Aveva sparato alla moglie ferendola sotto casa: per il carcere disumano ottiene uno sconto di pena Costantino Di Silvio, detto Pesce
Una riduzione di 20 giorni sulla condanna di otto anni che Costantino Di Silvio detto “Pesce” sta scontando in carcere per il tentato omicidio della moglie.
Su ricorso del suo avvocato Maria Antonietta Cestra, il Tribunale di Sorveglianza di Campobasso ha ritenuto che “Pesce” abbia scontato a Latina e a Rebibbia circa duecento giorni di carcere disumano con uno spazio nella sua cella inferiore ai 3 metri quadrati, contrario ai diritti della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Il 55enne “Pesce”, che si trova recluso a Larino (Campobasso), a notte del 14 luglio 2018, era andato sotto casa di alcuni parenti, in via Helsinki, e aveva esploso cinque colpi di arma da fuoco contro l’ex moglie, Manuela Piccirilli, tre dei quali avevano colpito la donna alla schiena e a un braccio.
Per questo, “Pesce”, facente parte della nota famiglia rom dei Di Silvio, ma non organico ai traffici della stessa, è stato condannato sia in primo che in secondo grado a 8 anni di reclusione. Una pena confermata anche dalla Corte di Cassazione.