Dietro il pestaggio avvenuto a fine novembre 2023 all’interno dei palazzi di Viale Pierluigi Nervi il caso di un debito di droga
Ancora un nulla di fatto per il rito abbreviato che vede come indagato il 22enne Fabrizio Giovannelli, accusato di estorsione, sequestro di persona e minacce. Il giovane, difeso dagli avvocati Alessia Righi e Giancarlo Vitelli. Dopo l’episodio che lo ha coinvolto, il giovane ha svolto volontariato presso la Diocesi di Latina: una possibilità accordata dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, a maggio 2024.
Fabrizio Giovannelli, detto Papù, figlio di Vera Travali e nipote dei fratelli Angelo e Salvatore Travali, era stato arrestato a dicembre 2023. Interrogato dall’allora giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, Giovannelli aveva negato le accuse a lui addebitate.
L’inchiesta dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Latina aveva già portato, a novembre 2023, a Latina, presso i palazzi popolari di Viale Pierluigi Nervi, a trarre in arresto un 37enne di Latina, Pietro Luigi Bortolin, fratello di un personaggio legato al clan Travali: Flavio Bortolin.
Per l’uomo, ci sono stati già due gradi di giudizio. Ad aprile scorso, la Corte d’Appello ha ridotto la condanna per Pietro Luigi Bortolin, difeso dall’avvocato Alessia Vita, accusato della spedizione punitiva eseguita, insieme a Giovannelli, nell’autunno di due anni fa alle mini vele di Viale Pierluigi Nervi. I giudici di secondo grado hanno condannato Bortolin alla pena di 4 anni di reclusione, con le attenuanti generiche.
Giovannelli, invece, dovrà ancora aspettare per la fine dell’udienza preliminare rinviato oggi, 18 novembre, dal gup Barbara Cortegiano al prossimo 23 gennaio. La difesa ha fatto presente che l’indagato ha proposto il risarcimento nei confronti della vittima di estorsione.
Secondo l’accusa, sarebbe stato il 37enne Bortolin a perpetrare una rapina in danno di un suo conoscente. Si tratta di due condomini che vivono in una delle scale dell’immobile in Viale Nervi. La vittima, col quale aveva litigato poco prima, nel tentativo di andare via dai luoghi del litigio, in un’abitazione nella disponibilità di Bortolin, era stato dapprima bloccato per le scale, malmenato e infine rapinato del cellulare che aveva in mano, al fine di evitare che lo stesso potesse chiamare aiuto, per poi allontanarsi.
Successivamente soccorsa, la vittima era riuscita a contattare dapprima una conoscente e, poi, le forze dell’ordine, fornendo le prime indicazioni ai militari dell’Arma che, a brevissima distanza dal luogo degli eventi, avevano rintracciato Bortolin.
In seguito al suo arresto, l’indagine dei Carabinieri aveva continuato a scavare dietro i motivi del litigio violento ed era venuto fuori che dietro l’azione di ritorsione ci fosse un debito di droga per circa 50 grammi di hashish, tanto che il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, aveva firmato, due giorni dopo il fermo di Bortolin, l’ordinanza di arresto per Giovannelli, individuato come il pusher che reclamava i soldi della droga. Non solo, perché il Gip La Rosa aveva disposto il divieto di avvicinamento alla parte offesa (il ragazzo pestato a fine novembre) nei confronti di una donna di 39 anni, R.M., che aveva messo a disposizione il suo appartamento per le sevizie al consumatore di hashish indietro con i pagamenti della droga.
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Secondo la ricostruzione dei Carabinieri di Latina, il debito del 22enne, quello della droga, era passato in breve tempo a raggiungere la cifra di quasi 2mila euro, tanto che Giovannelli sarebbe arrivato a pretendere dalla compagna della vittima di chiedere un finanziamento per l’acquisto di uno smartphone. Nel caso non fosse riuscito a pagare, al debitore sarebbe stato proposto anche di regolare i conti commettendo una rapina. Fatto sta che, non avendo ricevuto i soldi, era scattato il blitz violento con l’aiuto del 37enne Bortolin, arrestato per primo, che aveva raggiunto il debitore, in fuga dall’appartamento della donna, prendendolo a cinghiate, malmenandolo e sottraendogli lo smartphone. Solo allora, grazie alla sua compagna, era stato chiamato il numero d’emergenza 112 a cui avevano risposto i Carabinieri.
Secondo il racconto fatto dalla vittima, “Papù” avrebbe pronunciato una frase piuttosto eloquente circa la sua pericolosità e la spregiudicatezza. Giovannelli, facendo riferimento alla pistola, avrebbe detto alla vittima di 22 anni: “Fai il serio, altrimenti inizia a preparare la carrozzella”, ventilando l’inquietante scenario di una gambizzazione.
