RIFIUTI: RIDA SARÀ RISARCITA DA REGIONE LAZIO PER OLTRE 2 MILIONI DI EURO

Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato
Palazzo Spada, sede del Consiglio di Stato

La Regione Lazio pagherà oltre due milioni di euro alla società Rida Ambiente srl, gestore dell’impianto Tmb di Aprilia: la decisione del Consiglio di Stato

La Regione Lazio è stata condannata a pagare oltre 2.033.624,19 euro alla società di Aprilia perché inadempiente in ragione di una sentenza del TAR per il Lazio, ora confermata dai giudici di Palazzo Spada.

Nel febbraio 2009, così come ricostruito dalle sentenze amministrative, Rida Ambiente ha ottenuto l’autorizzazione integrata ambientale dalla Regione Lazio. Un’autorizzazione monca poiché non era stata indicata, come prevede la normativa regionale, la cosiddetta “tariffa di accesso” che altro non è che il prezzo del servizio pagato dai Comuni che conferiscono nell’impianto apriliano.

L’indicazione della tariffa fu richiesta da Rida alla Regione nell’agosto 2009 ma l’istanza fu respinta con provvedimento del 18 marzo 2010. Di conseguenza, l’atto è stato impugnato al Tar del Lazio da Rida nel 2010.

Inoltre, la società del patron Fabio Altissimi, tramite ulteriore ricorso, ha chiesto il risarcimento dei danni provocati dalla Regione Lazio, nonostante l’Arpa avesse anche comunicato alla Regione stessa l’idoneità tecnica dell’impianto nei limiti autorizzati con l’AIA del 2009: 300 tonnellate al giorno “senza nessuna ulteriore limitazione sui quantitativi per ciascuna tipologia di codice CER”.

Il Tar ha dichiarato improcedibile il primo ricorso di Rida, accogliendo però la domanda risarcitoria della società apriliana È stata la medesima Rida a dare atto che “successivamente all’introduzione del giudizio, la Regione Lazio ha, dapprima, rilasciato una tariffa di accesso c.d. “provvisoria”, in data 28 luglio 2010, e quindi, in esecuzione di sentenza di questo Tribunale, che ha accolto il ricorso proposto dalla scrivente avverso l’illegittima inerzia serbata dall’Amministrazione – la tariffa “definitiva”, con provvedimento del 3 luglio 2015”.

Ora il Consiglio di Stato non solo conferma il risarcimento dovuto dalla Regione a Rida ma ammonisce l’ente perché non ha prodotto difese scritte nel giudizio. In sostanza, la Regione Lazio, pur ballando un risarcimento milionario che sarà pagato dalla collettività, si è disinteressata del giudizio in corso a Palazzo Spada. “Il ricorso – spiegano i giudici del Consiglio di Stato – è stato trattato alla pubblica udienza del 28 ottobre 2021, in vista della quale la sola appellata ha prodotto difese scritte, in cui, tra l’altro, ha sostenuto che: “è da ritenere tardivo e inammissibile, in questa sede, il deposito della memoria che la Regione non ha operato”.

“L’appello è inoltre inammissibile nella parte in cui si traduce nella mera riproposizione in forma più estesa di argomenti già ampiamente vagliati e motivatamente respinti dal Tribunale Amministrativo, senza che la Regione appellante si sia fatta carico di censurare specificamente i relativi capi di sentenza e di spiegare le ragioni per cui il giudice di primo grado, tenuto conto degli specifici elementi di fatto rimasti in primo grado incontestati, sarebbe incorso in errore”.

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