SENZ’ACQUA DA QUASI UN MESE SUL LUNGOMARE DI LATINA: FAMIGLIE IN FUGA

Senza acqua da quasi un mese sul lungomare di Latina: l’estate rovente resa ancora più impraticabile dai disservizi di Acqualatina

Stanno pensando di rivolgersi a un avvocato i cittadini e turisti che, nella canicola di agosto, con temperature tropicali, stanno vivendo una estate da incubo sul lungomare di Latina.

Si tratta delle persone che hanno casa nei villaggi/consorzi che si trovano in Via Capraia sul lungomare di Latina dove, da oltre 20 giorni, non c’è un goccio d’acqua manco a invocarla come facevano gli indiani d’America. Rubinetti a secco e docce proibite al Villaggio Nettuno e negli altri due complessi della zona. E sì che siamo a due passi dal mare dove le persone avrebbero voluto godersi una meritata vacanza.

In tutto, ad essere coinvolte, sono circa 250 famiglie. Molti di loro stanno letteralmente scappando dal mare di Latina per fare ritorno mestamente nelle proprie case in città. D’altra parte, vivere a quasi 40 gradi senza l’acqua non solo è impraticabile, ma è anti-igienico e poco sicuro. Proprio ieri, 10 agosto, si è sentita male un’anziana signora con tutti i disagi del caso. I parenti dell’anziana si sono trovati in enorme difficoltà.

L’acqua arriva al massimo di notte. Tuttavia, arriva appena un filo e dopo poco va via. Le segnalazioni dei cittadini nei confronti di Acqualatina Spa sono state fatte a iosa. Un paio di settimane fa, alcuni tecnici di Acqualatina si sono presentati in Via Capraia, spiegando che è un problema di pressione. Qualcosa è stato fatto. Appena un giorno di tempo in cui l’acqua scorreva leggermente; dopo 24 ore, però, si è sprofondati di nuovo nell’incubo di vivere senza la possibilità non tanto di fare una doccia, neanche di lavarsi le mani.

Dal Comune di Latina non è arrivato un sibilo, mentre il gestore dell’acqua pubblico-privato riscuote le bollette senza offrire il servizio. Accade anche questo sul litorale di Latina, in questa estate funestata dal fallimento totale dei servizi sulle spiagge. A pagare, come sempre, il cittadino.

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