SORELLA ACQUA, IL CONVEGNO APERTO DAL SINDACO. DI COCCO: “PER RIO MARTINO PENSIAMO AI COLLEGAMENTI CON PONZA”

L'intervento di Matilde Celentano durante la giornata "Sorella Acqua", svoltasi al Teatro comunale di Latina
L'intervento di Matilde Celentano durante la giornata "Sorella Acqua", svoltasi al Teatro comunale di Latina

Convegno Sorella Acqua, al via gli stati generali del turismo e dell’acqua presso il teatro “Gabriele D’Annunzio” di Latina

È iniziato stamani l’appuntamento degli Stati generali del Turismo e del Mare, con la partecipazione del Ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci. Presenti anche la Regione Lazio, con il presidente Francesco Rocca, il vice presidente Roberta Angelilli, con delega allo Sviluppo economico, gli assessori Elena Palazzo, Fabrizio Ghera, Giuseppe Schiboni e Pasquale Ciacciarelli.

Nel corso della giornata, con inizio dei lavori alle 10.30 e le conclusioni previste intorno alle 17, è stata fornita una visione sull’inquadramento storico, ambientale e sociale circa le risorse acqua e mare, per poi affrontare le prospettive in termini di blue economy, sostenibilità e difesa della costa che hanno aperto il dibattito con i sindaci di Aprilia, Terracina e Gaeta e le associazioni d’impresa.

Leggi anche:
20MILA EURO PER UN EVENTO IN TEATRO CON ROCCA E MUSUMECI: LA GIUNTA ATTINGE DAL FONDO DI RISERVA

A intervenire e a fare gli onori di casa il sindaco di Latina, Matilde Celentano. “Tra le diverse ipotesi di titolo che mi sono state presentate per questo convegno, ho immediatamente scelto questo, “Sorella acqua”, e non soltanto perché lo ritenevo aderente al mio modo di sentire, ma soprattutto perché in quel richiamo familiare ho avvertito in maniera prepotente il senso autentico della relazione che deve esserci tra l’essere umano e l’acqua, un bene che la natura ci ha consegnato, forse il più prezioso, certamente necessario per il nostro esistere.

Il richiamo al Cantico delle creature di Francesco d’Assisi è evidente e immediato, e benché scritto circa 800 anni fa, nel 1226, quel testo è oggi probabilmente più attuale di quando fu scritto. Un’attualità che gli deriva dalla capacità di riassumere in un testo di poche righe l’essenza di una relazione, quella tra uomo e natura, che nel tempo è andata purtroppo assumendo una connotazione distorta, di strumentale dipendenza e a tratti di cieco sfruttamento, anziché mantenersi sulla linea del naturale rispetto e della mutua considerazione.

Oggi ci stiamo riscuotendo dalla miopia che in pochi decenni, in nome di una distorta visione del progresso, ha messo in serio pericolo il futuro del pianeta che ci ospita, ma non basta la consapevolezza, è necessario agire. Agire bene.

Noi siamo qui, adesso, in questo teatro, per parlare di acqua, del nostro mare, e confrontarci per tentare di indovinare quale debba essere la strada giusta per coniugare il nostro interesse per il futuro del nostro territorio con la risorsa che il mare rappresenta. Siamo qui a parlare di sviluppo, di prospettive di crescita, di piani e idee capaci di mettere in rete le risorse di cui disponiamo da un angolo all’altro di questa provincia per trarne benefici comuni e vantaggi per l’intera comunità pontina.

È un disegno ambizioso, nel quale personalmente credo e per il quale, nella mia veste di sindaco della città capoluogo di provincia, intendo spendermi senza risparmio di energie, con la convinzione che tutti i miei colleghi degli altri 32 comuni pontini siano dello stesso avviso, anche loro convinti della necessità di dover intraprendere un nuovo percorso fatto di reciproca attenzione e reciproco rispetto, di sana collaborazione e di mutua assistenza, con l’obiettivo comune e condiviso di costruire un domani migliore per le generazioni che ci sostituiranno.

Non so cosa potremo fare né cosa riusciremo a fare per trarre dal nostro rapporto con il mare nuovi benefici e nuove prospettive di sviluppo, ma so di certo che questa nuova sfida che vogliamo e dobbiamo intraprendere, dovrà essere giocata sul registro del rispetto dell’ambiente, della tutela della natura e dei suoi elementi, della valorizzazione di ciò che abbiamo.

E per questo sento di poter dire che stavolta, prima ancora del risultato che riusciremo a portare a casa, sarà importante il modo in cui sapremo giocare questa partita.

E in questa direzione, il fischio d’inizio abbiamo voluto darlo coinvolgendo tecnici, esperti, istituzioni, imprenditori, sindaci, la Regione Lazio in tutte le sue espressioni, dai consiglieri agli assessori, fino al Presidente Francesco Rocca, i parlamentari pontini ed anche il Governo nella persona del Ministro delle Politiche del Mare, Nello Musumeci.
Il nostro impegno di amministratori è fare, e lo stiamo dimostrando, ma siamo consapevoli che per costruire e per offrire alla città una nuova prospettiva di sviluppo, c’è bisogno del concorso corale di tutti, di tutte le forze in campo. Se siamo qui, oggi, è perché noi ci crediamo.

Latina vuole entrare nel ruolo che le spetta di diritto, quello di città capoluogo della provincia di Latina, per promuovere un nuovo corso di sviluppo dell’intero territorio pontino.

Vogliamo farlo partendo dall’acqua, perché è quello l’elemento che più di ogni altro e meglio di ogni altro ci rappresenta: questa terra è stata sottratta alla palude e oggi può vivere grazie ad un complesso sistema idraulico che ci protegge; Latina ha il mare, ed è da qui che dobbiamo partire per reinventare una prospettiva di sviluppo turistico, ambientale e culturale.

Uno sviluppo che sia circolare per l’intera provincia e che veda coinvolti tutti gli attori del territorio, istituzionali e non.
Un nuovo corso da affiancare alla blue economy che da qualche anno la Camera di Commercio di Frosinone e Latina va opportunamente proponendo per restituire a questa nostra provincia la posizione che merita in ambito turistico e dunque sul fronte dell’imprenditoria che cresce e si sviluppa lungo le direttrici dell’uso sostenibile del mare, nel segno del rispetto e della tutela di uno dei beni più importanti che abbiamo a disposizione, la risorsa acqua.

E’ dal mare che Latina e la sua provincia debbono
prendere il largo per raggiungere in maniera definitiva e compiuta l’Europa. Proprio quell’Europa che nel mare delle isole pontine, a Ventotene, ha trovato la propria origine.
Dunque, si tratta semplicemente di tornare a casa dopo tanto peregrinare, come ha fatto Ulisse, che in queste nostre acque e in queste nostre terre si era a lungo perso rincorrendo sogni e sete di conoscenza.

Prima di concludere voglio dirvi che questa giornata dovrà avere un seguito, e lo avrà con la predisposizione di un documento, un manifesto che diventerà lo strumento di bordo della condivisione di intenti tra tutte le realtà istituzionali del territorio pontino.
Sarà il manifesto del blue deal pontino, che a partire dalla città del capoluogo dovrà coinvolgere l’intera provincia di Latina intorno all’idea di fare della governance, della sostenibilità, della tutela e della valorizzazione di tutti i beni di cui questa provincia dispone, e sono tantissimi, i pilastri del nostro agire per lo sviluppo e la crescita di tutte le nostre comunità. Sottoporremo e condivideremo questo documento con tutti, nessuno escluso, per diventare più coesi, più forti e più concreti nella nostra azione di governo del territorio”.

Dopo l’intervento del Sindaco, è stato il turno dell’assessore alla Marina del Comune di Latina, Gianluca Di Cocco

“Urge un riassetto urbanistico del waterfront, insieme al recupero ambientale della fascia dunale e alla valorizzazione delle aree di maggiore interesse paesaggistico attraverso la cura delle relazioni, la definizione dei collegamenti con il mare, l’entroterra, il sistema urbano policentrico e le relative previsioni di trasformazione dello spazio pubblico e della mobilità.

Dobbiamo partire dai due canali paralleli alla linea di costa, il canale Colmata e il canale Mastropietro, e dalla rete dei canali e dei fossi già esistenti, per arrivare alla definizione di una serie di “isole” separate da specchi d’acqua e canali interconnessi, collegate alla viabilità principale tramite ponti, piste ciclabili e pedonali, strutture stabili per chi voglia spostarsi dal centro della città.

Una scelta questa che dovrà servire a finalizzare e risolvere il problema dello sviluppo urbanistico spontaneo, in gran parte abusivo, nella zona a nord – elemento di maggiore criticità della nostra Marina.

Il tema della portualità deve essere assolutamente affrontato senza timori. Un capoluogo di provincia non può e non deve esimersi nel puntare ad avere una propria area portuale, in posizione autonoma e decentrata a quelle già presenti in provincia. La darsena di Rio Martino, per la nautica minore da diporto in diretto collegamento con l’espansione di Borgo Grappa, è oggi in sofferenza più totale. Ma sarebbe da miopi volersi limitare solo a “ristrutturare” una darsena.

L’attuale situazione di Rio Martino non permette sicuramente uno sviluppo importante. Per questo urge un impegno per fare sì che tale infrastruttura possa trasformarsi in qualcosa di più imponente e in totale sicurezza e fruibilità, dove si pensi in maniera imprescindibile ad ormeggi che possono creare anche collegamenti veloci con le Isole Ponziane.

È un investimento importante, questo è certo, ma il nostro capoluogo deve assolutamente avere questa grande opportunità. Per troppo tempo abbiamo lasciato che Latina stesse a guardare mentre le altre città della provincia, evidentemente più brave di noi, hanno saputo giocare meglio la loro partita e oggi sono punto di riferimento per i collegamenti da e per le isole ponzane, altra risorsa inestimabile di questo territorio. Ebbene, Latina da oggi non starà più a guardare e sognare, per Latina è arrivato il momento di progettare in grande, non da sola, perché certi oneri, dalla realizzazione alla manutenzione, non possono essere a carico dell’amministrazione comunale.

Ma sarebbe inutile parlare solo di porto e non creare dei collegamenti. Certamente non vogliamo “cattedrali nel deserto”.

Nell’ambito del miglioramento della intermodalità urbana ed extraurbana, il progetto previsto della Mare-Monti deve assolutamente trovare concretezza, come un trasporto di massa importante, a ridosso della fascia costiera che deve completarsi con un anello infrastrutturale che collega duna e spiaggia.
Avere un tale sistema di collegamenti, lo dico senza timore di smentita, sarebbe un volano per lo sviluppo del territorio. Nuovi poli turistici alberghi potranno trovare finalmente attrattivo questo territorio e portare qui investimenti importanti. Oggi dobbiamo dire grazie a quegli imprenditori coraggiosi che hanno avuto l’audacia di avviare le loro attività, anche con successo, su un’area dall’altissimo potenziale inespresso, mai valorizzata come doveva.

Ma se invece dotassimo la Marina delle infrastrutture che merita, io non ho dubbi che non avremo più imprenditori coraggiosi ma aziende lungimiranti. Sulla fascia costiera, dobbiamo ambire e creare le condizioni per uno sviluppo di progetti destinati ad alberghi diffusi, attività commerciali, di ristoro e ludico-sportive di riconnessione fra duna, lungomare e parco.

Le risorse non ci mancano e non si limitano solo al mare. Abbiamo i terreni da recuperare delle Terme di Fogliano con l’idea di un grande Parco centrale attrezzato estendibile oltre i limiti del Parco Nazionale del Circeo.

Potremmo realizzare un recupero sostenibile ed originale di “natura urbanizzata” ricca di memorie antiche, di nuove attrattive ricettive, culturali e ludiche.

Dobbiamo ripensare gli spazi e crearne di nuovi. Come? Penso ad un alleggerimento, là dove possibile, delle opere edili sulla duna, previo trasferimento delle cubature incongrue nella zona edificabile a ridosso della Litoranea.

Penso all’apertura di spazi destinati, sì a verde, ma anche a parcheggi – camping, di ultima generazione.
Su tutto questo è imprescindibile un approccio sensibile alla sostenibilità e al problema del risparmio energetico.

A livello di definizione architettonica, tecnologica ed impiantistica, saranno fondamentali sistemi di tipo “attivo” per l’eco-efficienza energetica del costruito: dobbiamo pensare e progettare impianti solari termici, fotovoltaici, microeolici; così come non possiamo escludere sistemi di tipo “passivo” per l’eco-efficienza energetica del costruito: dispositivi per la ventilazione naturale; dispositivi per il riscaldamento passivo; dispositivi per l’illuminazione e l’ombreggiamento naturali.

Sarà una riqualificazione proiettata in una dimensione di sviluppo dinamico che dovremmo realizzare pianificando una serie di interventi (o ambiti longitudinali), in coerenza con l’attuale assetto del territorio, a partire dall’individuazione di una “prima fascia litoranea”, che potremmo definire una “area critica”; una seconda fascia delimitata superiormente dal Canale Mastropietro e da una terza fascia relativa all’ambito più esterno di confine dell’area di intervento, delimitata dal Canale che affianca la Via Litoranea.

Oggi il mio augurio che vuole anche dare una mission a questi stati generali, è che questo sia il giorno di un reale e concreto inizio, per definire i dettagli e le disponibilità dei presenti, istituzioni, categorie, parti sociali e associazioni, nel riscrivere questa enorme risorsa che abbiamo e che chiamiamo Marina di Latina. Ognuno dovrà fare la sua parte per un progetto unico destinato a ridisegnare il lungomare della nostra città, affinché diventi finalmente il cuore pulsante turistico ed economico del capoluogo di provincia”.

Articolo precedente

INQUINAMENTO, NASCE IL COMITATO “BASTA RIFIUTI A PONTINIA”

Articolo successivo

COMUNE INDEBITATO CON LATINA AMBIENTE, M5S: “COMUNE CHIARISCA IN COMMISSIONE”

Ultime da Politica