Questa mattina è apparso sul quotidiano online Led magazine un intervento dell’avvocato cassazionista Pasquale Lattari che lo scorso 11 ottobre ha ritirato il ricorso in rappresentanza degli interessi del Comune di Cisterna e del Comitato civico di Cori contro il DCA 00303 della Regione Lazio, denominato “Piano di riorganizzazione, riqualificazione e sviluppo del Servizio Sanitario Regionale 2019-2021″.
Nello specifico l’impugnativa ha per oggetto in primo luogo il punto 7.1.3. dell’atto (Trasformazione dei Punti di Primo Intervento) che stabilisce che i Punti di Primo Intervento (PPI) dovranno essere trasformati in Punti di erogazione di assistenza primaria. Il secondo punto a cui si rivolge il ricorso è il 17.9 relativo alle Case della Salute. Per quanto concerne quest’ultimo aspetto il Decreto di riconversione dei PPI contrasterebbe con il DCA n.52 del 22 febbraio 2017 della stessa Regione in cui si prevedeva la realizzazione di almeno una Casa della Salute per ogni distretto sociosanitario dell’Asl entro il 2018. Unitamente al Comune di Cisterna e al Comitato civico attraverso Lattari il Comune di Cori, rappresentato dall’avv. Tommaso Conti, ha presentato ricorso al Tar. Nonostante la delibera di Giunta n.180 dello scorso 26 settembre non risulta ancora ritirato il ricorso da parte del Comune di Sabaudia.
Si pubblica di seguito uno stralcio dell’articolo:
Cos’è un PPI? …cos’è punto di erogazione di assistenza primaria?
Il Punto di Primo Intervento (PPI) è struttura sanitaria dotata di medico ed infermiere specializzato per turni H24, con la relativa postazione 118, è un punto di riferimento per il territorio circostante per quanto riguarda gli interventi di emergenza e urgenza, in quanto garantisce la stabilizzazione del paziente in fase critica, attivando, tramite C.O. 118, il trasporto presso l’Ospedale e il Pronto Soccorso più idonei secondo protocolli definiti e un primo intervento medico.
Il PPI fa parte del Dipartimento di Emergenza e accettazione (DEA) di Latina, operano medici ed infermieri esperti nel campo dell’emergenza ed urgenza in grado di stabilizzare idoneamente pazienti per un agevole ed utile trasferimento presso il Pronto Soccorso di Latina.
Per tale attività di emergenza è prevista la strumentazione idonea e tutti i presidi medico farmacologici e strumentali di ambulatorio di tipo ospedaliero ( compresa la disponibilità di CO2, integrate con: elettrocardiografo; aspiratore; monitor–defibrillatore; set per sostegno alle funzioni vitali e materiale per effettuare una rianimazione cardiopolmonare di base ed avanzata, sia per adulto che per bambino (maschere facciali di tutte le misure, pallone autoespansibile, circuito ventilatorio unidirezionale, laringoscopio e lame curve e rette per intubazione tracheale, mandrini per armare in tubi orotracheali, sistemi per mini – tracheotomia d’urgenza, maschere laringee di tutte le misure, cannule di Guedel di tutte le misure, catheter mounth, tubi tracheali di tutte le misure, set per incannulazione vena centrale, erogazione O2, set per drenaggio toracico, valvole di Heimlich). Collegamento telefonico con la Centrale Operativa e il DEA di riferimento etc…)
Il punto di erogazione di assistenza primaria:
-L’ assistenza primaria è definita dalla legge (502/92 art.3 quinquies) essere organizzata dal distretto territoriale (AUSL) in modo da garantire:
“a) assistenza primaria, ivi compresa la continuità assistenziale, attraverso il necessario coordinamento e l’approccio multidisciplinare, in ambulatorio e a domicilio, tra medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, servizi di guardia medica notturna e festiva e i presidi specialistici ambulatoriale;”
Quindi è una struttura sanitaria (definita e regolamentata dalla legge) completamente diversa quanto a finalità e strutture rispetto all’emergenza attualmente erogata dai PPI.
Un caso eclatante per dimostrare la differenza:
Ad Anagni dove è stato lo scorso anno previsto la chiusura del locale PPI una signora a seguito di puntura di insetto per lo shock anafilattico conseguente è stata condotta in tale presidio, poco dopo che era stato trasformato in Punto di assistenza primaria territoriale ed è deceduta semplicemente perché il punto era sprovvisto del farmaco idoneo!! Ove fosse stata conservato il PPI con le funzioni per la tutela dell’emergenza ciò non sarebbe avvenuto!!
Il Decreto Lorenzin ed i PPI della provincia di Latina
Il Decreto di Zingaretti intende attuare il cd Decreto Lorenzin (decreto 70/2015) che prevede la soppressione.. per i Ppi con casistica inferiore ai 6.000 passaggi annui direttamente affidati al 118 come postazione territoriale ( vedi D.M. 70/2015 pag. 32 e 33 ) invece “Qualora gli accessi superino le 6000 unità anno la responsabilità clinica ed organizzativa ricade sul DEA di riferimento che potrà avvalersi di risorse specialistiche, con adeguata formazione presenti nella struttura.”
I PPI della Provincia di Latina hanno quasi tutti più di 6000 accessi annui quindi – a parere dei ricorrenti – è errato il provv.to che li ha semplicemente trasformati in punti di erogazione di assistenza primaria territoriale laddove avrebbe comunque dovuto tenerli in vita ma sotto la responsabilità del DEA al fine di garantire gli interventi di emergenza che il Decreto Lorenzin ben distingue dall’assistenza territoriale.
Inoltre va detto che la spesa di tutti PPI della ASL LT incide in percentuale irrisoria sui bilanci regionali e AUSL: 1% del costo della produzione dell’azienda AUSL e 0,09% della spesa sanitaria della Regione Lazio (sic!!)
A ciò si aggiunga che tutti gli interventi di emergenza svolti dai PPI attuali (Cisterna di Latina, Cori, Priverno, Sezze e Sabaudia per fermarci al nord della provincia!!) confluiranno – in tutto o in parte – sul Pronto soccorso del Santa Maria Goretti di Latina…Sicuramente agevolandone la celerità ed il funzionamento (sic!!).
Il diritto alla vita e l’emergenza
Il servizio di emergenza tutela il diritto alla vita diritto primario dell’uomo e nucleo insopprimibile del diritto alla salute che è un diritto fondamentale del cittadino.
E’ di tutta evidenza che la trasformazione dei PPI in punti di erogazione di assistenza primaria comporterà un servizio diverso dal servizio di emergenza…
Qualche riflessione sulla vicenda.
-la progressiva riduzione dei diritti – mi sembra chiaro che questa operazione concorra !! – non attiva grosse reazioni sociali…( ormai siamo sempre più rassegnati e d’altro canto i provv.ti in questione non sono eclatanti….sono poco conosciuti o meglio tecnici e quindi vengono “accettati” ..)
– dinanzi a tale prospettazione imminente ( il 31.12.2019) di un pregiudizio evidente a beni fondamentali per tutta la popolazione che usufruisce dei servizi sanitari degli attuali PPI ..poche istituzioni si sono mosse…più che altro a sollecitare la popolazione sono stati i comitati spontanei di cittadini che hanno seguito quello più attivo (il Comitato di Cori)
– al ricorso del Comitato Civico di Cori si sono affiancati singoli cittadini residenti nei territori interessati (Sezze, Priverno, Cori, Cisterna di Latina e Sabaudia) che hanno agito per la tutela dei propri diritti contro la chiusura del PPI del proprio Comune.
E poi vi è il ricorso del Comune di Cori ed un altro del Comune di Cisterna di Latina che sono state le uniche istituzioni ad attivarsi nonostante i PPI interessino (per i bacino di utenza che servono) quasi tutti i comuni del nord della provincia di Latina
– la chiusura dei PPI è divenuto oggetto di scontro politico tra diverse fazioni laddove è un tema trasversale che riguarda tutti….e tutti i cittadini chi più chi meno è disilluso che poco si possa fare…che non vale la pena attivarsi…
Con il collega Conti abbiamo approntato un ricorso che in corso di notifica sarà discusso entro qualche settimana al TAR..anche se non sarà semplice e neppure scontato l’esito il segnale di affermazione della propria di dignità di cittadini (accanto anche a quello delle sole amministrazioni di Cisterna di Latina e di Cori (difeso dal solo Avv.Conti) è forte ed ineludibile.