Il 10 Gennaio è andata in onda la Tavola Rotonda online sul problema dell’insabbiamento di Rio Martino e la conseguente impossibilità per i pescatori di poter uscire in mare
L’evento organizzato dalla Associazione Latina Città di Borghi e di Mare, una costola del Movimento Fare Latina e del Polo del Fare, ha coinvolto sia tecnici competenti sia i “balneari” in quanto coinvolti anch’essi dal problema comune della erosione del litorale e alla ricerca costante di una soluzione definitiva per la protezione del litorale.
È possibile rivedere l’evento registrato sulla pagina Facebook di Fare Latina Evolabor al seguente link.
Il confronto fra i relatori è stato moderato con accortezza da Gianluca Campagna che, dopo i saluti del Presidente Angelo Conti, ha aperto i lavori evidenziando il “grido di dolore dei pescatori” che regolarmente da anni si trovano ad affrontare lo stesso problema: lavorare e sostenere le loro famiglie.
“Come stabilito anche dall’art. 1 della nostra Costituzione – si legge in una nota di “Fare Latina” – il lavoro è un diritto che regolarmente viene negato a 25 famiglie per cause naturali amplificate però da mancati interventi da parte delle Autorità competenti, per trovare una soluzione a vantaggio del litorale e dell’ambiente ma anche del commercio, dello sviluppo economico e del turismo. Una soluzione che consenta di riportare all’antico splendore i Borghi marinari di Grappa e Sabotino che ormai si sono impoveriti a causa di una politica miope che non ha saputo valorizzare il territorio e continuare ad attirare il turismo legato anche al diporto nautico. A questo si aggiunge il dramma dei pescatori e delle loro famiglie.
Sembra una trama uscita dalla migliore penna di Giovanni Verga, una serie di congiunture negative che producono un impatto negativo su un intero territorio. Infatti, i “Malavoglia di Latina” non sono solo i pescatori ma anche tutti gli imprenditori e le famiglie che lavoravano con l’indotto del turismo nautico e balneare che nel corso degli ultimi anni è scemato non trovando più sul nostro territorio accoglienza e servizi di qualità.
Grido di dolore confermato dall’intervento di Eros Mariucci, portavoce dei Pescatori di Rio Martino, che conferma come attualmente sia impossibile uscire dal canale in quanto il pescaggio è inferiore a 30 cm e nonostante la loro costante richiesta di supporto finora il Comune ha fatto “orecchie da mercante”.
Il problema ha avuto anche l’amplificazione mediatica di Striscia la Notizia che con il servizio di Jimmy Ghione ha strappato la promessa ad Adriana Calì, assessore Ambiente e Marina, che entro il 31 gennaio avrebbe risolto il problema della “sabbia da smaltire”. Forse è proprio questo il nodo strategico da sciogliere: la sabbia è un problema da smaltire o una risorsa da gestire?”.
Sergio Cappucci, ricercatore ENEA, già dirigente del Servizio Ambiente del Comune di Latina, con il suo intervento ha spiegato con maggior dettaglio quanto già anticipato alcuni giorni fa sulla stampa locale.
“La sabbia non è un problema da smaltire, ma una risorsa da preservare e proteggere!
Nell’area sono stati già stati eseguiti interventi di protezione della costa e delle dune, ma l’erosione continua perché non si è fatta manutenzione ed oggi si deve ricostruire il litorale con un versamento di circa 400.000 metri cubi di sabbia”.
“Quindi non è importante decidere se realizzare tecno-reef, scogliere o dei pennelli, bensì scegliere la soluzione tecnica più economica per garantire una ampiezza della spiaggia emersa adeguata. Ancora più importante è dare seguito alla manutenzione per conservare la spiaggia nel tempo”.
Dunque, nel corso della discussione si è capito subito come il problema, pur partendo dai Pescatori di Rio Martino, coinvolga lo sviluppo sostenibile del litorale di Latina, la portualità, il mantenimento delle concessioni balneari come la buona qualità ambientale della fascia costiera del Parco del Circeo (sia a Latina che a Sabaudia). Cappucci ha poi ricordato il Protocollo d’Intesa del 2018 che, con Delibera della Regione Lazio, è stato approvato anche dai Comuni di Latina e Sabaudia, Ente Parco, ARPA, Corpo dei Carabinieri Forestali ed il Consorzio di Bonifica. Il Protocollo prevede il periodico dragaggio dei canali ed il trasferimento verso nord dove la “risorsa sabbia” manca e dove i progetti di difesa costiera (quelli realizzati nel 2003-2005 nella zona di Foceverde), prescrivevano di effettuare ripascimenti sottoflutto alle scogliere (in prossimità dello stabilimento della Polizia di Stato).
In sintesi, l’utilizzo della sabbia dragata dalle foci per versamenti periodici sulla spiaggia emersa del litorale di Latina, porterebbe dei co-benefici, preservando l’ambiente con una migliore qualità dei laghi costieri e la protezione/ricostruzione delle dune, garantendo la sicurezza alla navigazione (sia a Rio Martino che a Fosso Mascarello), migliorando l’economia del mare con maggiore opportunità ricettive per le attività commerciali e turistiche derivanti dalla maggiore ampiezza della spiaggia emersa.
La soluzione ad oggi non ancora realizzata dalle Amministrazioni locali sembra essere il classico uovo di Colombo. Sarebbe più utile riportare verso nord la sabbia dragata che, per effetto delle correnti e delle maree, si accumula in prossimità delle foci. Trasferirla verso sud accelera il processo erosivo con potenziali effetti dannosi per l’ecosistema del Parco Nazionale del Circeo.
Al grido di dolore dei Pescatori fa eco la posizione di Massimo Perin, imprenditore e Presidente Regionale Assobalneari, che richiede la applicazione delle leggi già esistenti per garantire la protezione delle spiaggia in quanto la quantità di sabbia dragata dai canali sicuramente non è sufficiente a raggiungere i circa 30.000 metri cubi di sabbia che ogni anno dovrebbero essere riportati. Perin porta in evidenza la necessità degli imprenditori balneari di avere un litorale in grado di soddisfare gli investimenti per attrarre turismo e offrire un servizio di qualità come in passato. A tal proposito afferma non solo che la difesa della duna passa per il mantenimento dei circa 40 metri di spiaggia ma fa suo il problema dei pescatori e si dice disposto a collaborare per la creazione di un tavolo tecnico che coinvolga tutti gli attori della filiera del litorale.
Dello stesso avviso anche Riccardo Destro, imprenditore ereferente Sindacato Italiano Balneari, che ha modo di esporre il suo malcontento per lo stato di mancato sviluppo dell’intero territorio di Latina. “Un tempo Borgo Grappa con Rio Martino e Borgo Sabotino con Fosso Mascarello erano in grado di attrarre un turismo di piccolo cabotaggio ma in grado di far lavorare l’indotto legato alla ristorazione, alla manutenzione delle imbarcazioni, agli investimenti nell’edilizia e non da ultimo, una serie di servizi legati al turismo e alla ricettività alberghiera. Tutto questo nel corso degli ultimi 10-15 anni si è perso per la mancanza di interventi e investimenti pubblici strutturali a garanzia del mantenimento di una offerta che desse un valore aggiunto al territorio. Ora i turisti, principalmente romani, preferiscono spostarsi più a sud”. E ancora “la politica della sabbia è miope; il dragaggio della sabbia in situazione di emergenza è una soluzione tampone che non genera valore. Ben venga quindi un tavolo tecnico-politico per individuare soluzioni efficaci nel lungo periodo”.
Prende lo spunto proprio da questo la proposta di Latina Città di Borghi e di Mare di organizzare a stretto giro un secondo incontro che coinvolga i rappresentanti politici di Latina e Sabaudia ma anche altri attori importanti come l’Ente Parco e la Capitaneria di Porto. Fabio Marconi, Coordinatore del Dipartimento Ambiente della Associazione, chiede quindi a tutti la disponibilità a partecipare ad un secondo evento che verrà organizzato a breve.
Latina Città di Borghi e di Mare, fedele alle promesse nate con il Movimento Fare Latina, “è sensibile anche al tema sicurezza, come si evince dall’intervento di Alberto Riva Coordinatore del Dipartimento Sicurezza, che si preoccupa per la sicurezza dei pescatori e per il danno ambientale che un eventuale sinistro marittimo potrebbe causare per il riversamento di idrocarburi nelle acque antistanti il litorale pontino. Al problema della sicurezza si riallaccia anche Eros Mariucci che nelle fasi finali ha modo di ricordare come le banchine di Rio Martino dedicate ai pescatori siano sprovviste anche dei servizi essenziali, acqua e luce, per lo svolgimento a norma della attività commerciale; non da ultimo, la mancanza di un punto di rifornimento costringe i pescatori ad acquistare carburante al distributore e trasportarlo con le taniche con relativo maggior costo a quello a loro riservato. Fare rifornimento ad Anzio o al Circeo, oltre alla distanza, significa appesantire la barca e quindi, con un maggior pescaggio, si rischia un sicuro incagliamento e ribaltamento.
Conclude la Tavola Rotonda Gianluca Campagna sottolineando l’importanza di momenti di confronto veri, anche con toni aspri, perché solo così si possono sviscerare i problemi e far crescere il nostro territorio stimolando progetti validi per fare le cose giuste. Dragare oggi risolve l’emergenza di Rio Martino ma è solo una soluzione tampone: “abbiamo bisogno di soluzioni valide e di investimenti per lo sviluppo economico del nostro territorio che passa anche, seppur non solo, per la gestione efficiente del nostro litorale e delle attività ad esso connesso. Invito quindi tutti a continuare a lavorare su questi temi dando un appuntamento virtuale per un secondo evento che veda come partecipanti anche le Istituzioni al fine di trovare una soluzione a questo annoso e spinoso problema di Malavoglia memoria”.