SEQUESTRO CANTIERE EX PRO INFANTIA: CONTESTATA LOTTIZZAZIONE ABUSIVA

pro infantia
La Guardia Costiera al momento del sequestro dell'immobile dell'Ex Pro Infantia a Terracina

Questa mattina, su disposizione del Procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e del Sostituto Procuratore della Repubblica Giuseppe Miliano, è stato eseguito da personale militare dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Terracina il decreto di sequestro preventivo urgente del cantiere edilizio all’ex Pro Infantia, sita in viale Circe del Comune di Terracina

Contestata l’abusiva lottizzazione dell’area che, a seguito della dichiarata incostituzionalità del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) da parte della Corte Costituzionale, non può al momento rientrare nell’applicazione della normativa sulla rigenerazione urbana

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Cantiere sequestrato

Quattro le persone iscritte nel registro degli indagati. Si tratta del progettista nonché direttore dei lavori del cantiere, il geometra Giuseppe Zappone (lo stesso tecnico del cantiere dello stabilimento balneare “La Vela” sequestrato il 23 dicembre scorso sempre dalla Guarda Costiera su disposizione della Procura di Latina) e dell’amministratore unico della società Residenze Circe Srl Andrea Ruggeri.
Indagati anche la Dirigente del Comune di Terracina “Riassetto e Governance del Territorio e delle Attività Produttive”, architetto Claudia Romagna – ex dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Priverno, coinvolta nel 2018 in un’inchiesta della Procura pontina avente ad oggetto un altro sequestro di un immobile a Ceriara adibito a centro commerciale, per cui verrà giudicata a maggio 2021 – e il Capo Settore “Urbanistica, S.U.E. e Area Tecnica SUAP”, ingegnere Roberto Biasini.
Secondo l’avvocato Giacomo Mignano che difende la Dirigente Claudia Romagna: “Le autorizzazioni paesaggistiche definite prima della data della sentenza sono fatte salve, lo dice la Regione Lazio. Non mi sembra allo stato dei fatti siano stati compiuti atti illegittimi dal dirigente e dal Comune. Se poi la Regione sbaglia, ne prendiamo atto. Ma se, come afferma la direttiva, dopo
la sentenza della Corte costituzionale le nuove indicazioni si applicano solo ai procedimenti ancora in corso, mi pare ci si sia attenuti alle indicazioni
“.

Comune di Terracina finito nell’occhio del ciclone, nelle denunce pubbliche di partiti, cittadini e associazioni, anche per la discussa rinuncia da parte dell’Ente di area verde e parcheggio in cambio di 148mila euro di monetizzazione.

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Il Comune, secondo la Procura di Latina, avrebbe potuto rilasciare solo autorizzazioni relative agli interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, risanamento, recupero statico ed igienico e restauro conservativo, conformemente alle cosiddette “norme di salvaguardia” della Legge regionale 24/1998.

Invero, per l’area in questione si ritiene che manchino i presupposti di legge alla base del rilasciato permesso a costruire, che autorizzava invece la demolizione e ricostruzione con modifica delle sagome, con uno evidente stravolgimento dell’attuale assetto urbanistico; ciò avrebbe comportato una modifica di destinazione d’uso del compendio immobiliare di natura speculativa, diretta alla realizzazione di un complesso residenziale composto da due fabbricati suddivisi in cinque piani, una piscina e due campi da paddle – opere per un valore stimato di circa 40 milioni di euro

Sussistendo il pericolo del protrarsi e dell’aggravamento delle suddette ipotesi di reato, attesa la comunicazione di inizio dei lavori del 29 dicembre scorso con l’avvio delle operazioni di demolizione che avrebbero irreversibilmente eliminato lo storico manufatto, peraltro potenzialmente oggetto di vincolo monumentale – motivo per il quale sono ancora in corso accertamenti (recuperata anche la statua della Madonna) – si è reso urgente ed indispensabile procedere al sequestro del cantiere al fine di salvaguardare eventuali interessi di Stato e di terzi.

Le indagini, inoltre, stanno andando avanti anche nel vaglio del parere della Soprintendenza la quale, in un primo momento, aveva espresso parere contrario alla demolizione della struttura e quindi alla costruzione di palazzine, campi da paddle e piscina e, in seguito, aveva dato il suo nulla osta. Ad essere dirimente, per stabilire il vincolo storico, sarà l’origine dell’Ex Pro Infantia: dal Comune datato al 1951, da altre fonti inaugurato negli anni Trenta.

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