SALE CIVICHE IN USO GRATUITO A LATINA, LA VERSIONE DI FRATELLI D’ITALIA

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Cesare Bruni

Mozione sull’uso gratuito delle sale comunali per i gruppi consiliari a Latina, Bruni (Fratelli d’Italia): “Un po’ di chiarezza”

“Sulla mozione presentata dal movimento cinque stelle occorre fare alcune precisazioni e soprattutto chiarezza. La mozione presentata aveva l’unico scopo di assicurare ai soli gruppi consiliari, ossia i soli partiti rappresentati in consiglio, l’uso gratuito delle sale consiliari. La motivazione fornita, in sintesi, era che così si agevolava la partecipazione politica della cittadinanza.

Sin dall’inizio del dibattito, da più parti, si evidenziava che il perimetro proposto, i soli gruppi consiliari, era riduttivo e che semmai andava affrontata la questione della mancanza di spazi per l’associazionismo. In particolare, per correttezza, è stato il consigliere Ranaldi a porre per primo il tema. Nel mio intervento rilevavo che inserire la gratuità delle sale pubbliche per i soli gruppi consiliari avrebbe agevolato semmai la partecipazione politica della cittadinanza legata ai partiti rappresentati in consiglio e non di tutti. In sostanza c’era il rischio di privilegiare alcune forze politiche e di penalizzarne altre.

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Per essere chiari si sarebbero create le condizioni per cui, ad esempio, il movimento 5 stelle, ho un altro partito rappresentato in consiglio, per una sua iniziativa politica avrebbe potuto usufruire gratuitamente delle sale pubbliche, mentre, sempre per esempio, il partito dei comunisti italiani, o altro partito non rappresentato in consiglio, per una medesima iniziativa avrebbe dovuto pagare. Il panorama delle forze politiche non si esaurisce con quelle presenti nel consiglio comunale per cui un tale provvedimento sarebbe stato iniquo ed antidemocratico. Alla luce di queste prime criticità emerse veniva presentato, per tentare di raddrizzare il tiro della mozione, un emendamento per allargare il perimetro della gratuità alle associazioni. Era, ed è evidente, però, vista la complessità del tema e di diritti importanti che riguarda, che il tema non poteva essere liquidato con degli emendamenti.invitavo pertanto con serenità la consigliera Ciolfi a ritirare la mozione per portarla in commissione. Proposta che veniva respinta con veemenza.

Sul punto, è bene chiarire che, è vero che la mozione nel dispositivo impegnava a portare la questione in commissione, ma è altrettanto vero che un conto, alla luce delle tante criticità rilevate, è ritirare la mozione per riscriverla da capo, altro è votare una mozione raffazzonata, incompleta, non coerente, quale sarebbe uscita dagli emendamenti che si sarebbero dovuti fare sia nelle premesse che nel dispositivo. Alcuni interventi, poi, delle opposizioni tentavano, probabilmente perché consapevoli della insostenibilità della mozione, il focus della discussione dalla richiesta originaria-gratuità delle sale per i gruppi consiliari- sulle problematiche delle associazioni. Così come nelle motivazioni, probabilmente anche qui nella consapevolezza della fragilità delle motivazioni originarie ,si passava dalla mera attività politica ad iniziative anche culturali come ad esempio la presentazione di libri.

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Successivamente ad un dibattito infuocato ed a volte francamente imbarazzante, la proponente chiedeva una sospensione per una riunione dei capigruppo. In questa riunione, come poi ribadito in aula, evidenziamo che le ulteriori motivazioni, se non approfondite seriamente, rischiavano di generare altre situazioni inique.per fare un esempio, se l’iniziativa di presentare un libro era di uno dei partiti che siedono in consiglio, la sala sarebbe stata gratuita; se invece uno scrittore non voleva agganciarsi ad un partito o se l’iniziativa fosse stata di un partito che non siete in consiglio, la sala doveva essere pagata. Anche per l’emergere di queste ulteriori criticità veniva nuovamente formulato l’invito al ritiro, che ancora una volta veniva respinto. La consigliera dei cinque stelle invitava la maggioranza a fare qualunque emendamento ma, proprio per la delicatezza della intera questione, la maggioranza non accettava detta proposta. Rientrati in aula, poi, la proponente comunicava la sua intenzione di ritirare la mozione. Nell’apprezzare il ritiro, alla fine, della mozione per poter approfondire serenamente i tanti profili emersi ed eventualmente redigere un documento coerente ed equo, occorre sottolineare il contributo dato da diversi consiglieri per evidenziare la complessità e la delicatezza del tema trattato. La maggioranza non ha certamente voluto comprimere spazi della politica e della democrazia.

È esattamente il contrario poiché l’approvazione di una mozione che garantisca la gratuità degli spazi del Comune, quindi pubblici, unicamente ai gruppi consiliari avrebbe cristallizzato un ingiusto privilegio e mortificato proprio la politica e la partecipazione dei cittadini che non sono solo quelli dei partiti rappresentati in consiglio. Così come l’eventuale gratuità delle sale comunali ad attività culturali deve necessariamente tener conto anche di quelle realtà che non sono legate ai partiti. Solo considerando tutti i profili di criticità si potrà evitare di partorire provvedimenti iniqui che non garantiscono uguali diritti a tutti i cittadini.

Così, in una nota, il consigliere comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia Latina, Cesare Bruni.

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