsi immediatamente alla ricerca di un lavoro ed a non associarsi a persone che hanno subìto condanne e sono sottoposte a misure di prevenzione. Il procedimento versa in fase cautelare, con la conseguenza che per il sottoposto alla misura vige il principio di presunzione di innocenza.
Poco più di una settimana fa, era stato attinto da analoga misura di sorveglianza speciale anche il 74enne Giuseppe Corvino che, con Arena, è stato raggiunto, a novembre 2023, da misura cautelare in merito a un’indagine dei Carabinieri del Nucleo Investigativo che contesta ai due uomini spaccio di sostanze stupefacenti e, solo uno dei due (Arena), di detenzione e spendita di valori bollati contraffatti (marche da bollo).
Arena, infatti, fu coinvolto con il 74enne Corvino in una operazione anti-droga. Una indagine nata dal doppio omicidio di Erik D’Arienzo, figlio del noto Ermanno D’Arienzo detto “Topolino”, e di Fabrizio Moretto, per la cui uccisione, come noto, è stato arrestato il medesimo “Topolino”.
I Carabinieri, a novembre 2023, diedero esecuzione all’ordinanza dispositiva di misura cautelare personale emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, su richiesta dei sostituti procuratori di Latina, Andrea D’Angeli e Martina Taglione, nei confronti di 2 personaggi ritenuti responsabili del reato di spaccio di sostanze stupefacenti. Si trattava, per l’appunto, di Antonio Arena (75 anni), originario di Palermo e cugino della moglie di D’Arienzo, e, per l’appunto, di Giuseppe Corvino (73 anni), originario di Casal Di Principe, destinatari della misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (obblighi di firma).
Arena, finito coinvolto in passato anche in un’altra imponente operazione anti-droga, per cui è stato assolto, è anche padre di Giuseppe Arena, l’uomo che insieme a un altro complice uccise Massimo Pisnoli nel 2008, ossia l’allora suocero dell’attuale allenatore dell’As Roma, Daniele De Rossi.
L’attività di indagine, risalente allo scorso novembre, aveva consentito di disvelare che, nel corso del 2021, in più occasioni, Arena, Corvino e altri indagati illecitamente avrebbero detenuto e ceduto al dettaglio sostanza stupefacente come cocaina e hashish ad una pluralità di acquirenti ed assuntori.
In seguito all’omicidio Moretto, ad essere intercettato fu anche Alessandro Arena, proprio perché imparentato con i D’Arienzo. Seguendo Arena, i Carabinieri sono arrivati a far emergere un giro di spaccio che coinvolgeva anche il figlio di Alessandro Arena e altri personaggi.
In una delle intercettazioni captate dai Carabinieri, Arena dice al suo autista di aver “fatto una sola” agli zingari: “Gli ho fatto una sola, 50 grammi di cocaina”. E quando una donna gli dice di interrompere l’attività, l’uomo risponde: “Questa è la mia vita non c’è niente da fare”.
Per quanto riguarda le marche da bollo, è proprio Alessandro Arena a spiegare, in un intercettazione, che se sono fatte bene “le danno ai Tribunali, alla Prefettura, il Comune l’hanno riempito qua a Roma”.
La figura di Giuseppe Corvino, invece, è ritenuta dai Carabinieri essere quella del fornitore della droga di Arena. Ci sarebbe perfino un libro “di Peppino” dove veniva riportata la contabilità della droga fornita da Corvino stesso ad Arena. E Corvino, secondo i Carabinieri, si prodigherebbe anche in attività di spaccio. I passaggi di droga tra Corvino e Arena sarebbero avvenuti anche presso il parcheggio della concessionaria gestita dal primo.