SCHIAFFI, PUGNI E GRAFFI AL TRIBUNALE DI LATINA: UNA FAMIGLIA IMPUTATA PER RISSA

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Schiaffi e pugni tra sorelle, nipote e nonno al Tribunale di Latina: è alle battute finali il processo che vede sul banco degli imputati una famiglia

Il 30 aprile 2019, un tumultuoso trambusto spezzò la mattinata del Tribunale di Latina. Proprio davanti all’entrata del palazzo, tre donne (due sorelle, più la figlia di una delle due) avevano iniziato a urlare, litigare, insultarsi e infine a picchiarsi. La scena era stata piuttosto violenta perché, ad un certo punto, una delle due era caduta a terra dopo che l’altra l’aveva presa per i capelli. Immediato fu l’intervento della sicurezza del Tribunale e il successivo arrivo di Polizia, Carabinieri e del Pronto Soccorso.

Tante le persone che fermarono a guardare, basiti da quanto successo. Alla fine dello scontro, a rimanere sul campo persino alcune ciocche di capelli che la donna che aveva avuto la peggio aveva raccolto da terra all’arrivo delle forze dell’ordine e dei soccorsi.

A distanza di cinque anni, c’è stata l’udienza di un processo che vede sul banco degli imputati le tre donne che si sono azzuffate davanti al Tribunale di Latina, nonché il loro padre, nonno di una delle tre imputate. A dover rispondere del reato di rissa, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Paolo Romano, ci sono quindi un uomo, le due figlie e la nipote, ossia la figlia di una delle due donne.

Il processo è in dirittura d’arrivo. Il prossimo 7 ottobre le parti saranno chiamate a discutere, dopodiché il giudice, al netto di impedimenti, entrerà in camera di consiglio per emettere la sua sentenza.

Oggi, 13 maggio, sono state ascoltate le due sorelle, che tra di loro non hanno rapporti, anche in ragione di quella zuffa che si è verificata cinque anni fa. Da una parte c’è una delle due sorelle con il padre, difesi dall’avvocatessa Amelia Vitiello, dall’altra parte l’altra sorella e sua figlia, assistiti dagli avvocati Luca Giudetti e Stefano Iucci.

La prima delle due sorelle, che vive a Londra, è stata esaminata davanti al giudice Romano e ha spiegato di come, cinque anni fa, pur avendo rapporti complicati con l’altra sorella e con il padre, era a Latina per un terreno lasciato in eredità alla famiglia dalla madre deceduta.

Tutti si trovavano presso il Tribunale di Latina per concludere la pratica del terreno, dopodiché, finita la pratica giuridica, poco prima di uscire dal palazzo di giustizia pontino, è scoppiato il caos, con versioni che divergono.

C’è la sorella maggiore che sostiene di aver tentato di spiegare al padre e alla sorella minore che il figlio di quest’ultima non era tirato su come doveva: “Guardava la televisione a tutte le ore e mio padre non sapeva gestirlo”. Contrariamente, la sorella minore ha spiegato che, dopo la pratica per l’eredità, fu vittima di un piano architettato dalla sorella maggiore e dalla figlia di quest’ultima, le quali presero a inveire contro di lei e il padre poco prima che uscissero dal Palazzo di Giustizia. “Urlavano contro me e mio padreo: un bambino handiccappato che viene picchiato da un vecchio di 80 anni“.

Fatto sta che in quegli attimi è nata una vera e propria rissa, con schiaffi in faccia, pugni in testa, graffi sul collo e sul viso. In particolare, la sorella minore ha raccontato di essere stata aggredita dalla nipote che “mi trascinò fuori dal Tribunale“. Poco prima, “l’avevo urtata per scansarla e quando sto per uscire mia nipote mi afferra per i capelli e sentivo di essere strattonata e poi anche mia sorella mi colpisce in testa e in bocca, mi graffia sul corpo e in faccia. Sentivo i capelli che venivano via, le unghie tentavano di entrarmi negli occhi. Sentivo sangue dappertutto. Ho raccolto le ciocche dei miei capelli“.

Successivamente “quando ero per terra e la gente mi aiutava, loro fumavano e mi sbeffeggiavano. Poi, all’arrivo del 118, mia nipote fece finta di stare male e di vomitare e si è fatta portare al pronto soccorso dove ha continuato a insultarmi“.

Di segno contrario la testimonianza della sorella maggiore la quale, invece, sostiene di essere stata picchiata dalla sorella: “Sono stata colpita in testa con un pugno appena fuori dal Tribunale, poi ho avuto un colpo in faccia e sono caduta per terra, ho visto tutto buio“. E le accuse presentate nella querela dalla sorella minore, che le imputa di aver detto: “Ammazziamola questa puttana”, vengono negate in toto.

Secondo quanto sostiene la sorella minore, i rapporti tra le due erano ai ferri corti da anni, praticamente inesistenti. Ora, sarà un giudice a stabilire le condanne o le assoluzioni. Di certo c’è che, dopo la rissa, la sorella minore e la nipote hanno riportato lesioni così come certificato dai referti dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina.

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