RISCUOTEVA TRIBUTI E NON LI VERSAVA: ABBREVIATO PER LA TITOLARE DI UN’AGENZIA ABUSIVA A LATINA

Peculato con l’agenzia di poste telematiche abusiva: è iniziata l’udienza preliminare che vede come indagata una donna di Latina

Il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Barbara Cortegiano, ha accolto l’istanza di rito abbreviato per Giuseppina Romano, difesa dall’avvocato Alessandro Saieva. La donna, 66enne, deve rispondere di peculato. Accolta anche la richiesta di parte civile di una persona ritenuta dall’accusa truffata e difesa dall’avvocato Giovanni Luparo. Il rito abbreviato verrà discusso il prossimo 17 marzo 2026.

Il caso della donna è emerso a maggio 2024 quando i militari del Gruppo di Latina, guidati dal tenente colonnello Ivano Cerioni, hanno effettuato un’attività di indagine di iniziativa nei confronti di un’agenzia di Latina, operante sotto l’egida di “poste telematiche” e dedita all’attività di riscossione di tributi ma in realtà utilizzata per appropriarsi indebitamente delle somme in buona fede corrisposte dagli ignari cittadini in buona fede.

In tale ambito, sarebbe emerso che la titolare della citata agenzia avrebbe raccolto da numerosi privati, dal 2017 in poi, somme di denaro in assenza delle prescritte autorizzazioni, asseritamente destinate al pagamento di tributi locali, rilasciando false ricevute di pagamento e trattenendo per sé gli interi importi, non versandoli come in realtà lasciato intendere agli utenti.

A seguito di riscontri effettuati presso il Comune di Latina su centinaia di posizioni e l’analisi di documentazione amministrativo contabile, nonché l’effettuazione di accertamenti bancari richiesti e disposti dall’Autorità Giudiziaria e l’escussione in atti di numerose persone, a vario titolo coinvolte, sono stati ricostruiti elementi probatori per ipotizzare la commissione di uno strutturato meccanismo di truffa, protratto nel tempo, che ha consentito all’imprenditrice di raccogliere il relativo profitto a discapito di un numero elevato di cittadini, prevalentemente persone anziane.

Dai minuziosi accertamenti svolti, è stato infatti riscontrato che le somme riscosse, sia a titolo di imposte che per le “prestazioni di servizio” eseguite, non venivano versate al Comune di Latina, nonostante la titolare dell’Agenzia avesse rilasciato false attestazioni di pagamento; in taluni casi, invece, le somme incassate venivano versate parzialmente a favore dell’ente comunale e solo a seguito di rimostranze dei clienti, che a loro volta avevano precedentemente ricevuto avvisi bonari di pagamento delle imposte locali se non addirittura la notifica di cartelle esattoriali.

La donna, ferma restando la presunzione di innocenza sino alla definizione dell’iter processuale, è stata pertanto denunciata per truffa e esercizio abusivo di attività finanziaria, come stabilito dal Testo Unico Bancario, per aver posto in essere l’esercizio abusivo – in assenza delle prescritte autorizzazioni – di attività di servizi di pagamento e delle attività di intermediazione finanziaria svolta nei confronti del pubblico in forma professionale.

I soggetti truffati ascoltati a sommarie informazioni dalla Guardia di Finanza sono stati circa una cinquantina per un’attività d’indagine che andava avanti da tempo. Si parla di somme per pagamenti di tasse quali Imu o Tari, da circa 300, 400 euro ciascuna. Il meccanismo fraudolento era piuttosto semplice: le persone, per lo più anziani, che avevano pagato le tasse versandole all’agenzia abusiva, quando venivano contattati dal Comune che non aveva ricevuto le somme (poiché trattenute dalla titolare), o pagavano una seconda volta oppure, se avevano mantenuto la ricevuta, per forza di cose, costringevano la titolare a dover pagare. La donna, infatti, solo allora versava la quota al Comune.

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