Rissa e sparatoria a Sezze, le indagini per rintracciar l’autore del ferimento della 20enne Martina continuano. Lo sfogo dei genitori
Detenzione illegale di munizioni ed arma comune da sparo e lesioni personali, su queste accuse continuano le ricerche della Compagnia dei Carabinieri di Latina per individuare il 35enne rumeno autore dello sparo che, per errore, ha colpito la 20enne di Roma, Martina Girladi, in visita dal ragazzo a Sezze nella maledetta serata del 27 aprile.
Come noto, in zona “Ferro di Cavallo”, durante una rissa tra bande rivali di albanese e rumeni, l’uomo ha esploso un colpo d’arma da fuoco che rimbalzando a terra ha ferito Martina Giraldi, 20 anni, colpendola alla coscia. La ragazza è stata trasportata immediatamente presso il nosocomio di Latina “Santa Maria Goretti”, dove i medici gli hanno asportato il proiettile. Le vittima, che si trova tutt’ora presso l’ospedale di Latina, versa in buone condizioni e ne avrà per circa 30 giorni.
Leggi anche:
RISSA E SPARATORIA SEZZE: RAGAZZA FERITA DA UN COLPO
Intanto, il Prefetto di Latina, Maurizio Falco, ha convocato un comitato per l’ordine e la sicurezza, alla presenza di tutte le massime istituzioni politiche e delle forze dell’ordine, in ragione del ferimento di Martina e dello sparo avvenuto nei pressi della Galleria Pennacchi a Latina.
Sulle colonne del sito d’informazione “Fanpage”, i genitori della 20enne hanno espresso il loro disappunto rispetto alle forze dell’ordine e alla situazione di pericolo che ha vissuto la figlia.
“Non miravano a lei – ha spiegato la madre di Martina, Laura Loreti – un uomo è entrato nel bar e ha estratto la pistola. Ha puntato verso la pancia del barista che, istintivamente, ha abbassato l’arma. Ma lo sparo c’è stato. Ci dicono che è stata fortunata, che avrebbe potuto perdere la vita. Ma per noi è follia. Lei ha visto cosa è successo, il trauma è forte”.
“All’una e cinque ho ricevuto dei messaggi da mia figlia – ha detto Alessandro Giraldi, il padre di Martina – Mi aveva detto che c’era stata una rissa enorme, un gran casino, una guerra fra ragazzi. Così le ho suggerito di entrare nel bar, per ripararsi. Era insieme al compagno e alla sorella”.
E ancora. “Abbiamo parlato con il prefetto e il questore. Ancora non l’hanno trovato – aggiunge la madre ai cronisti di “Fanpage” – Non sappiamo dove sia né chi sia. Chiediamo a chi ne sa qualcosa, di collaborare. La rissa è scoppiata alle 22 e la prima volante sul posto è arrivata all’una e mezza, quando mia figlia era già in ospedale: come è stato possibile?”.
“Noi oggi chiediamo soltanto che venga fatta giustizia. Da papà – conclude Alessandro Girladi – ricevere una chiamata dicendo che hanno sparato alla propria figlia è qualcosa di inspiegabile. Non lo auguro al mio peggior nemico”.