Sotto stress abbandona il luogo di lavoro e timbra il cartellino nonostante le ore di assenza: indagata una dottoressa pontina
Un caso di assenteismo dal luogo di lavoro è quello contestato dalla Procura di Latina a un medico dell’Asl di Latina in servizio sui Monti Lepini. L’indagine svolta dai Carabinieri Nas di Latina, anche con l’utilizzo di video che immortalerebbero la donna di sessant’anni, medico dipendente dell’Asl pontina, è sfociata oggi in un interrogatorio preventivo dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario.
Il Gip, che si è riservato, è chiamato a decidere se emettere o meno una misura interdittiva nei confronti della dottoressa pontina, il che significherebbe una sospensione dal lavoro. La donna, difesa dall’avvocato Pietro Libertini, è accusata di essersi assentata dal luogo di lavoro dove stava effettuando vaccini a bambini e adulti.
Secondo le indagini dei Nas, sulle quali c’è il massimo riserbo, la sessantenne, invece di rimanere sul luogo di lavoro, si sarebbe recata nei mercatini per fare compere e spesa. Dopodiché, come niente fosse, sarebbe tornata per timbrare il cartellino. In questo modo la donna, “beggiando”, avrebbe fatto risultare più ore di lavoro di quelle realmente svolte.
I fatti si sarebbero svolti nel 2023, tra Sezze e Priverno, così come fatto emergere dall’inchiesta coordinata dal pubblico ministero di Latina, Valentina Giammaria. In base alla legge Nordio, l’interrogatorio preventivo costituisce una delle novità della riforma. Configurato come strumento di garanzia della libertà dell’indagato, l’interrogatorio anticipa il contraddittorio sulle condizioni di applicabilità della misura personale alla fase antecedente l’adozione dell’ordinanza, rendendolo effettivo mediante la previsione di un ampio obbligo di discovery.
In questo caso, sulla donna pende una richiesta di misura interdittiva. Sarà il Gip a decidere se applicarla o meno. La dottoressa, che non si è avvalsa della facoltà di non rispondere, avrebbe spiegato di essersi trovata nel periodo dell’indagine in una condizione di stress, peraltro gravata da problemi di natura privata. Al momento, la donna deve rispondere di truffa aggravata al sistema sanitario.