Spaccio di droga: fu arrestato nel 2020 perché accusato di gestire una piazza di spaccio in Campania che riforniva anche Fondi, ora la Cassazione ordina un nuovo processo
Con sentenza del 10 novembre 2021, la Corte di appello di Napoli, in parziale riforma della pronuncia del Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Napoli-Nord, ha ridotto la pena inflitta ad al 32enne Vincenzo Imparato, previa concessione delle circostanze attenuanti generiche, nella misura di 4 anni di reclusione ed 16mila euro di multa.
Imparato era stato arrestato nel 2020 insieme ad altri quattro giovani dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Casoria. I militari dell’Arma si erano recati a Caivano in via Casarcelle, in località Pascarola, dove era stata segnalata la presenza di una fiorente attività di spaccio. Talché i militari, sin da subito, avevano appurato che il conducente di un’autovettura, dopo essersi fermato davanti a un villa, era entrato all’interno di un doppio cancello per poi uscire e allontanarsi per le vie limitrofe.
Per questo comportamento giudicato sin da subito anomalo, i militari decisero di seguire l’auto e dopo alcuni chilometri fermarono il conducente, trovandolo in possesso di una piccola dose di cocaina da 1.41 grammi.
Dopo quel ritrovamento, la Procura fece partire le indagini facendo installare una telecamera per verificare le dimensioni e le dinamiche della piazza di spaccio. Una mossa che permise di registrare il passaggio e la sosta di oltre 730 autovetture, quasi 80 auto al giorno e una frequenza costante che partiva alle 11.30 della mattina fino alla notte.
In ordine ai quei fatti, secondo le sentenze di merito, Imparato avrebbe provveduto a rifornirsi della sostanza stupefacente a Caivano, per poi distribuirla ad una quantità indistinta di assuntori nei territori di Fondi e Latina. Tanto è che due dei cinque giovani arrestati nel 2020 furono fermati a Fondi mentre si trovavano a casa di parenti.
Ora, su ricorso di Imparato contro la sentenza di Corte d’Appello che confermava la sua pena a 4 anni, la Corte di Cassazione ha deciso la sua parziale fondatezza, rinviando a un nuovo giudizio ad altra Sezione della Corte di Appello di Napoli.