SEQUESTRO E PESTAGGIO IN VIALE NERVI: CONDANNATO BORTOLIN, A OTTOBRE GIUDIZIO PER IL NIPOTE DEI TRAVALI

Dietro il pestaggio avvenuto a fine novembre all’interno dei palazzi di Viale Pierluigi Nervi il caso di un debito di droga

È stata rinviata al prossimo 1 ottobre l’udienza preliminare che vede indagato il 19enne Fabrizio Giovannelli, difeso dagli avvocati Giancarlo Vitelli e Alessia Righi. Il giovane deve rispondere dell’accusa di estorsione, sequestro di persona e minacce. Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, ha ammesso il rito abbreviato con cui verrà giudicato Giovannelli, tuttora agli arresti domiciliari, e ha concesso al giovane la possibilità di fare volontariato presso la Diocesi di Latina.

Fabrizio Giovannelli, detto Papù, figlio di Vera Travali e nipote dei fratelli Angelo e Salvatore Travali, è stato arrestato lo scorso dicembre. Interrogato dall’allora giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, dopo il suo arresto avvenuto lo scorso 12 dicembre su richiesta della Procura di Latina, Giovannelli aveva negato le accuse a lui addebitate.

L’inchiesta dei Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Latina aveva già portato, nella tarda serata del 26 novembre 2023, a Latina, presso i palazzi popolari di Viale Pierluigi Nervi, a trarre in arresto un 36enne di Latina, Pietro Luigi Bortolin, fratello di un personaggio legato al clan Travali: Flavio Bortolin.

Il 36enne, secondo la ricostruzione dei militari dell’Arma, aveva perpetrato una rapina in danno di un suo conoscente. Si tratta di due condomini che vivono in una delle scale dell’immobile in Viale Nervi. La vittima, col quale aveva litigato poco prima, nel tentativo di andare via dai luoghi del litigio, in un’abitazione nella disponibilità dell’arrestato, era stato dapprima bloccato per le scale, malmenato e infine rapinato del cellulare che aveva in mano, al fine di evitare che lo stesso potesse chiamare aiuto, per poi allontanarsi.

Successivamente soccorsa, la vittima era riuscita a contattare dapprima una conoscente e, poi, le forze dell’ordine, fornendo le prime indicazioni ai militari dell’Arma che, a brevissima distanza dal luogo degli eventi, hanno rintracciato il 36enne Bortolin. Per tali fatti, Bortolin, nei giorni scorsi, ha rimediato una condanna a 5 anni e 4 mesi. A condannarlo col rito abbreviato il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Morselli.

In seguito al suo arresto, l’indagine dei Carabinieri ha continuato a scavare dietro i motivi del litigio violento ed è venuto fuori che dietro l’azione di ritorsione c’era un debito di droga per circa 50 grammi di hashish, tanto che il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, ha firmato, due giorni dopo il fermo di Bortolin, l’ordinanza di arresto per Giovannelli, individuato come il pusher che reclamava i soldi della droga. Non solo, perché il Gip La Rosa ha disposto il divieto di avvicinamento alla parte offesa (il ragazzo pestato a fine novembre) nei confronti di una donna di 39 anni, R.M., che ha aveva messo a disposizione il suo appartamento per le sevizie al consumatore di hashish indietro con i pagamenti della droga.

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Come detto, il 19enne, figlioccio del braccio destro dei Travali, Francesco Viola, nuovo compagno della madre, ha deciso di rispondere alle domande del magistrato, negando tutti gli addebiti mossi nei suoi confronti dagli inquirenti. Giovannelli ha sostenuto di essere arrivato in viale Nervi appena poco prima dell’arrivo dei Carabinieri, dichiarando di essere stato in compagnia di un altro ragazzo di cui ha indicato l’identità in modo da verificare quando dichiarato davanti al magistrato.

Da ciò che è emerso, secondo la ricostruzione dei Carabinieri di Latina, il debito del 22enne, quello della droga, era passato in breve tempo a raggiungere la cifra di quasi 2mila euro, tanto che Giovannelli sarebbe arrivato a pretendere dalla compagna della vittima di chiedere un finanziamento per l’acquisto di uno smartphone. Nel caso non fosse riuscito a pagare, al debitore sarebbe stato proposto anche di regolare i conti commettendo una rapina. Fatto sta che, non avendo ricevuto i soldi, è scattato il blitz violento con l’aiuto del 36enne Bortolin, arrestato per primo, che aveva raggiunto il debitore, in fuga dall’appartamento della donna (dove la vittima sarebbe stata picchiata anche con un piccone e mazze di ferro e minacciato con una pistola), prendendolo a cinghiate, malmenandolo e sottraendogli lo smartphone. Solo allora, grazie alla sua compagna, è stato chiamato il numero d’emergenza 112 a cui hanno risposto i Carabinieri.

Secondo il racconto fatto dalla vittima, lo stesso 19enne “Papù” avrebbe pronunciato una frase piuttosto eloquente circa la sua pericolosità e la spregiudicatezza. Giovannelli, facendo riferimento alla pistola, avrebbe detto alla vittima di 22 anni: “Fai il serio, altrimenti inizia a preparare la carrozzella”, ventilando l’inquietante scenario di una gambizzazione.

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