Spiagge libere chiuse e accessi al lungomare limitati: questa dovrebbe essere la ricetta per consentire la fruizione da parte dei turisti del lungomare di Sabaudia.
Appunto, i turisti.
Ma andiamo con ordine. Il 19 aprile il presidente dell’Ente Parco Nazionale del Circeo, Antonio Ricciardi, ha rilasciato un’intervista al Messaggero nella quale proponeva una ricetta per salvaguardare il mercato turistico del litorale.
LA RICETTA DI RICCIARDI
“La stagione estiva ci sarà ma sarà diversa. Sarà necessario che i turisti comprendano che vacanza non significa solo mare ma prendano coscienza del fatto che occorre diversificare e optare anche per laghi, foresta e promontorio del Circeo. Dobbiamo rendere fruibile il Parco in tutti i suoi ambienti.
È evidente che viviamo un’emergenza economica e sociale. Non possiamo pensare di vietare alle persone di prendere il sole che tra l’altro fa bene alla salute ma sussistono comunque problemi di natura sanitaria e di ordine pubblico».
Il presidente dell’Ente Parco sottolinea come se negli stabilimenti balneare è possibile effettuare un distanziamento ed un controllo degli accessi questo sarà difficilissimo sulla spiaggia libera.
«I controlli potranno essere fatti bloccando l’afflusso delle auto al lungomare, contingentando gli accessi come avviene da sempre sulla costiera amalfitana, occorre trovare dei criteri per disciplinare gli afflussi.
Non possiamo pensare che una persona affitti una casa o venga in hotel e poi non possa andare al mare.
Dobbiamo attrezzarci affinché chi sceglie il Parco Nazionale del Circeo possa fare qualcosa. Potremmo pensare ad una forma di prenotazione giornaliera della spiaggia fino ad esaurimento di posti consentiti per evitare problemi di ordine pubblico. Non possiamo pensare di dover utilizzare i carri armati per bloccare l’assalto alla spiaggia di Sabaudia. È necessario che tutti accettino delle regole.
Ovviamente il ridotto impatto antropico non può che essere positivo per l’equilibrio delicato del Parco Nazionale del Circeo ma va comunque in contrasto con l’idea di sviluppo del territorio che l’Ente intende perseguire.
Pensiamo sia necessario far fruire a tutti l’ambiente ma in maniera diversificata prosegue il presidente dell’Ente Parco.
Si può pensare a piscine fruibili alternative al mare oppure ad aprire alla balneazione i laghi del Parco Nazionale del Circeo, laddove possibile. Il Parco in questo momento difficile c’è e ci vuole essere».
«Dovremo lavorare ad una disciplina di afflussi e distanze sociali anche per quanto riguarda le visite alle aree ricomprese nel Parco, al centro visitatori e alla foresta demaniale.
Ad esempio dobbiamo prevedere dispositivi, lungo i percorsi, per smaltire i guanti di plastica e le mascherine utilizzate. Una cosa è certa: le aree protette ed i parchi nazionali sono i luoghi dai quali ripartire dopo questa emergenza. Avranno una funzione importantissima nella ripresa».
IL MARE IN ESCLUSIVA PER CHI PAGA, E IL RESTO AL LAGO?
Leggendo le considerazioni di Ricciardi viene il dubbio che la divisione tra chi potrà andare al mare e chi dovrà accontentarsi della piscina o del lago sarà fatta in base al reddito.
Sia chiaro non è Ricciardi a volere questa suddivisione, ma potrebbe essere una diretta conseguenza della “ricetta Ricciardi”.
Se è vero come è vero che l’accesso al mare va garantito agli affittuari o a chi va negli stabilimenti e che controllare le spiagge libere è impossibile (a riportare la frase è il Messaggero), sorge il dubbio che lo splendido lungomare di Sabaudia sia, almeno per questa stagione estiva, a esclusiva di chi può permettersi di affittare una casa o pagare un abbonamento agli stabilimenti balneari.
Se gli ingressi saranno contingentati sorge un dubbio: a quante persone verrà permesso l’accesso? Bisognerà pagare per entrare?
IL “MODELLO DELLA COSTIERA AMALFITANA”
Ricciardi cita come modello la costiera amalfitana, ma la fruizione della Costiera Amalfitana è tutt’altro che inclusiva e democratica.
E a dirlo non siamo noi ma chi nella zona ci vive. Infatti il sito SalernoSera.it ha parlato, in una sua recente inchiesta, di spiagge “privatizzate” e mare proibito.
Insomma non vorremmo che per evitare il contagio si escludano le persone che non hanno la possibilità di pagare un abbonamento agli stabilimenti balneari, perchè questo si che sarebbe antidemocratico ed esclusivo.