La Sezione delle Autonomie della Corte dei conti ha approvato, con delibera n. 14/2021, la relazione “Prime analisi sulla qualità della spesa dei Comuni” nella quale riferisce i risultati di una specifica analisi sulla gestione di alcuni rilevanti servizi comunali, quali le funzioni di amministrazione, gestione e controllo, polizia locale e rifiuti, che assorbono il 45% della spesa corrente degli enti locali, per un ammontare di circa 24 miliardi di euro.
Dall’indagine emerge un quadro disomogeneo a livello territoriale in termini di impiego di risorse e qualità dei servizi: le linee di tendenza a livello generale mostrano, infatti, evidenti differenze Nord-Sud, peggiori prestazioni di qualità della spesa nei piccoli Comuni rispetto ai Comuni di medie dimensioni, laddove nei grandi emergono costi maggiori; una differenziazione su base regionale delle tendenze di spesa (incrementi/decrementi) da ricollegare a politiche regionali che influenzano attività e decisioni dei Comuni, per quanto concerne lo specifico servizio rifiuti, una maggiore raccolta differenziata sembrerebbe essere accompagnata da benefici di carattere economico, ossia minori costi a tonnellata, ma non al Sud, che stentano a convergere verso tale circolo virtuoso.
L’analisi della Corte, alla luce della normativa più recente sulle misure di spending review che ha spostato l’attenzione dai tagli specifici su voci di spesa discrezionale alle misure di razionalizzazione volte a rendere l’attività delle Amministrazioni locali più performante, rileva, in particolare, i livelli di efficienza della spesa degli enti attraverso l’osservazione delle voci che incidono maggiormente sul versante qualitativo e degli output, per cogliere il rapporto tra i parametri di efficacia ed efficienza dell’azione amministrativa dispiegata.
Il lavoro della magistratura contabile mette, quindi, a disposizione delle Amministrazioni locali benchmark di riferimento, ossia capisaldi per il confronto delle performance di qualità della spesa, utili per orientare le scelte di policy delle stesse Amministrazioni e di chi è deputato al loro coordinamento, tipicamente le Regioni, in ottica di recupero o miglioramento dell’efficienza.
In questo contesto un tema sfidante è rappresentato dal controllo della razionalizzazione della spesa dei vari soggetti che saranno esecutori del Recovery plan, spesso collegati fra loro in logica di network. Come indicato dalla Commissione Europea, dalla catena dei soggetti finanziatori a quelli esecutori ed ai livelli nazionale-regionale-locale, dovrebbe essere impostato un sistema unitario di controlli, un cruscotto di indicatori di performance chiave (KPI).
RIFIUTI – Le province di Frosinone e Latina – come sottolinea Giorgio Libralato, esperto in materia e portavoce del Comitato di Via Monfalcone (Discarica di Borgo Montello) – risultano quelle con il costo per rifiuti più basso della Regione, ma molto al di sopra della media nazionale. Lazio, terza peggior regione italiana.
AMMINISTRAZIONE GENERALE – Nella Tavola 6 della delibera della Corte dei Conti sono indicate 40 aree provinciali in cui i Comuni hanno innalzato la spesa per Amministrazione, ma in misura meno che proporzionale all’aumento della spesa corrente complessiva (trend con segno negativo); ciò evidenzia un aspetto positivo che consente di migliorare uno dei due indici per misurare la qualità della spesa: − n. 9 Province nel Nord-Ovest (Aosta, Biella, Brescia, Lecco, Lodi, Milano, Monza e della Brianza, Genova, Sondrio); − n. 8 Province (o ambiti provinciali) nel Nord-Est (Belluno, Vicenza, Pordenone, Parma, Piacenza, Treviso, Udine, Venezia); − n. 6 Province nel Centro (Grosseto, Latina, Lucca, Pistoia, Prato, Viterbo); − n. 12 Province al Sud (L’Aquila, Barletta-Andria-Trani, Benevento, Catanzaro, Foggia, Lecce, Matera, Napoli, Reggio di Calabria, Taranto, Teramo, Vibo Valentia); − n. 5 Province nelle Isole (Catania, Enna, Messina, Palermo, Trapani).
POLIZIA LOCALE – Lo studio della dimensione provinciale consente di verificare eventuali disomogeneità all’interno dei singoli territori regionali. Così come nell’analisi a livello regionale, uno dei fattori determinanti della spesa pro capite è il dimensionamento medio dei Comuni. Emergono, ad esempio, le situazioni specifiche dei territori provinciali: Genova, euro 33, rispetto a euro 41 della Liguria; − Cremona, euro 18, e Lodi, euro 19, rispetto a euro 26 della Lombardia; − Rovigo, euro 33, rispetto a euro 20 del Veneto; − Ravenna, euro 38, rispetto a euro 27 dell’Emilia-Romagna; − Livorno, euro 55, rispetto a euro 36 della Toscana; − Macerata, euro 38, rispetto a euro 29 delle Marche; − Latina, euro 41, rispetto a euro 34 del Lazio; − Catanzaro, euro 26, rispetto a euro 31 della Calabria.