SATNAM, LA TESTIMONE INDAGATA DICE LA SUA: “SINGH NON PERDEVA SANGUE DAL BRACCIO E FU LA MOGLIE A DIRE DI ANDARE A CASA”

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Satnam Singh, nuovo incidente probatorio per il caso del bracciante indiano morto lo scorso giugno: ascoltata una testimone oculare dell’incidente

È stata ascoltata oggi, 24 settembre, dinanzi al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, la donna, dipendente in regola dell’azienda di Lovato, chiamata a fornire la sua testimonianza nell’ambito del secondo incidente probatorio dopo quello svolto lo scorso 26 luglio. A fine luglio, furono ascoltati Soni, la vedova di Satnam Singh, e un altro lavoratore dell’azienda Lovato presente al momento dell’incidente.

In foto due degli avvocati che difendono Antonello Lovato: Valerio Righi (a sinistra) e Massimo Antinucci. Lovato è difeso anche dall’avvocati Stefano Perotti, presente anche lui nel corso dell’incidente probatorio svolto oggi nel Tribunale di Latina

Un altro tassello quest’oggi per un’indagine, condotta dal sostituto procuratore di Latina, Marina Marra (presenta anche lei nel corso dell’incidente probatorio), che ancora non è finita.

La testimone odierna – chiamata dagli avvocati Mario Antinucci, Stefano Perotti e Valerio Righi, che assistono il 38enne di Latina, Valentino Lovato, detenuto nel carcere di Frosinone e accusato di omicidio doloso, omissione di soccorso e diverse violazioni in materia di lavoro e sicurezza sul lavoro – è una testimone oculare della vicenda, ossia era presente al momento dell’incidente risalente al 17 giugno 2024 quando Satnam perse un braccio e fu abbandonato sotto casa senza passare dal pronto soccorso.

La donna, però, non era una semplice testimone, ma è venuto fuori che è indagata per procedimento connesso. L’avvocato Gianni Lauretti, che difende gli interessi della vedova di Satnam Singh (considerata parte offesa dalla Procura così come la famiglia del bracciante indiano), ha spiegato che è probabile debba ritenersi indagata per omissione di soccorso in concorso con Antonello Lovato. Fatto sta che la donna, che ha parlato in udienza per circa un’ora e mezza, era assistita dall’avvocato Roberta Verzicco, proprio perché non poteva rendere testimonianza senza il legale in quanto indagata.

La testimone ha fornito la sua versione dei fatti come dipendente dell’azienda Lovato. Era presente nel momento dell’incidente e ha detto piuttosto sorprendentemente che, dopo l’incidente con il macchinario avvolgi plastica, che ha staccato un braccio di Satnam Singh, l’uomo non perdeva sangue dall’arto, al massimo dalla bocca. Un particolare sconcertante e che l’avvocato della moglie di Satnam definisce che sia “un particolare che difficilmente potrebbe essere provato scientificamente”. Lovato, secondo la testimone, avrebbe detto a Satnam di non toccare il macchinario, ma il lavoratore avrebbe contravvenuto all’ordine utilizzandolo autonomamente.

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Inoltre, sempre secondo la testimonianza odierna, la moglie Soni, in seguito al ferimento del marito, avrebbe detto ad Antonello Lovato di riaccompagnarli a casa senza passare dal pronto soccorso. Una versione dei fatti che fa dire all’avvocato difensore Mario Antinucci di essere in presenza di una testimonianza in netto contrasto con quanto spiegato, invece, da Soni, la moglie del bracciante indiano. L’avvocato della parte offesa, Gianni Lauretti, al contrario, non conferma e spiega che non si è trattato di una versione opposta, ma che la testimone avrebbe raccontato altri dettagli in maniera diversa. Ad ogni modo, ci dovrà essere una verifica su chi tra i due testimoni non ha detto il vero. La testimone odierna, in un primo momento, sembrava essere stata minacciata da qualcuno, motivo per il quale aveva rifiutato di essere ascoltata dagli avvocati di Lovato per le indagini difensive. In realtà, secondo quanto dichiarato dall’avvocato Lauretti, non si è trattato di vere e proprie minacce dirette, piuttosto di aver sentito pressioni dell’ambiente che hanno così comportato l’incidente probatorio.

Una vicenda terribile che anche oggi ha visto la presenza, presso il Tribunale di Latina, di tanti cronisti e di ridde di voci anche improbabili, come la circostanza destituita di ogni fondamento per cui sarebbe stato presente nell’incidente probatorio anche Antonello Lovato.

Agli inquirenti, la vedova di Satnam Singh, con l’aiuto di un interprete, lo scorso 17 giugno, aveva fornito un quadro piuttosto chiaro di quello che è stato il giorno più devastante della sua vita.

Lovato è accusato dalla Procura di Latina e dall’indagine svolta dai Carabinieri pontini di aver lasciato il 31enne Satnam Singh – che lavorava in nero presso la sua azienda a Borgo Santa Maria, privo di permesso di soggiorno – dopo che l’uomo aveva perso un braccio lavorando, senza misure di protezione e sicurezza, al macchinario avvolgi plastica per lavorare i meloni. Il braccio è stato lasciato da Lovato stesso sopra una cassetta di ortaggi, dopodiché l’uomo è stato abbandonato, senza chiamare i soccorsi, davanti alla casa dove veniva ospitato da una coppia di giovani italiani. Insieme a lui, la moglie Soni che a luglio, come detto, è stata chiamata davanti al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Molfese, a cristallizzare quanto riferito a sommarie informazione agli inquirenti più di mese fa. L’incidente probatorio di oltre un mese fa si è tenuto anche per un altro testimone che lavorava nell’azienda di Lovato al momento dell’incidente con la macchina avvolgi plastica.

La donna si trova ancora presso la località protetta di Latina dove, da due mesi, risiede. Soni, a luglio scorso, aveva spiegato che, durante quel viaggio di sette chilometri da Borgo Santa Maria a Castelverde (Cisterna), lei stessa toccava la testa di Satnam senza che questa sanguinasse. Il sangue dal capo è iniziato a uscire solo dopo che l’uomo è stato lanciato via dal furgone. A “buttare” l’uomo (questo il verbo utilizzare dal legale Lauretti), sarebbe stato proprio Lovato.

L’indagine sul 38enne di Latina, come detto, non è ancora conclusa. Di certo c’è la volontà da parte di Lovato di risarcire Soni e i famigliari di Satnam. Per la moglie di Satnam non è stato un periodo facile, al netto della tragedia che l’ha colpita. Secondo il suo legale, la giovane ha sofferto tantissimo per non aver potuto celebrare i funerali a Cisterna di Latina. Il problema è sorto per via della difficoltà di ottenere i visti da parte di tutti i famigliari di Satnam e anche per le forti pressioni dell’ambasciata indiana che ha spinto affinché la salma del bracciante fosse rimpatriata.

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