RIO MARTINO, ENTE PARCO: “SÌ AL DRAGAGGIO MA NEL PIÙ BREVE TEMPO POSSIBILE”

Ente Parco
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Dragaggio di Rio Martino: prosegue a passi lenti l’atteso lavoro al porto canale e arriva il via libera anche dall’Ente Parco Nazionale del Circeo

Sembra un iter infinito quello per dragare e sbloccare il canale di Rio Martino da tempo insabbiato. I pescatori che, nei mesi, sono disperatamente ricorsi anche all’intervento mediatico di “Striscia La Notizia”, il quale di certo non ha accelerato, piuttosto ha messo in evidenza ingenuità e approssimazioni dell’amministrazione, sono andati via in molti. La pressione dei lavoratori è infatti scemata non perché il problema sia stata risolto, piuttosto perché alcuni operatori stanno lavorando in altri lidi, dal momento che la situazione non si è sbloccata, pur avendo avuto rassicurazioni sin dallo scorso inverno.

Ad ogni modo, dopo progettazione e affidamenti assegnati a impresa che dovrà dragare e impresa che dovrà monitorare la sabbia, ora è la volta dell’Ente Parco che sì concede il nulla osta ma, nel farlo, ribadisce dovrà essere compiuto nel più breve tempo possibile: leggendo il suo parere, si evince che il Comune di Latina ha stabilito che il dragaggio dovrà essere terminato entro il 31 maggio. D’altra parte la stagione balneare è già iniziata e da norme le acque devono essere garantite limpide senza fenomeni di torbidità che lo scavo dei sedimenti a Rio Martino potrebbe provocare.

Dunque, per la movimentazione di massimo 7250 metri cubi, così come comunicato dal Servizio Ambiente del Comune di Latina, l’Ente Parco, nel parere firmato dal Direttore facente funzioni Ester Del Bove, chiede che l’intervento di dragaggio, compiendosi in un’area caratterizzata dalla presenza di praterie di Posidonia oceanica, si svolga celermente. Infatti, l’aumento di torbidità delle acque riduce la capacita di fotosintesi della Posidonia.

L’Ente Parco nel dare il via libera all’intervento di dragaggio evidenzia che “occorrerà specificare le modalità messe in campo per limitare la torbidità delle acque dovuto alla fase di riporto dei sedimenti nella posizione di ripascimento”.

Inoltre, l’intervento più breve serve per limitare eventuali interferenze con la rimonta del novellame nonché con eventuali nidificazioni della tartaruga Caretta caretta.

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