Traffico di auto di lusso al porto di Genova, indagati in 24: ci sono anche pontini. Almeno 20 le vetture coinvolte, tutte rubate in Italia (soprattutto nella Regione Lazio) per un giro d’affari stimato in circa 1,5 milioni di euro. La complessa indagine, denominata “Tangeri Express”, è stata portata a termine dalla Squadra di polizia giudiziaria del compartimento polizia stradale di Genova, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Genova.
Gli investigatori hanno smantellato un’organizzazione criminale dedita al riciclaggio internazionale di auto di alta gamma, con destinazioni principali Marocco e Mauritania, ma anche Serbia, Albania e altre aree dell’Europa dell’Est. L’inchiesta è partita nell’agosto 2023, dopo che la polizia spagnola ha arrestato due italiani con una Maserati rubata, pronta per essere spedita in Marocco. Innescata l’indagine che ha quindi svelato il sistema. Sono 24 i soggetti coinvolti, residenti in varie province italiane (Caserta, Roma, Latina e Parma). Tra i reati contestati figurano riciclaggio, autoriciclaggio, ricettazione, appropriazione indebita e falsità materiale. sequestrato conti correnti legati all’organizzazione, per un valore complessivo di diversi milioni di euro.
Prima di portarle fuori dall’Italia, con il porto di Genova come crocevia, l’organizzazione criminale modificava le auto. L’obiettivo era camuffare la provenienza, cambiando il numero di telaio, utilizzando targhe false e documenti contraffatti. Venivano poi imbarcate per il Nordafrica o, in alternativa, attraversavano la frontiera terrestre di Ventimiglia verso il porto di Sete, in Francia.
Grazie alle indagini sono stati identificati 24 soggetti, tra italiani e stranieri, ritenuti responsabili di reati come riciclaggio, autoriciclaggio, ricettazione, falsità materiale ed ideologica, appropriazione indebita, truffa e simulazione di reato.
Misure – Due persone sono state arrestate, fra cui un uomo di 35 anni ritenuto il ‘capobanda’, già detenuto nel carcere di Lecce. Quattro persone sono finite agli arresti domiciliari. Uno degli indagati risulta invece ancora irreperibile. Fatta salva la presunzione di innocenza degli indagati sino a condanna definitiva.