SABAUDIA: ALL’AREA TECNICA ARRIVA IL DIRIGENTE A PROCESSO CON L’EX SINDACO DI FORMIA

Comune di Sabaudia
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Passaggio di consegne all’Area tecnica del Comune: Corrado Corradi in pensione, subentra Giuseppe Caramanica

Passaggio di consegne al comune di Sabaudia. Dopo due anni di servizio nella città delle dune, l’ingegnere Corrado Corradi, dirigente dell’Area tecnica, ha raggiunto l’età della pensione. Stamattina, nella stanza del sindaco di Sabaudia, la cerimonia organizzata dal Primo cittadino. Un incontro ufficiale per salutare il professionista e riconoscere il suo contributo all’Amministrazione comunale, consegnandogli una targa.

“Ho voluto organizzare questo incontro per salutare l’ingegner Corradi e augurargli buon riposo”. Così il sindaco Mosca, ricordando gli ultimi due anni di lavoro di Corradi a Sabaudia, seppure “in prestito” dal Comune di Pontinia. 

“È stato un piacere avere trascorso, seppure per un tempo breve, questi ultimi due anni di lavoro al comune di Sabaudia”. Queste le parole nel neo pensionato Corradi, visibilmente commosso. Presenti alla cerimonia l’Amministrazione comunale e alcuni Capi settore del Comune, a testimonianza dell’importanza del momento.

Il ruolo di dirigente dell’Area tecnica è stato affidato all’architetto Giuseppe Caramanica, che ha già iniziato a lavorare per pianificare e avviare i numerosi progetti di lavori pubblici necessari per Sabaudia. Il Comune punta su una nuova fase di sviluppo per migliorare le infrastrutture e i servizi della città, e Caramanica è già all’opera per raccogliere questa sfida.

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A luglio 2023, Caramanica è stato rinviato a giudizio insieme all’ex sindaco di Formia, Sandro Barolomeo, e altre 15 persone per un indagine che ha messo al centro dell’attenzione alcuni appalti nel Comune del sud pontino. Caramanica, infatti, è un ex Dirigente del Comune di Formia, dal 2019 nel Comune di Itri, poi ancora a Formia scelto dall’attuale Sindaco Gianluca Taddeo, infine in forza all’Ater di Latina, prima di insediarsi nell’area tecnica del Comune di Sabaudia.

In una degli episodi contestati (avvenuto nel 2015) dal pm di Cassino, Chiara D’Orefice, Caramanica, insieme ad altre persone, tra dipendenti della pubblica amministrazione e imprenditori, avrebbe turbato la gara per l’illuminazione pubblica. In concorso tra loro, secondo l’accusa, si accordavano preventivamente e clandestinamente, turbando la gara per la realizzazione di impianti di pubblica illuminazione nel Comune di Formia pilotando l’assegnazione alla ditta casertana di Casapesenna Garofalo Costruzioni srl tramite continui contatti al di fuori dei normali canali istituzionali, sia nelle fasi precedenti alla definitiva assegnazione dei lavori, sia prima dell’inizio dei lavori, sia nel corso e alla fine dei medesimi, sfruttando le relazioni esistenti con funzionari politici regionali e nazionali, e ricorrendo, con la delibera 15 maggio 2015, alla ”procedura ristretta del cottimo fiduciario“, iter non previsto nel caso di “realizzazione di nuovi impianti di pubblica illuminazione”.

Inoltre i dirigenti e funzionari, nella procedura, hanno operato un frazionamento dell’appalto che avrebbe eluso i limiti di valore previsti al solo fine di affidarlo senza ricorrere alla gara pubblica. C’è di più: non fu acquisita la prevista comunicazione antimafia relativa a Raffaele Garofalo, turbando così il procedimento per la scelta del contraente così da arrivare all’aggiudicazione fraudolenta della procedura relativa alla “realizzazione di pubblica illuminazione” per un importo iniziale di C 89.701,33 (ribasso di oltre il 42%) in favore della suddetta “Garofalo Costuzioni” e nonostante il parere contrario dell’Avvocatura Comunale. Il processo riprenderà il prossimo gennaio, sebbene per molti capi d’imputazione ci sarebbe in agguato la prescrizione.

Nel 2015, l’architetto fu rinviato a giudizio dal Tribunale di Cassino per un’altra indagine, insieme all’allora dirigente ai Lavori Pubblici del Comune di Formia Marilena Terreri (anche lei coinvolta nel processo degli appalti pubblici a Formia) e al direttore dei lavori di riqualificazione in villa comunale, della ditta CoGeVer, Francesco Verrazzo, per lo spostamento e la pulitura impropria di alcuni beni archeologici del patrimonio comunale e in violazione dell’articolo 169 del codice dei beni culturali.

I fatti risalivano al 2014 quando, come ricordava un articolo del sito “H24”, in occasione dell’arrivo a Formia del governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, i tre avrebbero spostato dalla loro sede, il Coni Bruno Zauli di Formia, alcuni delicati reperti di origine romana, tra cui capitelli, frammenti di piscine romane e altro, per portarli alla villa comunale, che nel frattempo era ancora oggetto di riqualificazione appaltata alla ditta CoGeVer.

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