ROMA-LATINA E CISTERNA-VALMONTONE: I COMITATI VANNO IN PRESIDIO AL MIT. I 5STELLE CHIAMATI A REAGIRE

Un’immagine dal Presidio tenuto di fronte al Mit il 29 giugno 2019
Un’immagine dal Presidio tenuto di fronte al Mit il 28 giugno 2019

I Comitati No Corridoio Roma-Latina e No Bretella Cisterna-Valmontone annunciano per mercoledì 15 luglio un presidio di fronte al Ministero dei Trasporti a Roma: la protesta contro l’inserimento dell’autostrada a pedaggio Roma-Latina e la Bretella Cisterna-Valmontone tra le opere prioritarie nel Decreto Semplificazioni voluto dal Governo Conte

A leggere le cronache pontine, parrebbe il sol dell’avvenire: il Governo giallorosso, retto dalla maggioranza M5S-Pd-Leu-Italia Viva, ha introdotto nel Decreto Semplificazioni (in realtà, in un allegato ad esso) anche le due opere che, da sempre, anche Latina Tu bolla come inutili e dannose (ndr: senza pretese ipocrite di equidistanza, chi scrive ha partecipato e partecipa alle battaglie del Comitato No Corridoio da anni).

Il provvedimento del Governo è un “salvo intese“, dunque passibile di essere modificato. Certo è che la decisione di inserire l’autostrada e la bretella, non cambiando di una virgola il progetto di realizzazione (almeno a quanto è finora trapelato), appare piuttosto bizzarra: infatti, non è un Comitato di persone “legate all’età della pietra”, “contro il progresso” (così come vengono additati da qualche disinformato “leone da tastiera” i militanti contro le opere), ad aver cristallizzato il progetto economico-finanziario di Autostrade del Lazio come un disastro a detrimento della collettività e a favore del privato. Sono invero due tra le più alte Istituzioni italiane: il Consiglio di Stato con l’ausilio “peritale” di Bankitalia che, nel settembre 2018 (quasi due anni fa), accolsero il ricorso della Salini Impregilo contro il Consorzio Sis (vincitore della gara d’appalto), demolendo l’impianto del project financing.

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E suona vieppiù bizzarro che il Governo non abbia voluto specificare sul tracciato dell’opera che, se non dovesse cambiare, lo ribadiamo declamando nel deserto, non collegherebbe Latina a Roma ma si fermerebbe prima dell’Eur. Con un aggravante: il tragitto – benché qualche solone parli di sconti per pendolari, lavoratori ecc. con sfere di cristallo del tutto immaginifiche – sarebbe a pagamento: col vecchio (e attuale) project financing siamo a oltre 12 euro A/R Latina-Roma.

Ecco allora che i Comitati tornano in pista, dopo l’ultimo evento pubblico celebratosi a Roma a gennaio scorso quando, invitati al confronto partiti politici e rappresentanti istituzionali a favore dell’autostrada, ci fu, a fronte di un’ottima affluenza di cittadini, una diserzione totale di uomini e donne della politica. A parte l’eccezione del sindacalista della Cisl pontina Roberto Cecere.

Non sarà – e non può esserlo – sufficiente a placare i timori dei militanti dei Comitati, ma è certo che, all’interno del Movimento Cinque Stelle, da sempre contrario alle due opere, si vive sconcerto per quanto uscito dal Consiglio dei Ministri. I consiglieri regionali pentastellati hanno già comunicato pubblicamente la loro contrarietà alle due arterie a pagamento, tanto più che l’ex candidata a Governatore del Lazio, e attuale consigliere regionale 5Stelle, la romana Roberta Lombardi, dichiarò, nella campagna elettorale del 2018, che chi avesse voluto l’autostrada a pedaggio avrebbe fatto meglio a non votarla.

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La sensazione è che, all’interno del Movimento 5 Stelle, ci sia un Governo composto dai pentastellati stessi e poi gruppi di eletti dello stesso colore che, anche in questa occasione, devono ogni giorno attuare un’opera di pressing (spesso non pubblicamente) per far valere le cosiddette ragioni dei territori, invitare a conoscere chi non può sapere tutto cosa comportino alcune scelte assunte esclusivamente a tavolino e per mediare tra più forze di Governo, e ricordare che il collegamento col “basso” è tutto altrimenti si diventa, per sempre, simbolo elettorale (che può andare bene o può andare male elettoralmente parlando ma si finisce definitivamente in ciò che hanno detto sempre di odiare: la partitocrazia).
E questo, alla lunga, può essere lacerante sopratutto perché, dopo anni di palleggiamenti di maggioranze a favore di leggi obiettivo e cementificazioni come non ci fosse un domani, sarebbe una beffa storica ricordare un Governo a marca pentastellata decisore di un’opera come quella autostradale. E sì che di alternative, come l’adeguamento in sicurezza, non mancherebbero.

Al di là dei conflitti interni al 5stelle, le altre forze politiche non hanno dubbi: tutti a favore senza se e senza ma, e il Consiglio di Stato? E Bankitalia? Omessi, come non esistessero. Atteggiamento aiutato da una stampa, quella pontina, completamente in appoggio alle opere a pagamento in un connubio dove si fa fatica a comprendere la differenza tra politico e giornalista. Senza contare, le articolesse in cui brontosauri del passato pontino, che di disastri amministrativi ne hanno compiuti a iosa, concionano di opere annesse come si fosse al supermercato.

LA NOTA DEI COMITATI NO CORRIDOIO ROMA-LATINA E NO BRETELLA CISTERNA-VALMONTONE
In 20 anni di battaglia civica dei Comitati contro l’autostrada Roma-latina e la bretella Cisterna- Valmontone, contro i continui tentativi di aprire il cantiere, rispondevamo: “quando l’ingiustizia diventa legge, ribellarsi è giusto!” e “ogni cantiere sarà un presidio permanente!”

Un’immagine di una manifestazione del Comitato No Corridoio risalente al febbraio 2019

Ribadiamo che entrambi gli slogan continuano ad essere attuali e saremo conseguenti come sempre a metterli in pratica. Pensavamo di essere in uno Stato di diritto e democratico, ma con l’ultimo Decreto “semplificazioni” emanato dal Governo non è più così.

Pensavamo che dopo la “criminogena”, così definita dall’Anticorruzione (ANAC), Legge Obbiettivo del 2001 e il suo fallimento, qualsiasi Governo non avrebbe mai riproposto nulla di simile. Sbagliavamo. Con la scusa del Covid 19, il Governo Conte e la ministra De Micheli, come avvoltoi si sono gettati sulla preda, riproponendo in nome dell’emergenza, la stessa minestra riscaldata delle inutili grandi opere miliardarie, ma con un estrema aggravante: la sospensione delle norme come il Codice degli Appalti e la nomina dei Commissari che avranno carta bianca per scavalcare leggi, ridurre i tempi e aggirare le regole, pur di far partire senza se e senza ma, i cantieri.

A nulla sono valse le nostre richieste di applicare due articoli importanti del nuovo Codice degli Appalti: il “Debaté Public” con le Comunità coinvolte dal tracciato per decidere sull’opera e il “Project Review” al fine di modificare un progetto come è avvenuto per Corridoio Tirrenico Settentrionale che è stato ritirato a favore della messa in sicurezza della Via Aurelia.

Visto che l’autostrada Roma-Latina è la prima delle opere elencate in questo decreto tanto veloce a superare tutto e tutti pur di devastare la nostra terra, i Nodi Territoriali dei Comitati NOcorridoio/NObretella, daranno una prima risposta di ferma e rinnovata opposizione, con un PRESIDIO sotto la sede del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il 15 Luglio 2020 dalle ore 14,30 in Piazza di Porta Pia,1 a Roma.

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