Il Circolo Legambiente di Terracina “Pisco Montano” autore dal 2016, anno di nascita del circolo, di numerosi esposti alle forze dell’ordine e in procura sui roghi tossici, sullo smaltimento illegale dei rifiuti plastici e sugli impianti di smaltimento o di recupero di energia gravati da illeciti ambientali, da sempre attiva con collaborazione con Capitaneria di Porto, Guardia di Finanza e Carabinieri Forestali, interviene con il supporto dell’Osservatorio Ambiente e Legalita’ di Legambiente nazionale e del Centro di Azione Giuridica, a valle della notizia, appresa a maggio scorso dalla stampa, della maxi indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli che coinvolge 34 persone tra politici e imprenditori, alla luce di quanto appreso nella Commissione Consiliare del 12 giugno u.s. e nel Consiglio Comunale del 25 giugno u.s., e alla luce di quanto riportato recentemente dalla stampa in merito al nuovo filone di indagine, coordinato dalle DDA e dalle Procure di Cassino e Frosinone che hanno acceso un potente faro sulla Stazione Appaltante Unica di Frosinone. La vicenda del mega appalto terracinese per la gestione dei rifiuti urbani di 93 milioni di euro è finito nella indagine della DDA di Napoli, per via della possibile aggiudicazione, da parte della Stazione Unica Appaltante di Frosinone (attualmente anch’essa sotto indagine) ad una impresa del frusinate, la Super Eco srl, per i cui vertici sono stati richiesti dai PM che hanno curato l’inchiesta, gli arresti per l’ipotesi di reato di “concorso esterno in associazione mafiosa” con l’aggravante di aver agevolato il Clan dei Casalesi e in Sicilia, Cosa Nostra. Ditta già coinvolta anni fa in altre indagini e oggetto di misure restritttive.
Insomma, un’altra inchiesta sui rifiuti che coinvolge il Comune di Terracina dopo quella che aveva investito la Terracina Ambiente, società mista pubblico privato, nel dicembre del 2011 dichiarata fallita dal Tribunale di Latina, con i vertici della “Terracina Ambiente”, dirigenti della “Latina Ambiente”, dipendenti del Comune di Terracina e titolari di aziende private finiti sotto processo per presunte irregolarità nella gestione della società, processi di fatto conclusi senza sanzioni penali e civili a causa della prescrizione dei reati e delle decisioni giudiziarie in sede civile, e dopo la successiva inchiesta del 2013 da parte della Procura di Latina in merito alla aggiudicazione dell’appalto rifiuti alla Servizi Industriali, prima sottoposta ad indagini per un aumento dei rifiuti conferiti e poi entrata in un contenzioso milionario con il Comune, conclusasi con una sentenza sfavorevole del Consiglio di Stato, in merito al ricorso alla clausola di avvalimento dell’abruzzese Teramo Ambiente spa, senza però specificare con quali mezzi e quali risorse avrebbe svolto il servizio, come previsto invece dalla normativa sugli appalti pubblici, sentenza che di fatto ha messo poi fuori gioco la Servizi industriali.
Il Circolo Legambiente di Terracina nell’ultimo anno aveva criticato a piu’ riprese, in convegni, assemblee pubbliche, audizioni in commissioni consiliari e comunicati stampa, e senza essere ascoltata, l’impianto rischioso e poco rispondente al primario interesse pubblico del nuovo appalto del servizio, attualmente gestito dal raggruppamento De Vizia/Urbaser SpA, appalto che è stato oggetto anche di una mozione di proposta di verifica di annullamento in autotutela e poi finito in una interrogazione parlamentare da parte di Europa Verde.
Lo scorso 1 e 2 luglio a Roma si era svolto presso l’Hotel Quirinale in Via Nazionale a Roma l’Ecoforum 2025, organizzato da Legambiente , Nuova Ecologia, Kyoto Club in collaborazione con CONAI e CONOU, durante il quale sono state presentate e premiate le migliori pratiche di economia circolare e sono stati consegnati gli attestati di Comune Riciclone, considerando che altri comuni della provincia come Fondi, Norma e San Felice Circeo, hanno superato l’80% di raccolta differenziata e attribuendo premi a tre Comuni della Provincia di Latina ovvero ad Aprilia, che ha ricevuto il premio di Coreve per la raccolta del vetro, a Cisterna quello di Comieco per la raccolta di carta e cartone, e a Sperlonga quello del Conoe per la raccolta degli oli esausti da imbarcazioni da diporto, e dove ancora una volta abbiamo riscontrato che Terracina è completamente uscita dai radar delle buone pratiche con una costante diminuzione della percentuale di raccolta differenziata negli ultimi anni e senza nessun segno di miglioramento degli indicatori di di Comune Plastic Free ovvero quelli che producono meno di 10 KG/pro-capite/anno di rifiuti plastici e Rifiuti Free, ovvero quelli che mantengono la produzione pro-capite di rifiuto indifferenziato avviato a smaltimento al di sotto dei 75 kg/ab/anno. Inoltre con la Determinazione Dirigenziale n. 599 del 30 Luglio 2025, è stato approvato dalla Provincia di Latina il bando e gli allegati (scadenza 15 settembre 2025) per ricevere contributi a fondo perduto fino al 100% dei costi ammessi per progetti che prevedono un incremento della percentuale di raccolta differenziata e la introduzione della tariffa puntuale e ci auguriamo che queste risorse riescano ad arrivare anche a Terracina!
Il 10 luglio scorso a Roma presso Palazzo San Macuto, Legambiente ha presentato il rapporto annuale sulle Ecomafie 2025 (sui dati 2024) e per la prima volta si è superato il muro dei 40.000 reati ambientali mentre il giro d’affari delle ecomafie è arrivato a 9,3 miliardi di euro con il numero di clan che cresce (11 in più rispetto all’anno scorso) ed è davvero preoccupante il dato del Lazio al quinto posto dopo le Campania, Puglia, Sicilia e Calabria, con 2654 reati ambientali in crescita del 20,6% rispetto al 2023 e particolarmente critico il dato sulla Provincia di latina, che si conferma come una delle province più a rischio per i reati connessi alla raccolta, stoccaggio, smaltimento dei rifiuti, e si situa all’11^ posizione, dopo Napoli, Catanzaro, Bari, Roma, Avellino, Salerno, Caserta, Reggio Calabria e Foggia con 219 reati accertati nel ciclo dei rifiuti, 214 persone denunciate, 3 arresti e 85 sequestri.
“Come Legambiente, da sempre impegnati nello sviluppo di soluzioni moderne per la gestione dei rifiuti e nella lotta alle illegalità, e proprio partendo dai dati del rapporto annuale di Ecoforum e di Ecomafie, entrambi Rapporti storici e prestigiosi di Legambiente utilizzati dai decisori politici e istituzionali ma anche dalle imprese, ci siamo impegnati negli ultimi anni a Terracina nell’evidenziare opacità e nel contrastare l’impianto dell’appalto rifiuti predisposto dal Comune di Terracina e gestito dalla Stazione Unica Appaltante di Frosinone ritenendolo inadeguato rispetto ai modelli di servizio di tipo consortile, altamente diseconomico, e anche potenzialmente rischioso per lucrosità e difficoltà di monitoraggio e di controlli anche rispetto a potenziali infiltrazioni malavitose a cui questi appalti sono soggetti. L’indagine della DDA di Napoli ci ha infatti confermato che sono proprio questi lucrosi appalti ad essere il carburante delle associazioni a delinquere camorristiche e mafiose sui nostri territori e pertanto riteniamo che l’appalto rifiuti a Terracina, debba essere vagliato attentamente in tutte le sue componenti ed aggiudicato solo all’esito dell’inchiesta della magistratura per evitare ripercussioni negative su una città già scossa negli anni recenti da inchieste e processi, attualmente in iter, che hanno portato al Commissariamento della Giunta nel 2022.
A tale proposito bene ha fatto l’opposizione consiliare a chiedere ben prima della notizia dell’indagine di valutare l’annullamento dell’appalto e poi a presentare esposti all’ANAC su tutte le aree opache dell’appalto e bene sta facendo l’Amministrazione Comunale a predisporre verifiche di tipo tecnico e legale (anche alla luce di potenziali anomali ribassi, tipico meccanismo evidenziato dalle indagini, insieme alle clausole di avvalimento) e a valutare possibili revoche dell’aggiudicazione in autotutela, in attesa che si chiarisca anche il quadro dell’indagine sulla Stazione Unica Appaltante di Frosinone.
Noi vigileremo con tutti i nostri mezzi, come abbiamo già fatto sulle concessioni balneari e sulle licenze edilizie, con denunce che oggi sono finite in processi presso il tribunale di latina nei quali noi come Circolo siamo parti offese riconosciute e costituite parti civili, affinche’ Terracina non entri tra le citta’ ad alto rischio di infiltrazione camorristica e mafiosa e ci auguriamo che il Comune di Terracina prenda sul serio il rischio – seppur solo potenziale per ora – di diventare preda di clan, considerando che è acclarato da anni, anche grazie alla testimonianza tardiva ma preziosa dell’ormai defunto boss Carmine Schiavone, della presenza del Clan dei Casalesi nelle più opache vicende della gestione dei rifiuti con smaltimenti illegali nella provincia di Latina, da lui stesso denominata gergalmente provincia di Casale (Casal Di Principe)”, dichiara Anna Giannetti, Presidente del Circolo Legambiente Terracina e Consigliere Nazionale dell’Associazione.