SABAUDIA: AVIS COMUNALE COMPIE 40 ANNI

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Sabaudia: l’Avis comunale festeggia i primi 40 anni di attività, il sindaco Gervasi ha ricevuto il presidente in carica Armando Bianchet

LA NOTA – L’Avis comunale di Sabaudia festeggia i suoi primi quarant’anni di attività sul territorio, un’azione mirata e sinergica che ha contribuito a sviluppare nella comunità sentimenti di altruismo e generosità attraverso la donazione del sangue e un’opera di sensibilizzazione anche in merito alla promozione della salute e del benessere della persona. Quattro decenni di lavoro che oggi portano l’associazione e suoi volontari a partecipare in maniera importante all’approvvigionamento di sangue nel territorio regionale, contribuendo a salvare numerose vite umane. 

Nella giornata di ieri 18 dicembre, giorno di fondazione della sezione di Sabaudia dell’Avis, il sindaco Gervasi ha ricevuto il presidente in carica Armando Bianchet e alcuni volontari, per festeggiare simbolicamente questo primo ed entusiasmante traguardo raggiunto, proprio nel luogo in cui nello stesso giorno del 1980 veniva decretata la nascita ufficiale dell’associazione: l’aula consiliare

Il primo cittadino, a nome dell’Amministrazione comunale e della comunità tutta, ha consegnato loro con una targa ricordo e omaggiato l’Avis con l’affissione in città dei manifesti celebrativi il suo quarantennale. 

“Le misure Covid non hanno permesso l’organizzazione di una festa per questo importante avvenimento, ma questa giornata non poteva passare inosservata, soprattutto perché l’opera dell’Avis, seppur con tutte le dovute prescrizioni e con diverse modalità di svolgimento, è proseguita senza sosta anche in questi difficili mesi di emergenza socio-sanitaria – ha commentato il sindaco Gervasi Il mio ringraziamento va a tutti coloro che negli anni hanno contribuito a rafforzare l’associazione e la sua identità, coinvolgendo e sensibilizzando la cittadinanza e formando intere generazioni di donatori, a quanti hanno creduto nella forza del dono e nell’importanza della donazione del sangue, vista come atto di solidarietà e prima ancora come un dovere civico”.  

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