SATNAM SINGH, I LOVATO A PROCESSO PER CAPORALATO. CGIL: “FATTO IMPORTANTE”

Satnam Singh
Satnam Singh

La Procura di Latina ha chiesto il giudizio immediato per gli imprenditori agricoli Lovato, padre e figlio, con l’accusa di caporalato

Si tratta del secondo filone di indagine derivante da quella per la tragedia di Satnam Singh, il bracciante indiano che, dopo aver perso il braccio, fu scaricato da Antonello Lovato davanti casa come un pacco, per poi morire due giorni dopo al San Camillo di Roma. Per questa vicenda, come noto, Lovato è a processo per omicidio doloso. Invece, a gennaio scorso, arrivò un’altra ordinanza di custodia cautelare in carcere per Antonello Lovato e il padre Renzo, poi alleviata solo per quest’ultimo dal Riesame in arresti domiciliari. L’accusa era quella di sfruttamento del lavoro emerso negli approfondimenti dei Carabinieri che, indagando sulla morte di Satnam, misero in luce, coordinati dal sostituto procuratore Marina Marra, un quadro ritenuto illecito.

Dopo l’avviso di conclusione indagine per i Lovato, il processo inizierà il prossimo autunno, a novembre, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina. Le accuse sono quelle di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro pluriaggravato: i due Lovato in concorso tra loro avrebbero usato lavoratori senza permesso di soggiorno.

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“La richiesta della procura di Latina è un fatto importante e l’esito di questa indagine deve essere un monito e non può lasciare nessuno indifferente – afferma Natale Di Cola, segretario generale Cgil Roma e Lazio -. Deve proseguire quel percorso di cambiamento verso una maggiore legalità, che si era registrato dopo la morte di Satnam e che oggi non solo sembra essersi arrestato ma anche ritornato al passato”.

“Questi lavoratori, che sono stati al fianco della Flai nella protesta e nell’indignazione e che noi continueremo a sostenere in ogni modo, hanno dato un contributo importante e decisivo nel ricostruire i fatti – dichiarano Stefano Morea, segretario generale Flai Roma e Lazio e Laura Hardeep Kaur, segretaria generale Flai Frosinone Latina -. Alla chiusura delle indagini emerge il quadro di lavoratori in nero e condizioni di sfruttamento di stranieri in stato di bisogno e sottoposti a ricatto. Intermediazione illecita e sfruttamento sono stati il contesto nel quale è maturata e si è consumata la morte di Satnam, come abbiamo più e più volte denunciato. In tanta parte dell’Agro Pontino il mercato agricolo soffre in maniera strutturale le regole di un lavoro sottopagato, senza sicurezza, fuori dai contratti e dalle norme”.

La Cgil chiede alla Regione Lazio di convocare nuovamente il tavolo operativo per la sicurezza sul lavoro. “Il 2 settembre scorso, congiuntamente a tutte le parti sociali del settore agricolo – conclude Di Cola – abbiamo richiesto un incontro specifico per valutare insieme le condizioni amministrative e finanziarie necessarie per dare piena applicazione alla legge regionale 14 agosto 2019, n. 18, relativa alle disposizioni per contrastare il fenomeno del lavoro irregolare e dello sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. Per scardinare questo sistema illegale di fare impresa che si annida anche nei nostri territori ognuno, per il ruolo che ricopre, deve fare la propria parte per tutelare la dignità e i diritti delle persone che per vivere hanno bisogno di lavorare”.

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