Processo “Reset”: prosegue la testimonianza del collaboratore di giustizia dell’ex affiliato al clan Travali, Agostino Riccardo
Un processo con trenta imputati, la maggior parte dei quali accusati di far parte di un’associazione mafiosa, non è un contesto tranquillo. Questo è ovvio. Che la testimonianza del collaboratore di giustizia, Agostino Riccardo, potesse rappresentare un motivo di tensione in aula per il clan Travali/Di Silvio era risvolto altrettanto pronosticabile.
Ex affiliato al clan retto da Angelo Travali, Agostino Riccardo cambiò casacca, come noto, dopo gli arresti eseguiti con l’operazione “Don’t Touch”, ad ottobre 2015, vestendo i panni del componente di uno dei sodalizi rivali nella città di Latina: la cosca mafiosa di Campo Boario retto da Armando “Lallà” Di Silvio.
Nelle logiche criminali, quindi, Riccardo è “infame” due volte: è passato in un altro clan non appena i vecchi sodali sono stati carcerati e, soprattutto, si è pentito, decidendo di collaborare con lo Stato. Una miscela potenzialmente esplosiva che è deflagrata quest’oggi, nel corso di “Reset”, il processo che vede alla sbarra i maggiori appartenenti al clan dei Travali e di Costantino “Cha Cha” Di Silvio.
Dinanzi al III collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Mario La Rosa, verso la fine di una faticosa udienza durata dalle 10 della mattina fino alle 17 del pomeriggio, il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Luigia Spinelli, ha chiesto formalmente che siano acquisiti i verbali e le registrazioni audio-video dell’udienza, in quanto “Cha Cha” Di Silvio avrebbe minacciato Agostino Riccardo, responsabile di aver proferito, a detta dell’ex amico del deputato Pasquale Maietta, menzogne: “Questo è un pezzo di merda”, sono state le parole ascoltate nitidamente anche dagli avvocati del nutrito collegio difensivo.
Costantino Di Silvio, quindi, rischia ora un altro procedimento per minacce aggravate dal metodo mafioso, dopo che è iniziato il processo a suo carico per le intimidazioni, via lettera, all’ex moglie del suo amico di sempre, Gianluca Tuma (oggi tale processo è stato rinviato a marzo). Le minacce, o presunte tali, sarebbero state ascoltate dall’operante che si trovava insieme ad Agostino Riccardo, video-collegato dalla località protetta in cui si trova. Un clima altamente elettrico in aula, tanto che è dovuto intervenire il Presidente del Collegio per ristabilire la calma.
Per quanto riguarda il processo vero e proprio, il Presidente del III Collegio, Mario La Rosa, ha specificato, prima che iniziasse la testimonianza di Agostino Riccardo, esaminato dai pubblici ministeri della DDA, Luigia Spinelli e Francesco Gualtieri, di aver avuto l’autorizzazione dal Presidente del Tribunale di Latina di poter procedere a un ancor più fitto calendario per chiudere tutto entro l’anno.
L’obiettivo dichiarato di un vero e proprio “tour de force” è quello di concludere con sentenza il prossimo 20 dicembre: per fare ciò, sono state aggiunte altre date da qui a dicembre. Il processo, così facendo, arriverà a svolgere anche tre udienze a settimana. Ad essere aggiunte le seguenti date: 18 ottobre, 25, ottobre, 28 ottobre, 4 novembre, 15 novembre, 22 novembre, 25 novembre, 2, 6 e 9 dicembre.
Agostino Riccardo, il cui esame era già iniziato la settimana scorsa, ha ricostruito anche oggi gli affari e l’organigramma del clan, spendendo anche diverse parole sulla figura di Luigi Ciarelli, numero tre del clan omonimo e fornitore di hashish per il clan Travali. Il canale dell’approvvigionamento della droga di cui si serviva Luigi Ciarleli, secondo il collaboratore di giustizia, sarebbe stato quello di una famiglia di Marano (Napoli), affiliata al clan Nuvoletta, ossia la cosca del napoletano legata storicamente a Totò Riina e a Cosa Nostra.
Le parole di Riccardo, comunque, hanno suscitato altre reazioni da parte di ulteriori imputati. A chiedere di fare dichiarazioni spontanee anche Valentina Travali e Cristian Battello detto “Schizzo”. Entrambi hanno provato a smentire le dichiarazioni nei loro confronti; in particolare, Valentina Travali ha spiegato che non è vero che vendeva cocaina per conto dei fratelli, poiché lei si è occupata sempre di smerciare eroina.
Si riprende la prossima settimana con l’esame di Agostino Riccardo. La tensione in aula non promette di sciogliersi.