SACCHEGGIA TABACCHERIE E LOCALI A LATINA: CHIESTO IL PATTEGGIAMENTO

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Arrestato con l’accusa di aver messo a segno una decina di furti a Latina: è iniziato il processo per il 22 enne di Latina Mattia Di Raimo

Si è aperto il processo davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Elena Nadile, che vede ul banco degli imputati il 22enne di Latina, Matteo Di Raimo, accusati di aver messo a segno una serie interminabili di furto nel capoluogo. Difeso dagli avvocati Marco Pandozi e Roberta Verzicco, il 22enne deve rispondere di diverse circostanze. Di Raimo, arrestato presso la sua casa al Villaggio Trieste, in Via Virgilio, è accusato dalla Divisione Anticrimine della Polizia di Stato di Latina di aver commesso una serie di furti nel capoluogo.

Il primo dei furti sarebbe stato commesso da Di Raimo lo scorso 9 aprile 2024 quando il giovane avrebbe asportato dalla tabaccheria Magnanini 510 euro tra sigarette e contanti. Il giorno successivo, il 10 aprile, non pago, Di Raimo sarebbe tornato sempre alla stessa tabaccheria saccheggiandola nuovamente: 400 euro di contanti e 150 euro in sigarette.

Passano due mesi e Di Raimo, a giugno dello stesso anno, avrebbe colpito ancora: stavolta nel locale “Chicco D’Oro” dove avrebbe rubato la cifra di 300 euro dalla cassa. Il 6 giugno, il 22enne si sarebbe introdotto all’interno della pasticceria “Mille Voglie”, in Piazza Moro, e avrebbe rubato 210 euro tra contanti e dolci.

Non è finita perché Di Raimo, sempre nel mese di giugno, tra il 17 e il 18, decide di fare una razzia in tre locali nella stessa notte: prima alla Caffetteria Azzurra sul lungomare, poi alla pizzeria “Prima o Poi” in via Cesare Augusto e, infine, presso la pizzeria “Mc Giggi”, a ridosso del Colosseo. Il bottino è piuttosto rilevane: 65 bottiglie di olio d’oliva e due tablet, oltreché alla somma di 50 euro.

Già arrestato e poi rilasciato per aver depredato un distributore automatico di merendine all’interno del “Preziosissimo Sangue”, nel febbraio 2024, a fine giugno dello stesso anno, Di Raimo viene arrestato dalla Polizia di Stato e si avvale della facoltà di non rispondere davanti al giudice per le indagini preliminari Giuseppe Molfese, che ha firmato, su richiesta del pm Giuseppe Miliano, l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.

Ora, davanti al giudice monocratico, la difesa ha chiesto il patteggiamento alla pena a 3 anni di reclusione. Il processo è stato rinviato nell’attesa di conoscere il parere del pubblico ministero titolare dell’indagine.

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