SEP PONTINIA. PERNARELLA(M5S) PRESENTA INTERROGAZIONE URGENTE IN REGIONE

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Gaia Pernarella

“Carenze documentali e indagini della Procura della Repubblica ancora aperte, mi chiedo come la Regione Lazio possa ugualmente portare avanti le procedure di ampliamento e delocalizzazione del processo produttivo richieste dalla società Sep di Pontinia”. A chiederselo in un’interrogazione a risposta immediata che verrà discussa nel prossimo Consiglio regionale del Lazio (mercoledì 30 Gennaio), è Gaia Pernarella, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che sul noto impianto per il trattamento rifiuti chiede numi al presidente della Regione Nicola Zingaretti e a Massimiliano Valeriani, assessore, tra le altre deleghe, al ciclo dei rifiuti e impianti di trattamento. “Le carenze documentali che abbiamo riscontrato nel corso della nostra indagine conoscitiva, e che va avanti da mesi sollecitata dai cittadini di Pontinia e in particolare della frazione di Mazzocchio – spiega la Pernarella -, ci appare sconcertante e, a nostro modo di vedere, ha toccato il suo apice quando abbiamo fatto richiesta all’Arpa Lazio di conoscere gli esiti dei rilievi ambientali effettuati negli ultimi due anni sullo stabilimento industriale: ci sono stati negati causa “indagini in corso”, così come abbiamo potuto apprendere dal documento vergato dal Noe dei carabinieri. Per il Movimento 5 Stelle, e verosimilmente per qualsiasi cittadino di Pontinia, questo sarebbe stato più che sufficiente a sospendere, quanto meno in via precauzionale, come peraltro abbiamo chiesto nella nostra interrogazione, la procedura di revisione dell’autorizzazione della Società e l’autorizzazione integrata ambientale, eppure in Regione non l’hanno pensata allo stesso modo e anzi, il tutto è andato avanti speditamente, e senza numerosi pareri, tanto è vero che nei prossimi giorni è prevista la Conferenza dei Servizi, passaggio fondamentale per dare il via libera alle richieste della società, dopo l’ultimo sequestro ancora gestita da un amministratore giudiziario. Insomma – conclude la Consigliera 5 Stelle -, a nostro modo di vedere una vera e propria forzatura in favore di un impianto che, tra l’altro, oltre a emettere odori nauseabondi come sanno bene i residenti, secondo le relazioni Ispra 2015 e 2018 produce scarti nettamente superiori alle percentuali autorizzate, garantendo “compost di qualità” in quantità che ci appaiono molto discutibili e che secondo noi non giustificano le ulteriori diecimila tonnellata di rifiuti richieste. Che si andrebbero ad aggiungere alle attuali 49mila tonnellate annue”.

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