SOSPESA PER UN ANNO LA DOTTORESSA ASSENTEISTA: IL CASO SCOPERTO DAI NAS A PRIVERNO

Medico del servizio vaccinale sospeso per 12 mesi: indagine del NAS scopre grave caso di assenteismo a Priverno

Una dottressa in servizio presso l’ambulatorio vaccinale del Distretto Sanitario ASL di Priverno è stata colpita da misura cautelare interdittiva della durata di 12 mesi, con la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio. Il provvedimento, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, è stato eseguito questa mattina dai Carabinieri del NAS, guidati dal maggiore Felice Egidio, al termine di un’articolata attività d’indagine.

L’inchiesta condotta sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Latina, rientra in un più ampio piano nazionale di contrasto al fenomeno dell’assenteismo nelle strutture sanitarie pubbliche, disposto dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute.

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Le investigazioni dei militari del Nucleo Antisofisticazioni e Sanità si sono basate su attività di osservazione, controllo e pedinamento (O.C.P.), integrate dall’analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza. Tali strumenti hanno permesso di accertare condotte gravemente irregolari da parte del medico in questione, la quale, pur risultando formalmente in servizio grazie alla timbratura del badge, si allontanava abitualmente dalla sede lavorativa senza alcuna giustificazione.

Il modus operandi, secondo quanto emerso, era sistematico: la donna, classe 1966, faceva registrare la propria presenza in servizio tramite badge elettronico, salvo poi lasciare l’ambulatorio per diverse ore, facendo ritorno soltanto al momento della timbratura in uscita. Un comportamento che ha determinato, di fatto, l’interruzione del servizio pubblico vaccinale, arrecando disservizi all’utenza e lesione dell’interesse collettivo.

Gli accertamenti amministrativi successivi hanno confermato la discrepanza tra le presenze dichiarate e quelle effettive, rendendo evidente il tentativo di mascherare l’assenza attraverso false attestazioni.

La misura interdittiva – disposta per un anno – ha lo scopo di impedire la reiterazione del reato e di tutelare il corretto funzionamento della pubblica amministrazione, in particolare in un settore strategico e delicato come quello della sanità pubblica.

La donna, difesa dall’avvocato Pietro Libertini, era stata interrogata lo scorso 11 aprile Gip Cario, così come prevede l’interrogatorio preventivo introdotto dalla legge Nordio. I fatti si sarebbero svolti nel 2023, tra Sezze e Priverno, così come fatto emergere dall’inchiesta coordinata dal pubblico ministero di Latina, Valentina Giammaria. La dottoressa, che non si è avvalsa della facoltà di non rispondere, aveva spiegato di essersi trovata nel periodo dell’indagine in una condizione di stress, peraltro gravata da problemi di natura privata. Al momento, la donna deve rispondere di truffa aggravata al sistema sanitario.

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