SATNAM SINGH, ACCOLTE DODICI PARTI CIVILI SU SEDICI: INCLUSI FAMIGLIARI E COMPAGNA DELLA VITTIMA

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Satnam Singh

Satnam Singh, inizia il processo che vede alla sbarra per omicidio volontario, Antonello Lovato, il 39enne di Latina accusato di aver ucciso il bracciante indiano

La Corte d’Assise del Tribunale di Latina, presieduta dal giudice Gian Luca Soana, ha ammesso la costituzione di parte civile di dodici dei richiedenti. Si tratta, innanzitutto, dei quattro famigliari di Satnam Singh e della compagna convivente more uxorio, Soni Soni. Accolte anche le parti civile di Inail, Comuni di Cisterna e Latina, Regione Lazio, Flai Cgil, Cgil Latina Frosinone e Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro). Escluse, invece, le associazioni di Libera, “Antonino Caponnetto”, Ona e Lavoratori Stranieri. Esclusa anche la richiesta della difesa di LovatO di chiamare come responsabile civile l’assicurazione Axa, ossia la compagnia che aveva assicurato il trattore che trainava l’avvolgi-plastica.

In aula, il processo si è aperto stamani e sin da subito è stata battaglia tra la difesa di Lovato, rappresentata dagli avvocati Mario Antinucci e Stefano Perotti, e la Corte d’Assise. Il presidente ha dato un’ora di tempo alla difesa per esaminare tutte le parti civili costituende.

Sono otto le persone offese tra cui la madre di Satnam, Jasveer Kauril padre, i fratelli di Satnam Singh, il padre, Gurmukh Singh, tutti difesi dall’avvocato del foro di Santa Maria Capua Vetere, Giuseppe Versaci. Le altre persone offese sono i sindacalisti Giovanni Mininni della Flai Cgil e Giuseppe Massafra della Cgil di Latina. I sindacalisti sono difesi dagli avvocati Simone Sabbattini, Antonio Valori e Andrea Ronchi. Indicata, naturalmente, come persona offesa, anche la moglie del bracciante, Soni Soni, la 27enne difesa dall’avvocato del foro di Latina, Gianni Lauretti.

A fare richiesta di essere parte civile saranno anche i Comuni di Cisterna e Latina, oltreché ad altre associazioni di cui al momento non si conosce l’identità. Tra di loro, sicuramente, anche l’associazione Caponnetto, l’Osservatorio Nazionale Amianto e Libera.

A volersi costituire parte civile Processo Satnam, anche l’Inail, difesa dall’avvocato Francesca Malgieri, la Regione Lazio, assistito dall’avvocato Carlo D’Amata, l’associazione Osservatorio nazionale contro l’amianto, difesa dall’avvocato Ezio Bonanni, l’Anmil, assistita dall’avvocato Massimiliano Gabrielli, e l’associazione Lavoratori Stranieri, difesa dall’avvocato Ernesto Renzi. In tutto sono state sedici le richieste di costituzione di parte civile, di cui quattro bocciate.

L’avvocato di Soni, Gianni Lauretti, aveva specificato che la giovane era convivente e compagna more uxorio di Satnam. La difesa di Lovato aveva chiesto l’esclusione di parte civile della compagna di Satnam Sing, Soni Soni, e dei famigliari: “Non abbiamo nessun documento che attesti la loro unione”, ha detto l’avvocato Mario Antinucci.

La Corte d’Assise ha dichiarato aperto il dibattimento. Flai Cgil ha chiesto di poter citare i suoi testimoni, mentre la difesa ha eccepito sul fatto che il pubblico ministero Marina Marra ha citato come testimoni Soni Soni e altri due soggetti già ascoltati in incidente probatorio, senza contare che ulteriori tre testimoni hanno presentato querela per caporalato nei confronti di Antonello Lovato.

“Esprimo immensa soddisfazione per l’accoglimento, da parte della Corte d’Assise di Latina, della richiesta di costituzione di parte civile del Comune di Latina nel processo a carico dell’imprenditore agricolo indagato per la morte di Satnam Singh, bracciante di nazionalità indiana deceduto a giugno scorso.

La sindaca di Latina, Matilde Celentano, e il sindaco di Cisterna, Valentino Mantini

Ringrazio l’avvocato comunale Cinzia Mentullo che ha portato avanti l’istanza, da me fortemente sollecitata poiché la dolorosa vicenda ha destato l’attenzione della collettività e suscitato il rafforzamento dell’impegno dell’Amministrazione comunale a garantire i diritti dei lavoratori stranieri insediati sul territorio. Satnam è stato vittima di un infortunio sul lavoro, ma è morto a causa di un’omissione di soccorso. Una tragedia inaccettabile.

Latina, città nuova fondata sull’impegno dei bonificatori, come ha ricordato oggi in aula l’avvocato Mentullo, intende rispettare in ogni modo il valore del lavoro e della sicurezza, affinché siano garantiti i diritti dei lavoratori e di equità. Il Comune ha deciso di costituirsi parte civile non solo per il risarcimento di danni patrimoniali ma anche per il danno d’immagine subito dalla città. Un danno che si riflette anche a carico dell’imprenditoria sana di questo territorio, che resta un’eccellenza di cui andare fieri.

Esprimo soddisfazione anche per l’accoglimento della costituzione di parte civile di Soni Soni, la giovane compagna di Satnam. Come amministrazione comunale ci stiamo occupando di Soni sin dall’inizio di questa brutta vicenda, per fornirle protezione e percorsi di vita autonoma.  Ringrazio l’avvocato Giovanni Lauretti che ha accettato, sin da subito, di fornirle assistenza legale”.

È quanto affermato dal sindaco di Latina Matilde Celentano, al termine della decisione della Corte d’Assise sulle parti civili.

“Satnam Singh è morto dissanguato nelle nostre campagne. Dopo un incidente sul lavoro, il suo datore lo ha abbandonato come se fosse un peso da scaricare, non una vita da salvare. Era importante essere oggi in tribunale e al presidio organizzato dalla CGIL per l’inizio del processo: non possiamo permettere che questa vicenda venga dimenticata. La sua morte rappresenta il volto più crudele dello sfruttamento, quello che trasforma i lavoratori in fantasmi senza diritti, senza voce, senza pietà”.

Così Valeria Campagna, Vicesegretaria del PD Lazio e capogruppo PD al Comune di Latina, presente questa mattina al presidio per la prima udienza del processo per l’omicidio del bracciante Satnam Singh, deceduto lo scorso giugno a seguito di un incidente sul lavoro.

“Satnam non è morto per fatalità. È stato ucciso da un sistema che continua a tollerare il caporalato e lo sfruttamento – aggiunge Campagna –. Un sistema che si regge sull’invisibilità e sulla paura, sulla ricattabilità dei più deboli. Dobbiamo continuare a tenere alta l’attenzione: oggi per Satnam, ma anche per tutti i lavoratori che ogni giorno subiscono condizioni disumane”.

La consigliera del PD rilancia: “Non possiamo più tollerare che i campi diventino luoghi di morte, invece che di lavoro. Serve giustizia per Satnam, ma serve anche un cambio di passo nelle politiche del lavoro e dell’immigrazione. Basta con leggi che generano clandestinità e sfruttamento: la dignità deve tornare al centro. Il caporalato non è un’emergenza da reprimere una tantum, è una struttura criminale che prospera dove lo Stato arretra”.

“Il sangue di Satnam ci riguarda tutti. È ora di dirlo con forza, con parole che non si possono equivocare: il caporalato è una piaga che va superata. Con la giustizia, con la politica, con il coraggio di non voltarsi mai dall’altra parte”.

“Da questo processo, oltre al procedimento penale, mi aspetto che non si spengano mai i fari su questa drammatica vicenda e soprattutto sul rispetto della dignità dei lavoratori. Noi non lo consentiremo, né ora né mai. Ci saremo affinché si continui a lavorare per la tutela dei lavoratori, anche per tutte quelle aziende presenti sul nostro territorio che operano nel pieno rispetto delle regole e delle quali siamo orgogliosi”.

Questa la dichiarazione del sindaco di Cisterna Valentino Mantini che ha accolto con grande soddisfazione l’ammissione da parte della Corte di assise di Latina del Comune come parte civile nel procedimento per la morte del bracciante indiano Satnam Singh.

“Abbiamo scelto di essere presenti – aggiunge il primo cittadino – perché lo riteniamo eticamente doveroso anche rispetto al nostro Statuto, improntato sui valori del rispetto e della difesa dei diritti di tutti. Cisterna è il territorio dove Satnam Singh e la compagna Soni avevano scelto di abitare e noi sentiamo di dover ribadire, con la nostra presenza in aula, la volontà di ribadire valori che ci appartengono quali il rispetto delle diversità etniche, linguistiche, culturali e religiose anche attraverso la promozione della cultura e della tolleranza”.

“Nella richiesta depositata questa mattina e accolta dalla Corte di assise, predisposta dall’avvocato Maria Belli con il supporto dell’Avvocatura comunale, si sottolinea come nello Statuto del Comune di Cisterna sia prevista “la costituzione di parte civile nei processi come sostegno alle parti offese perché la loro voce, anche se cancellata, emerga dal silenzio, come strumento di giustizia e stimolo nel raggiungimento della verità. Nel caso di specie il Comune si è distinto per interventi sulla Comunità indiana, presente sul territorio attraverso strumenti di integrazione e aggregazione. La parte offesa, soggiornava su tale territorio e come tale ha usufruito di quei servizi che, indistintamente il Comune di Cisterna ha messo a disposizione. Dopo il tragico evento che ha visto la morte di Singh Satman il Comune di Cisterna, oltre che organizzare una raccolta fondi, ha provveduto a mettere a disposizione del fratello Amritpal un locale di sua proprietà ospitandolo a sue spese.  

L’ente ha da sempre instaurato con i cittadini di nazionalità indiana presenti nella comunità un rapporto fatto di rispetto e quando è stato necessario ha collaborato per una serie di servizi a loro riservati come le vaccinazioni contro il Covid, organizzate con il contributo di alcune organizzazioni sindacali nel difficile periodo della pandemia.La pretesa risarcitoria è evidente nel danno culturale, di immagine e di scopo causato al Comune che come obiettivo, tra gli altri, persegue la dignità della persona umana, quella dignità che è stata calpestata e violata”.

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