Il Lazio ha fatto registrare nel solo anno 2019 2.692 eco-reati. Nel ciclo dei rifiuti, a guidare la classifica per numero di reati è la Campania, con 1.930 reati, seguita a grande distanza dalla Puglia (835) e dal Lazio, che con 770 reati sale al terzo posto di questa classifica, scavalcando la Calabria.
È ciò quanto emerge dal rapporto “Ecomafia 2020” di Legambiente, che oggi presenta il report sugli illeciti ambientali raccogliendo i dati delle Forze dell’ordine impiegate sul territorio.
Sempre nel 2019, sono state 2.802 le persone denunciate, 47 gli arresti e 974 sequestri. Numeri che fanno rimanere ben salda la Regione Lazio nel non invidiabile quinto posto assoluto in Italia.
“Va ancor peggio guardando il numero di illeciti nello smaltimento dei rifiuti: con 716 reati il Lazio sale alla terza posizione assoluta tra le regioni – spiega l’associazione ambientalista – sono 894 le persone denunciate, 365 i sequestri e ben 42 gli arresti, numero più alto d’Italia. Pesano su questo enorme numero i 297 reati commessi nella Città metropolitana di Roma, terza dopo le province di Napoli e Cosenza, e i 224 a Latina che è ottava in assoluto. Male anche la situazione legata ai reati di abusivismo edilizio e con 948 reati il Lazio è al quarto posto tre le regioni, 795 le denunce, 18 arresti e 123 sequestri. In questo caso è la provincia di Latina la peggiore con 427 reati che ne fanno la quinta peggiore d’Italia, al settimo posto quella di Roma con 339 illeciti”.
“È veramente sconfortante il numero di illegalità ambientali che continuano ad esserci nel nostro territorio – dichiara Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio – in particolare per quanto riguarda l’abusivismo edilizio a Roma, Latina e nelle rispettive province. Ancor più grave è la situazione dei reati di smaltimento illecito dei rifiuti, soprattutto a Roma e provincia dove i numeri sono in peggioramento e dove pesa come un macigno la situazione catastrofica del ciclo dei rifiuti della Capitale”.
“Nota positiva – spiega Scacchi – è la grande azione delle forze dell’ordine che emerge dal numero di arresti legati al ciclo illegale dei rifiuti, il più altro tra le Regioni; ringraziando tutti i corpi che combattono la criminalità ambientale, mettiamo a disposizione tutta la nostra associazione per aiutare in questa grande battaglia, così come lo facciamo nei confronti della Regione alla quale chiediamo di aggredire maggiormente il tema, ricostituendo l’Osservatorio Ambiente e Legalità“.