RIFIUTI RADIOATTIVI, LEGAMBIENTE: “CENTRALE DI LATINA? DECOMISSIONING A MOLTO LUNGO TERMINE”

Centrale nucleare di Borgo Sabotino, Latina
Centrale nucleare di Borgo Sabotino, Latina

Rifiuti radioattivi: nel rapporto di Legambiente pubblicato oggi 8 marzo tutti i dati relativi alle varie centrali italiane. Solo nel Lazio ci sono 9.284,35 mc (metri cubi) di rifiuti radioattivi

Il 30% del volume totale di tutti i rifiuti radiattivi presenti in Italia sono nel Lazio. In sostanza, i 2 siti laziali, quello della della ex Centrale di Borgo Sabotino a Latina e del Centro Ricerche Enea Casaccia a Roma, raccolgono i volumi di rifiuti presenti in Regione.

In particole, a Borgo Sabotino, si concentrano 1.794,44 metri cubi di rifiuti radioattivi e un’attività di 27.139,67 giga Bequerel.

Il dossier di Legambiete specifica che la centrale di Borgo Sabotino “caratterizza da sempre la quotidianità dei residenti, essendo un elemento dominante nel paesaggio costiero da Torre Astura al Promontorio del Circeo”. Una presenza che è diventata endemica ad ambiente e cittadini che lo abitano.

“Oggi – spiega il report degli ambientalisti – anche grazie alla vittoria referendaria, si è aperta una nuova fase e il termine decommissionig non è più soltanto una parola ma una prospettiva concreta per il futuro, anche se ancora a “molto lungo” termine. Sul sito della Centrale, divenuto in questi anni “deposito temporaneo” di se stesso, sono stati stoccati i materiali radioattivi provenienti dallo smantellamento dell’impianto. Non appena sarà disponibile il Deposito Unico Nazionale, potrà avviarsi la fase due che prevede lo smantellamento dell’isola nucleare”.

Vale la pena ricordare che il sito nucleare di Sabotino si trova in un’area che non è adeguata per via della distanza dai centri abitati e anche perché è a meno di un chilometro dalla costa.

Ad ogni modo, secondo il report di Legambiente che si basa su dati acquisiti al dicembre 2019, “ci sono 31mila metri cubi di rifiuti radioattivi collocati in 24 impianti distribuiti su 16 siti in 8 Regioni. Impianti e siti di stoccaggio provvisori che sono stati adattati, per necessità, ma che sono assolutamente inidonei a mantenere in sicurezza materiali radioattivi”.

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