L’intervento di Palmacci (Azione): “Rocca sbaglia strada: il vero ambito ottimale è il distretto, non l’intera regione”
“Nel linguaggio criptico degli addetti ai lavori della sanità si parla spesso di “ambito ottimale di garanzia”: un’espressione che indica il perimetro territoriale entro cui si presume che il cittadino possa accedere in modo equo e ragionevole alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale.
In teoria, dovrebbe essere uno strumento a tutela della prossimità e della qualità dell’assistenza. Ma nel Lazio, la Giunta Rocca ha pensato bene di farlo coincidere con l’intero territorio regionale. Il risultato? Anche per prestazioni essenziali, molti cittadini sono costretti a spostarsi per decine, se non centinaia, di chilometri.
Un modello non solo inefficiente, ma profondamente ingiusto, che penalizza proprio le fasce più fragili: anziani, disabili, malati cronici, persone con difficoltà economiche o senza mezzi di trasporto.
Per loro, quella distanza geografica si traduce, rinunciandoci, purtroppo, in una vera e propria distanza dal diritto alle prestazioni necessarie costringendoli, spesso, in alternativa, al ricorso al privato, come dimostra l’aumento della spesa privata a carico delle famiglie.
E così il cosiddetto “ambito ottimale” diventa un paradosso: invece di garantire accessibilità, produce disuguaglianza, alimenta la rinuncia alle prestazioni e tradisce i principi costituzionali di universalità, prossimità e uguaglianza.
Altro che il decantato abbattimento delle liste di attesa da parte della giunta Rocca. Si sta verificando esattamente l’opposto! Sembra un trucco. È evidente: questo modello va superato, subito e con determinazione. L’unico ambito che può dirsi davvero “ottimale” è quello del distretti sanitari della ASL di appartenenza ( di Latina per i pontini), e’ li’ che il cittadino ha il proprio presidio di riferimento, e’ lì che si costruiscono fiducia, continuità assistenziale e presa in carico. È lì, nel distretto, che la Regione deve individuare il vero ambito territoriale di garanzia. Tutto il resto è burocrazia che allontana, esclude e divide.
Se la sanità pubblica vuole essere all’altezza della sua missione, deve tornare a parlare il linguaggio della prossimità, dell’equità e dell’umanità. Altrimenti, il diritto alla salute rischia di restare una promessa astratta, negata proprio a chi ne ha più bisogno. Il 2026 è già una data lontana: bisogna ritornare subito ai distretti, quale ambito ottimale”.
Così, in una nota, Arcangelo Palmacci, Segretario Provinciale di Azione e locale di Terracina in Azione.
