SAN FELICE CIRCEO: MUORE CARBONIZZATO DENTRO UN CONTAINER

Morto carbonizzato dentro il container in cui dormiva: tragedia a San Felice Circeo dove a perdere la vita è stato un bracciante indiano

Sono in corso le indagini dei Carabinieri per ricostruire la morte di un bracciante indiano, dipendente di un’azienda agricola del luogo, Agri Farano, che insieme a un suo connazionale dormiva dentro il container fornito loro dal datore di lavoro.

A dare notizia dell’accaduto è stato il sociologo, attento da sempre al mondo dei lavoratori extracomunitari sfruttati, Marco Omizzolo. Il bracciante agricolo, di circa 50 anni, D.L. le sue iniziali, non è riuscito a fuggire al contrario dell’amico che dormiva con lui dentro il container. Sul posto, oltreché ai Carabinieri, anche i Vigili del Fuoco. Il container è stato posto sotto sequestro dopo l’arrivo dei soccorsi intorno alle 19 di ieri sera 17 marzo.

Secondo una prima ricostruzione, il container sarebbe andato a fuoco a causa di una stufa in cattivo stato e non funzionante correttamente..

“Ieri nelle campagne di San Felice Circeo – ha scritto Omizzolo sul suo profilo Facebook – è morto carbonizzato un lavoratore indiano per via di un incendio del container in cui dormiva dentro l’azienda del padrone. Una vergogna assoluta. L’ennesima. Sfruttati e carbonizzati. E c è ancora chi parla solo di lavoro grigio e nega anche pubblicamente ogni forma di disagio, violenza e sfruttamento. Ci crediamo assolti ma siamo tutti coinvolti. Attenzione ora anche agli speculatori italiani e indiani. Abbiamo truffatori di ogni origine e spregiudicatezza”.

Una vergogna, una sconfitta che riguarda tutti noi”, così il segretario generale della Fai Cisl di Latina, Islam Kotb, commenta la tragedia.

Per il sindacalista è l’ennesima tragedia “nel mondo degli invisibili che contribuiscono a raccogliere il cibo che finisce tutti i giorni sulle tavole degli italiani. Sono anni che cerchiamo di far comprendere alle istituzioni le difficoltà che affronta chi rimane invisibile, il messaggio deve arrivare anche a chi nega l’evidenza o fa finta che la cosa non ci riguardi tutti. Il cibo sulle nostre tavole viene garantito anche da queste persone, che spesso vivono e muoiono da invisibili nelle campagne della nostra provincia”.

“Questa, oltre ad essere una vergogna per tutti – conclude Kotb – è anche una sconfitta sociale che ancora una volta ci porta a ribadire di attivare immediatamente azioni concrete tra le parti sociali e le istituzioni per contrastare e prevenire queste situazioni di miseria e sfruttamento. Serve una politica seria per gli alloggi e i trasporti dei braccianti, servono maggiori ispezioni e controlli, e vanno realizzati progetti di inclusione sociale e inserimento lavorativo per debellare qualsiasi forma di emarginazione e sfruttamento”.

Articolo precedente

BORSA MEDITERRANEA DEL TURISMO: REGIONE LAZIO PER LA PRIMA VOLTA

Articolo successivo

UNO SPORTELLO DI ASCOLTO PER I DIPENDENTI PUBBLICI, L’INIZIATIVA DI CISL FP LATINA

Ultime da Cronaca