Maltratta, picchia e violenta la compagna: divieto di avvicinamento e braccialetto elettronico per un 31enne
Si sono conosciuti sui social e si erano piaciuti. Lei sudamericana, lui latinense, 31 anni, ma di origine rumena. Un amore sbocciato virtualmente ma diventato reale quando la donna ha deciso di prendere un areo e stabilirsi a casa di lui, nel capoluogo di provincia.
La convivenza andava talmente bene che la donna è rimasta anche incinta, per poi subire un aborto spontaneo. Dietro il rapporto, per un incubo fatto di maltrattamenti psicologici, botte da orbi e persino violenze sessuali.
È per tale ragione che ai danni del trentenne rumeno è scattata la misura del braccialetto elettronico e del divieto di avvicinamento alla compagna, così come deciso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Laura Morselli. Oggi, 17 maggio, il 31enne, difeso dall’avvocato Emanuele Farelli, è stato ascoltato nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia. Il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere e il Gip Morselli ha confermato la misura cautelare, disponendo il divieto di avvicinamento. Il braccialetto elettronico – che avrebbe dovuto essere applicato a entrambi, così da permettere l’intervento delle forze dell’ordine in caso di violazione della misura da parte dell’uomo – non è stato applicato per indisponibilità dello strumento.
Il trentenne accusato di aver quotidianamente insultato la compagna, con frasi del tipo: “Puttana, stronza, maledetta bastarda”. E via con calci, schiaffi e pugni, tanto da costringere la donna a ricorrere più volte alle cure del pronto soccorso del Santa Maria Goretti, con contusioni al volto, alla testa e su buona parte del corpo.
Come non bastasse, la donna, seconda l’accusa, sarebbe stata violentata due volte dal compagno. I fatti sarebbero stati commessi a Latina tra il 2022 e il 2024, fino a quando la donna non ha denunciato la situazione alla Questura di Latina.
La stessa, però, ha spiegato che, già prima dei fatti contestati, avrebbe voluto l’assistenza delle forze dell’ordine e dei centri antiviolenza, ma per via della lingua non sapeva spiegarsi e far capire l’inferno che stava vivendo. Secondo la vittima, dopo un primo periodo di felicità, il 31enne avrebbe iniziato a bere e drogarsi, tanto da diventare violento e di picchiarla anche dieci volte al mese.