SATNAM SINGH, LOVATO RESTA IN SILENZIO DAVANTI AL GIUDICE

Antonello Lovato

Satnam Singh, si è svolto l’interrogatorio di garanzia per il 38enne di Latina Antonello Lovato accusato dell’omicidio doloso del 31enne indiano

Si è svolto dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, l’interrogatorio di garanzia del 38enne di Latina, Antonello Lovato, accusato di omicidio doloso del 31enne Satnam Singh detto “Navi” e di diverse violazioni del decreto legislativo 81/2008 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

L’uomo, difeso dagli avvocati Mario Antinucci e Stefano Perotti e interrogato nel carcere di Via Aspromonte, si è avvalso della facoltà di non rispondere. I legali hanno sottolineato anche al pubblico ministero Marina Marra, titolare delle indagini e presente all’interrogatorio, che Lovato, arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Latina lo scorso 2 luglio, ha subito un aggravamento delle condizioni di salute e attualmente non è recluso in una cella del penitenziario latinense, trovandosi in infermeria. Un particolare che viene sottolineato dal suo avvocato Antinucci. Lovato, infatti, ha paura di essere aggredito dagli altri detenuti indiani e da quando è entrato in carcere sarebbe in uno stato di choc: farebbe fatica a dormire e mangiare. Insomma, sottolinea il legale, la sua condizione di salute sarebbe pregiudicata.

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Il 31enne Satnan Singh, detto “Navi”, è diventato simbolo del malcostume del caporalato e il suo nome, dopo la sua morte, è finito all’attenzione di tutti i giornali e telegiornali nazionali e internazionali.

Come noto, “Navi”, come era chiamato da amici e conoscenti, era venuto in Italia nel 2016. Dopo aver ottenuto il primo permesso di soggiorno, era diventato, a scadenza del lasciapassare, un vero e proprio invisibile come tanti extracomunitari sfruttati nei campi dell’agro pontino e oltre. Feritosi, lo scorso 17 giugno, con la macchina avvolgi-plastica per i meloni nell’azienda della ditta individuale di Antonello Lovato a Borgo Santa Maria, il 31enne lavoratore in nero è stato caricato su un furgone dal medesimo Lovato, suo datore di lavoro, e trasportato con la moglie via dall’azienda.

Parole nette da parte del Gip che ha firmato l’arresto di Lovato: “Dai primi accertamenti medico legali acquisiti, il decesso è causalmente collegato all’infortunio subito, nonché alla successiva omissione posta in essere dall’indagato”.

Secondo il Gip, “la condotta omissiva dell’indagato acquisisce unica rilevanza causale nel decesso della persona offesa”. Insomma, Satnam Singh poteva essere salvato e Lovato avrebbe messo in conto il probabile decesso, accettando il rischio. Il 38enne, oggi arrestato, non solo fugge via con il furgone ma, per l’accusa, pulisce il sangue all’interno del mezzo, successivamente sequestrato dai Carabinieri.

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Domani, 6 luglio, intanto, la Cgil farà partire proprio da Latina una grande manifestazione nazionale. Il corteo inizierà alle 9.30 da via Vittorio Cervone, nella zona delle autolinee del capoluogo, e arriverà in piazza della Libertà, dove è previsto, alle 11.30, l’intervento del segretario generale della Cgil Maurizio Landini. “Bisogna fermare un sistema di fare impresa che sfrutta e uccide le persone, non possiamo più aspettare – ha commentato lo stesso Landini  -Per questo sabato saremo a Latina per una grande mobilitazione nazionale. Di fronte alla disumanità della morte di Satnam Singh, alla strage continua di morti sul lavoro, alla precarietà e all’impoverimento di chi per vivere ha bisogno di lavorare, è il momento della mobilitazione permanente per la libertà nel lavoro e la giustizia sociale, con l’utilizzo di ogni strumento democratico: la piazza, lo sciopero, la solidarietà, la contrattazione collettiva, il contenzioso giuridico e il ricorso ai referendum per abrogare leggi balorde e sbagliate”.

“Sono 3 milioni le lavoratrici e i lavoratori – sottolinea la Cgil – in condizioni di irregolarità nel nostro Paese in tutti i settori e in tutte le attività, su 100 lavoratori regolari, quasi 13 sono in nero o in grigio. E 230mila sono gli occupati impiegati irregolarmente nel settore agricolo”. Inoltre “le 3.208 vittime di sfruttamento o caporalato, 2.123 in agricoltura e 897 nei settori del terziario, sono solo la punta dell’iceberg”.

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