SANATORIA AGLI ABUSI EDILIZI NELLA VILLA DI MAIETTA: TAR DÀ TORTO ALL’EX PARLAMENTARE

Pasquale Maietta
Pasquale Maietta

Abusi edilizi nella villa dell’ex deputato e Presidente del Latina Calcio Pasquale Maietta: il Tar ha respinto il suo ricorso

Si tratta di un passo carrabile e di un muro che l’ex parlamentare ha costruito nella villa in Via Nascosa, ritenuta dagli inquirenti del processo Arpalo, in corso di svolgimento, come uno dei beni acquistati con soldi riciclati.

Maetta, proprietario del terreno e della fascia frangivento, presentò al Comune di Latina istanza di accertamento di conformità e istanza di accertamento di compatibilità paesaggistica per il muro di cinta e il passo carrabile. Nel 2014, l’Ente di Piazza del Popolo, senza aspettare il nulla osta regionale, accordò il permesso a costruire in sanatoria.

Un atto, quest’ultimo, che nel 2018 fu annullato in autotutela dallo stesso Comune poiché fondato “su un erroneo presupposto di valutazione di quanto stabilito” dalla norma regionale. È proprio quest’ultimo atto amministrativo che Maietta ha impugnato al Tar che, in prima battuta, nell’aprile 2019, sospese il provvedimento del Comune stabilendo che l’ente dovesse riesaminare la pratica sulla base di ulteriori dati forniti dall’ex assessore al Bilancio. Dati che, però, Maietta non ha inviato né al Comune né alla Regione (che comunque ha giudicato negativamente l’autorizzazione del Comune); sono state presentate una memoria e una replica dai suoi legali giudicate tardive dal Tar.

Ecco perché il Tar, non ravvisando “alcun elemento utile a consentire la rivalutazione della sua posizione rispetto a quanto emerso nel corso del procedimento di annullamento in autotutela”, ha confermato l’annullamento in autotela della sanatoria concessa nel 2014 a Maietta il quale, secondo i giudici amministrativi, “ha taciuto alle Amministrazioni competenti le informazioni necessarie per accertare se la fascia frangivento avesse perso la propria funzione pubblica, né ha ritenuto di fornirle nel corso del giudizio”.
Il provvedimento comunale del 2014 va quindi annullato “perché rilasciato su presupposti erronei, in quanto pone a legittimazione urbanistico-edilizia opere per le quali non risulta essere stato rilasciato il preventivo e necessario nulla osta regionale circa il vincolo paesaggistico gravante sull’area interessata dai lavori abusivi”.

Maietta è stato condannato alle spese per un valore di 2mila euro.

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