RISSA AL BAJAMAR, FDI METTE NEL MIRINO QUESTORE E CARABINIERI E INTERROGA PIANTEDOSI

Hotel Bajamar di Formia: dopo il provvedimento di sospensione dell’attività impartita dal Questore di Latina, arriva l’interrogazione parlamentare

Negli ultimi tempi, da parte di Fratelli d’Italia, in provincia, è tutto un fioccare di complimenti e solidarietà nei confronti delle forze dell’ordine. Complimenti che si fermano quando, ad essere toccato, è un imprenditore, in questo caso Roberto Sorrenti, da Formia, che evidentemente è talmente importante da meritare una interrogazione parlamentare a risposta orale presentata lo scorso 19 febbraio dal deputato di Fratelli d’Italia, Luciano Ciocchetti.

Sorrenti, dato per vicino al presidente del consiglio comunale Pasquale Cardillo Cupo (Fratelli d’Italia), è stato recentemente raggiunto da un provvedimento verso cui ha fatto ricorso al Tar. Si sta parlando, ovviamente, della sospensione dell’attività decisa dal Questore di Latina, Fausto Vinci.

Il motivo della sospensione del locale è riconducibile alla famigerata rissa di Capodanno poiché i gestori non hanno chiamato le forze dell’ordine come prevede il testo unico di pubblica sicurezza. Una versione che Roberto Sorrenti, il titolare dell’hotel smentisce: “Non solo li abbiamo chiamati alle 3.19 con una chiamata di 2 minuti, ma abbiamo anche spento immediatamente la musica e allontanato le persone, consegnando subito i video delle videocamere ai Carabinieri per individuare e fare cosi loro un Daspo Urbano”.

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Tuttavia, il Questore di Latina ha disposto la chiusura temporanea e la sospensione della licenza dell’hotel di Formia, che nella notte di capodanno era stato teatro di una violenta rissa. Durante i festeggiamenti per il nuovo anno, intorno alle tre del mattino, era infatti scoppiata all’interno del locale una violenta lite tra gli avventori ed erano state allertate le forze dell’ordine.

All’arrivo delle pattuglie, due equipaggi dell’Arma dei Carabinieri e uno della Guardia di Finanza, i responsabili si erano già allontanati ma i testimoni hanno raccontato dei disordini avvenuti poco prima,  segnalando anche la presenza di persone armate di coltelli, nonché di un noto pregiudicato del posto visto allontanarsi sporco di sangue.

Gli accertamenti effettuati dai poliziotti della Divisione P.A.S.I. a seguito dei fatti, hanno fatto scattare anche i controlli amministrativi sul locale ed è emerso come questo fosse in realtà privo della prescritta licenza per l’attività di pubblico spettacolo e quindi che non potesse essere adibito a discoteca, come viceversa era stato fatto per festeggiare il veglione.

Alla luce di quanto accertato e del pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica, è stato adottato dal Questore il provvedimento ai sensi dell’art.100 del Testo unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, per la durata di 15 giorni.

Ebbene, contro quel provvedimento, oltreché a un legittimo ricorso al Tar, è arrivata l’interrogazione parlamentare di Ciocchetti, il quale recentemente si era speso anche con un intervento pubblico di difesa per il presidente del consiglio comunale Pasquale Cardillo Cupo, criticato dall’opposizione per il doppio ruolo di avvocato penalista e politico.

Ciocchetti si rivolge direttamente al Ministero dell’Interno, Matteo Piantedosi, asserendo che la “difesa dell’hotel ha successivamente ottenuto, tramite accesso al Nue 112, copia degli audio delle due telefonate realmente effettuate, contraddicendo quanto ripetutamente riportato nei documenti ufficiali trasmessi dalla questura e dai carabinieri. Nonostante la produzione di tale prova inconfutabile, a quanto consta all’interrogante, il questore della provincia di Latina ha rifiutato di revocare in autotutela il provvedimento di sospensione, nonostante le ripetute sollecitazioni della difesa”.

Ciocchetti si chiede “quali siano le modalità con cui vengono adottati i provvedimenti di sospensione della licenza ai sensi dell’articolo 100 Tulps e i criteri con cui vengono effettuati gli accertamenti preliminari all’emissione di tali provvedimenti; quali verifiche interne siano state disposte per accertare le ragioni per cui, nel caso in esame, sia stata negata l’esistenza delle telefonate di emergenza, nonostante la successiva acquisizione degli audio da parte della difesa dell’hotel Bajamar Srl; ove quanto esposto in premessa fosse confermato, per quale motivo il questore di Latina abbia rifiutato di procedere alla revoca in autotutela del provvedimento adottato, nonostante l’emersione di elementi di fatto idonei a dimostrare l’inesattezza delle circostanze poste a fondamento del provvedimento stesso”.

Un’interrogazione che mette in dubbio l’operato di Questore e Carabinieri, lontana anni luce da salamelecchi e ringraziamenti pubblici che il partito di Fratelli d’Italia in provincia propina alle forze dell’ordine da qualche tempo a questa parte.

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