“Sfruttamento, sopraffazione, diritti negati, schiavitù “invisibili”, tratta di esseri umani: il nostro territorio, quello della provincia di Latina, è da anni caratterizzato dalla presenza del fenomeno del caporalato, soprattutto (ma non solo) agricolo, nonostante l’introduzione del relativo reato nel 2016. Ciò significa che, vicino alle nostre case, nei campi costeggiati dalle strade che percorriamo quotidianamente, donne, uomini, minori vengono privati della loro dignità e dei diritti fondamentali, sottoposti a ricatti quotidiani, a soprusi e violenze”. A spiegarlo, in una nota, l’Associazione “Reti di Giustizia-Il sociale contro le mafie“.
“Di fronte a questa realtà è nata, si sviluppa e deve continuare a crescere una delle “resistenze contemporanee”: una resistenza dal basso, fatta da lavoratori e lavoratrici che si ribellano alla schiavitù del lavoro e delle agromafie e dalle forze sociali del territorio che lottano al loro fianco per farli uscire dall’invisibilità e dall’indifferenza che li circonda, come avvenuto durante lo storico sciopero dei braccianti indetto dalla Flai CGIL del 18 aprile 2016 a Latina.
Una resistenza, questa, difficilissima ma necessaria per ottenere e, anzi, ri-stabilire giustizia, il riconoscimento della dignità umana e l’uguaglianza calpestate in nome dell’illecito profitto, dell’arricchimento criminale a spese della collettività e, soprattutto, dei più deboli, i migranti e le fasce più povere della popolazione.
Una resistenza che può vincere, come accaduto per Balbir Singh, che si ribella contro il “padrone” italiano dell’Agro Pontino (Di Bonito) che lo aveva privato di ogni diritto per sei anni, denunciandolo e costituendosi parte civile nel relativo processo, il quale si conclude il 31 gennaio 2024 con una condanna a carico dei titolari dell’azienda agricola di Borgo Sabotino e il riconoscimento del diritto al risarcimento per Balbir Singh.
Una resistenza, infine, che, seppur rafforzata da importanti operazioni delle forze dell’ordine e da vicende giudiziarie rilevanti, fa ancora fatica ad entrare nel dibattito sociale e politico e rischia di essere minata dalla perdurante indifferenza dei più (compresa quella di talune amministrazioni locali) e dal clima di omertà generalizzato (al quale concorre, senza alcun dubbio, anche il razzismo).
Di tutto questo parleremo ad Aprilia, presso la sede del Quartiere Aprilia Nord in Via Veneto 2, il 27 aprile 2024 (a partire dalle ore 17,30), una data che si inserisce tra il 25 aprile, anniversario della Liberazione dal nazifascismo e il 1° maggio, festa dei lavoratori, insieme ad alcuni degli attori protagonisti della lotta contro il caporalato, le agromafie e lo sfruttamento lavorativo”.
Durante l’incontro, moderato dalla nostra Associazione “Reti di giustizia – il sociale contro le mafie” interverranno:
- Marco Omizzolo, docente de “La Sapienza” e ricercatore Eurispes
- Un rappresentante del collettivo dei lavoratori e lavoratrici indiani/e Ek noor
- Giuseppe Massafra, Segretario generale Cgil Roma e Lazio
- Graziella di Mambro, giornalista caposervizio “Latina Oggi”
Seguiranno interventi dal pubblico.